
di Charlie Bunga Banyangumuka
Le reliquie della Passione sono forse le più affascinanti della storia della Vera Fede; dai teli sindonici ai chiodi, questi strumenti e artefatti sono intrisi del Sangue per eccellenza, il Sangue dell’Unico Sacrificio che mai sia servito davvero.
Eppure esse, pur potendo vantare una tradizione antichissima, sono soggette a critiche e scetticismo. In particolare la Corona di Spine: com’è possibile che esistano diverse spine in giro per il mondo?
L’equivoco viene presto risolto, come ogni altro sulla Passione, dall’iconografia.
Noi siamo abituati a pensare la Corona di Spine come un cerchio, simile alle corone altomedievali e successive, ovvero come un’unica circonferenza che chiude la fronte.
Dalle analisi sindoniche, e dalla stessa contestualizzazione della Passione, emerge invece un altro tipo di ipotesi. La suddetta corona non era modellata come quella che noi immaginiamo, bensì come quelle dei re orientali e faraoni egizi: si trattava più di tiare che di veri e propri cerchi.
Quindi la testa di Cristo fu avvolta da una struttura spinosa pù simile ad un grande casco di rovi che ad un anello (anche perchè sarebbe stato ben più semplice da assemblare).
Come i Vangeli dicono, i legionari lo salutarono come “Rex Iudaeorum” quindi la corona doveva avere la forma di quella che portavano in Oriente.
Ecco spiegato, in breve, come sia possibile che esistano numerose spine.
« I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi.» Giovanni 19,2-3