Nota di Radio Spada: Continua il dibattito e l’analisi sui risultati delle elezioni Europee 2019. Oggi ospitiamo l’intervento di Marco Tuccillo, dirigente del sindacato SINLAI, che firma il suo primo articolo per noi. (Piergiorgio Seveso – Presidente SQE di Radio Spada)
di Marco Tuccillo

Anche queste elezioni Europee 2019 sono terminate, di certo ha vinto lo “stato liberale” contro quello “sociale”.
Illustriamo il perché analizzando la situazione politica all’indomani di questo voto:
–Destra: La
destra rappresentata dalla Lega domina lo scenario italiano, il mito
patriottardo del “sovranismo”, del conservatorismo liberale e
dell’atlantismo sfonda ogni barriera e si piazza al 34%.
Il fenomeno Salvini è stato rafforzato proprio da quella sinistra liberale o
antifascista che ha basato tutta la propria campagna elettorale sull’odio
anti-leghista.
Bisogna anche riconoscere che Salvini ha infatuato moltissime frange del mondo neo e post-fascista che non si sentono
più vicini alle istanze più socialnazionali di Forza Nuova o più patriottiche
di Casapound.
Anche Fratelli d’Italia registra una crescita considerevole che accontenta un
po’ tutto l’elettorato moderato di destra.
Berlusconi, invece, si colloca sempre più in basso e ci, si permetta di
aggiungere, finalmente.
A conti fatti, l’unica certezza che tali forze destrorse rafforzeranno lo
“stato liberale” oltre che il servilismo alla NATO e gli USA oltre
che all’entità sionista, per non parlare delle pessime politiche che verranno
attuate in materia di lavoro e lavoratori, sempre più abbandonati a loro
stessi.
–Sinistra:
Nonostante la ripresa di qualche punto percentuale del Partito Democratico
(grazie alla discesa del M5S) è comunque una forza politica in netta
recessione, fautrice di scandalose manovre quando era al governo e vergognose
campagne antifasciste di piazza a favore della solita retorica LGBT,
pro-business accoglienza e scandalosamente apologetica dell’Europa di Bruxelles.
La sinistra progressista si avvia definitivamente verso la disfatta e con essa tutta l’impalcatura “liberal-europeista“.
–Movimento 5 Stelle:
Il flop del reddito di cittadinanza (idea che condividiamo ma applicata
malissimo) ha causato disordini nell’elettorato grillino, insieme a questo
fattore potremmo anche inserire tutti gli autogoal di Luigi Di Maio nel
criticare il suo “compagno” di governo Matteo Salvini, rendendo
quest’ultimo più simpatico e favorito alla popolazione.
Probabilmente la caduta libera grillina aprirà uno scenario di riconsiderazioni
ideologiche e strategia da intraprendere all’interno del movimento di Grillo e
Casaleggio.
–Partito Comunista:
Rizzo colpisce e affonda tra tutti i “partiti novità”, tanto da
passare dallo 0.3% allo 0.9%, frutto di un ritorno alla politica comunista
vecchio stampo, intransigente e non collusa con il PD, l’UE e il libero
mercato.
La scelta strategica di Rizzo ha premiato e i suoi compagni possono ritenersi
soddisfatti nel constatare di avere una base elettorale che si sta formando
sempre più.
–Area Nazionalista:
Non la chiamiamo “estrema destra” perché non lo è (per fortuna) ma
Forza Nuova e CasaPound Italia hanno registrato un poderoso declino in materia
elettorale, i dati delle elezioni nazionali dello scorso 4 marzo non sono stati
affatto confermati. Cosa succede al nazionalismo rivoluzionario Italiano?
E’ tempo di cambiare, rinnovare, fare scelte radicalmente diverse? Questo non
lo sappiamo, sicuramente il fenomeno leghista ha causato un durissimo colpo
alla scena nazionalista, proprio perché tali forze di destra liberale fungono
da argine a chi invece promuove istanze sociali e nazionali del tutto diverse
per la ricostruzione nazionale.