Santa Rita da Cascia (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 maggio 1447) è nota come Santa degli Impossibili, per il fatto che il popolo cristiano ha lungo i secoli sperimentato quanto potente sia il suo patrocinio anche nei casi più disperati. In breve ne ripercorriamo la vita. Moglie per obbedienza di un marito violento, lo tollerò fino a convertirlo. Rimasta vedova, chiese a Dio di far morire i figli prima che questi potessero vendicare l’assassinato padre. Dopo tante peripezie Monaca Agostiniana: san Giovanni Battista, sant’Agostino e san Nicola da Tolentino dovettero introdurla miracolosamente nel chiostro per convincere la Badessa ad accettare Rita. Infine, dal 18 aprile 1432 (Venerdì Santo) fino alla santissima morte, Sposa del Crocifisso, segnata sulla fronte con una Spina della sua Corona. Tra i miracoli più noti: la fioritura della vite secca, innaffiata dalla Santa, nel monastero; e la fioritura, in inverno, dei fichi e delle rose nell’orto della casa natale della Santa: ella, malata, ne aveva fatta richiesta alla cognata. Sebbene illustrissima per miracoli frequentissimi, la sua canonizzazione fu celebrata solo da Leone XIII il 24 maggio dell’anno del Giubileo 1900.

SUPPLICA A DIO
che in onore di Santa Rita si suole recitare il 22 maggio, giorno della Festa

In nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito santo. Così sia.

O Dio onnipotente, che avete reso gloriosa la vostra serva Santa Rita nel mondo cattolico per la frequenza di grazie, che ad intercessione di Lei concedete ai suoi devoti, con gran fiducia oggi ricorriamo a Voi per supplicarvi di nuovi celesti favori. Sì, grande è la nostra fiducia, o Santa Rita, che Iddio, il quale v’ha resa oggetto di onore nella Chiesa militante e trionfante, largheggi oggi su noi di grazie spirituali e temporali.
Voi, che i popoli chiamano la Santa degli impossibili, l’Avvocata dei casi disperati, irradiata dal lume della gloria conoscete le miserevoli condizioni dei nostri cuori. Voi vedete quanta incostanza nell’adempimento dei nostri doveri, quanta ritrosia al bene nella nostra volontà, quanta frequenza nelle nostre quotidiane cadute. In questo giorno di festa, pregate, o Santa Rita, il Signore per noi, intercedete presso il divin trono delle misericordie, perché d’oggi in poi siano più assidue le nostre cure per la salvezze dell’anime nostre, siamo più perseveranti nel servizio di Dio e nell’esercizio delle cristiane virtù.
Ecco le grazie principali che in questo giorno di vostra solenne celebrazione affidiamo, o Santa Rita, al vostro celeste patrocinio. Per i molti meriti, vostri abbia pietà Iddio dei nostri gemiti, appaghi i nostri gemiti, asciughi le lagrime di tanti cuori piangenti. In questo giorno di terrena esultanza, emula di quella che forma il vostro gaudio in cielo, otteneteci da Dio, o Santa Rita, una speciale benedizione, che umilmente imploriamo sul Vicario di Gesù Cristo, sui nostri Vescovi e Sacerdoti, su noi e le persone che ci son care, sui promotori del vostro culto, sui vostri Religiosi Confratelli e Consorelle, che formano l’eletta figliolanza del grande S. Agostino, sui benefattori del Tuo santuario e Monastero di Cascia, sugli infermi di anima e di corpo. Anche pei cari defunti invochiamo la Divina Misericordia. Degnatevi, o Santa Rita, Sposa amabilissima di Gesù Crocifisso, impetrarci dal Signore quello spirito di pazienza, che producendo opere buone, ci confermi nella speranza delle divine promesse. Così sia.

Tre Pater, Ave e Gloria

V. Signasti, Domine, famulam tuam Ritam. Alleluja.
[Segnasti, Signore, la tua serva Rita. Alleluia]

R. Signo charitatis et passionis tuæ. Alleluja.
[Col segno della tua carità e della tua passione. Alleluia]

Oremus
Deus,qui sanctæ Ritæ tantam gratiam conferre dignatus es, ut inimicos diligeret et in corde ac fronte caritatis et passionis tuæ signa portaret: da nobis, quæsumus, ejus intercessione et meritis, inimicis nostris sic parcere et passionis tuæ dolores contemplari, ut promissa mitibus ac lugentibus præmia consequamur: Qui vivis et regnas in sæcula sæculorum. Amen.
[Preghiamo. O Dio, che hai dato a santa Rita tanta grazia da amare i propri nemici e da portare nel cuore e sulla fronte i segni della tua carità e della tua passione: concedi anche a noi, per la sua intercessione ed i suoi meriti, di perdonare i nostri nemici e di contemplare i dolori della tua passione per conseguire il premio promesso ai miti ed ai sofferenti: Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.]



[Testo raccolto da Giuliano Zoroddu]