Caro Corrado, Cardinale Elemosiniere,
ti scrivo dopo le recenti notizie di cronaca. Quanto caos per un po’ di elettricità, eh?
Ascolta, ho una proposta: tu che ami lavorare con luce, sigilli e palazzi occupati, certamente gradirai.
L’operazione è a costo zero: ecologica 100%, più di Laudato Si’.
Ci sarebbero da togliere un po’ di Sigilli in un Palazzo occupato e far tornare la Luce.
Ti spiego: è vicinissimo a te, è in Vaticano.
Vai dove si trovano i documenti, togli i sigilli a Nostra Aetate, a Unitatis Redintegratio, a Dignitatis Humanae e a tutti i testi conciliari, sciogli i cordoni, libera i faldoni e gettali nel fuoco.
Vedrai che fiamme, sembreranno quelle dell’inferno! L’indifferentismo, l’ecumenismo, la collegialità e tutto il resto finalmente consegnati al falò che spetta all’eresia.
E il bello inizierà lì. Come per miracolo, vedrai la Luce che, finalmente liberata da cinquant’anni di falsità, ricomincerà a brillare e il freddo del bergoglismo svanirà.
Sugli immortali colli di Roma, tutte le lampadine di quel Palazzo occupato inizieranno a splendere, anche le candele e i ceri improvvisamente arderanno di una calda fiamma. Altro che notte, sembrerà giorno.
Salverai tante vite, vite eterne, caro Corrado. Milioni di uomini aspettano quella Luce sigillata e umiliata da troppo tempo: sarà meraviglioso. Prima o poi deve succedere. Sei prete per questo, Corrado, per salvare l’anima della gente. Per dar la Luce.
Corri, Corrado, corri.
Una voce già riecheggia intorno a te: Et lux in tenebris lucet, et tenebrae eam non comprehenderunt.
Il Guelfo Rosa

ma a questo qui e al suo mandante e a tutti quelli della loro squadra,interessa solo tenere accesa la luce della ribalta, del consenso accattonato, anche se quello dei vari Tarzan – del posto e internazionali; interessa solo alimentare la tensione al calor bianco tra l’attuale inquilino del vaticano e lo sporco Salvini reo di chiudere il cuore ai farabutti di ogni dove, e di ogni colore, e tanta parte di Italiani tacciati addirittura, dal Sommo loro, di non sapere che cosa sia la civiltà (detto da uno che per aver passata la gran parte della sua vita nelle pampas, deve averne dimenticato la nozione…)!
E dire che sarebbe stato così semplice, senza offendere la dignità di uno Stato (che ovviamente l’ha già persa di suo, se non reagisce) ospitare quella ‘ povera’ gente, che viene alloggiata dietro compenso dai Furboni di circosatnza, e sollazzata anche con spettacoli tipo GENDEROTICA E AMENRAVE, nell’Hotel Santa Marta in Vaticano, magari adibendo alla bisogna , se necessario, anche qualche bella Stanza o Camera dello stesso territorio loro, senza venire a dare lezione, in tuta cardinalizia, e in spregio ad ogni regola di rispetto del diritto internazionale, in casa d’altri , e magari quella lor gente, così caramente sistemata nei pressi del Santo Padre, provare ad educarla a sentimenti di devoziome e pietà …che non guasta!
Questi documenti, di cui Guelfo Rosa qui parla, mai si sogneranno di darli al fuoco; sarebbe come chiedere loro di buttarsi essi in quelle fiamme! Quei testi sono la forza del loro inganno e del Sommo Imbroglio Regnante tra quelle mura ( ‘mura’, dico) !
… e ora che sento che lo ha giustificato, caro Parolin, accompagni il suo eroe elemosiniere nella terra dell’ amico suo Xi Jin Ping, a compier la grande impresa (in Italia è un’impresa da polli!): quella di rompere ( tentare almeno ) i sigilli di una qualsiasi delle carceri laogai del vostro Ping! … Sa come attirereste l’attenzione del mondo…! E con merito vero….
(Scusate l’insistenza, ma qui c’è da scompisciarsi….)
Ripropongo, da STILUM CURIAE.
Fiat lux, in salsa vaticanpolacca
Se l’enotria, alias vitulia, alias italia, non fosse una nazione d’operetta, quantomeno ci dovrebbe essere già stata la convocazione del nunzio apostolico per le scuse.
In compenso, nel suddetto paese. si fa per dire, teatrale, abbiamo dei magistrati che indagano un ministro perché ferma le navi degli schiavisti.
Quanto al sacco rosso, pieno di marcia misericordia, di pelosa carità, in cerca di fracasso mediatico, possiamo opporre un semplice prete di villaggio, Jerzy Popiełuszko, ad maiorem Dei gloriam.
G.Vigni