Scriveva san Pio X nel lontano 1907 che il modernismo è “omnium haereseon conlectum“, la riunione di tutte le eresie. Ma siccome l’avanzata sempre più becera dei modernisti al comando non si può fermare a riunirsi in un’unica sentina solo con eretici di varia estrazione settaria, passano agevolmente anche altre religioni.
E così, quasi fosse una applicazione giornalistica di Nostra Aetate e degli insegmamenti dei grandi raduni interreligiosi inaugurati da Giovanni Paolo II, l’Osservatore Romano – il giornale fondato nel 1861 per «smascherare e confutare le calunnie che si scagliano contro di Roma e del Pontificato Romano» – accoglie nella sua redazione una musulmana, Shahrzad Househmand Zadeh, ed un’ebrea, Amy- Jill Levin Levine .
Quest’ultima, come riporta La Repubblica (gazzetta cara a papa Francesco), vanta peraltro un curriculum ideologico di primissimo ordine, autodefinendosi “femminista ebrea yankee che insegna in una scuola teologica predominantemente protestante al centro della Fascia Biblica americana”.
Del resto, un protestante come Marcelo Figueroa, era già stato messo a capo dell’edizione argentina dell’Osservatore! E la stessa Repubblica nota come “un tempo era necessaria una lettera di accompagnamento firmata da un vescovo e il certificato di battesimo per scriver[ci]”. Ma noi non ci stupiamo: l’ecumenismo ed il dialogo con le altre religioni non sono cosa d’oggi, ma vanno avanti da cinquant’anni.
Tutta questa varietà redazionale, ci fa però riflettere su quanto al Sedente piaccia la pomposità (non quella delle lebbrose corti del papato rinascimentale però eh!), l’apparenza, l’inevitabile dirompenza delle persone da lui scelte. L’importante è che non siano cattoliche!