Scriveva Gregorio XVI nell’enciclica Mirari vos de 15 agosto 1832: «Gli Apostoli come leggiamo, hanno consegnato alle fiamme pubblicamente grande quantità di tali libri (At 19,19). Basti leggere le disposizioni date a tale proposito nel Concilio Lateranense V, e la Costituzione che pubblicò Leone X di felice memoria, Nostro Predecessore, appunto perché “quella stampa che fu salutarmente scoperta per l’aumento della Fede e per la propagazione delle buone arti, non venisse rivolta a fini contrari e recasse danno e pregiudizio alla salute dei fedeli di Cristo” (Act. Conc. Lateran. V, sess. 10). Ciò stette parimenti a cuore dei Padri Tridentini al punto che per applicare opportuno rimedio ad un inconveniente così dannoso, emisero quell’utilissimo decreto sulla formazione dell’Indice dei libri nei quali fossero contenute malsane dottrine. Clemente XIII, Nostro Predecessore di felice memoria, nella sua enciclica sulla proscrizione dei libri nocivi afferma che “si deve lottare accanitamente, come richiede la circostanza stessa, con tutte le forze, al fine di estirpare la mortifera peste dei libri; non potrà infatti essere eliminata la materia dell’errore fino a quando gli elementi impuri di pravità non periscano bruciati” (Christianae reipublicae, 25 novembre 1766)».

Ma non basta la giustissima condanna meramente teorica della “aborrita libertà di stampa” e della cattiva stampa che essa mette in circolazione, urge di necessità vitale contrapporvisi la buona stampa, la stampa cattolica. Radio Spada si propone, umilmente e senza pretese di andar oltre le possibilità della umana fragilità, di fare buona stampa cattolica e buona informazione cattolica. E pertanto facciamo nostra la preghiera seguente che don Giacomo Alberione (1884-1871), grande lavoratore nel campo della buona stampa cattolica, rivolgeva a san Paolo.

O gloriosissimo Apostolo, che con tanto zelo Vi adoperaste per distruggere in Efeso quegli scritti che ben conoscevate avrebbero pervertito la mente dei fedeli: deh! vogliate anche al presente volgere su di noi benigno lo sguardo. Voi vedete come una stampa miscredente e senza freno si attenti a rapirci dal cuore il tesoro prezioso della fede e della illibatezza dei costumi. Illuminate, ve ne preghiamo, o Santo Apostolo, la mente di tanti perversi scrittori, affinché desistano una buona volta dal recar danno alle anime colle loro ree dottrine e perfide insinuazioni. Suscitate in mezzo al popolo cristiano santi apostoli ed operai della Buona Stampa, che lavorino con fede, umiltà e zelo per diffondere il regno di Gesù Cristo. A noi impetrate la grazia, che, docili sempre alla voce del Supremo Gerarca, non ci diamo mai alla lettura di scritti perversi; ma cerchiamo invece di leggere, e, per quanto ci sarà dato, di diffondere quelli che, col loro pascolo salutare, aiutino tutti a promuovere la maggior gloria di Dio, l’esaltazione della sua Chiesa e la salute delle anime. Così sia.