Se in Emilia il tridente dei candidati leghisti è stato uno sfacelo sul tema omosessualismo (Salati a Reggio e Prampolini a Modena presenti a iniziative elettorali con targa LGBT, per non parlare del disastro Ferrara), anche in Veneto abbiamo casi in cui c’è molto da migliorare.

A Vicenza governa il centrodestra (con un blocco assortito di Lega, civici, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e procede la collaborazione col Pride.

La Consigliera Cristina Soprana, con delega ai diritti, non era andata dal Pride per una versione blasfema del Padre Nostro inscenata durante la sfilata e per una locandina precedente. Subito dopo la sua assenza aveva scritto un post che può essere preso a esempio di cosa un politico non deve fare: oltre a dimostrare di non avere gli elementi minimi di dottrina cristiana, definenedo “risibile” la processione di riparazione (processione che, lo ricordiamo, secondo il Giornale di Vicenza ha raccolto oltre 200 partecipanti e secondo l’Enciclica Miserentissimus Redemptor era più che legittima), diceva di essersi dissociata da questo atto dissacrante in versione arcobaleno (sarebbe da chiederle cosa si aspettasse dal Pride: un coro degli alpini? Una recita di pie poesie? Su consigliera, torni tra noi).

Ma si sa, subito dopo l’arcobaleno torna il sole ed ecco la promessa: “Mai in discussione la collaborazione”, “mai verrà meno il dialogo”. Con il blocco LGBT.

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