
a cura di Gregorius
Introduzione
II. Le Litanie del Sacro Cuore. Genesi e disegno.
Genesi. Per bene intendere le Litanie del Sacro Cuore, è necessario di riportarsi nell’ambiente dove si sono propagate. Nel 1720, una peste terribile era piombata su Marsiglia. Il pio vescovo della città, Mons. de Belsunce, non contento di spiegare una carità eroica in aiuto degl’infermi, risolse di strappare al Cielo la cessazione del flagello[1].
Con la sua celebre circolare del 22 ottobre 1720, decretò la consacrazione della sua diocesi al Cuore di Gesù e la celebrazione perpetua della festa del Sacro Cuore. L’atto di consacrazione fu pronunziato il venerdì 1° novembre, in mezzo ad una indimenticabile cerimonia di espiazione. Da quel momento il flagello cedette rapidamente. Per finire di placare la collera divina, Mons. de Belsunce organizzò processioni di penitenza, e ordinò ai primi del 1721, una solenne novena al Sacro Cuore. Ogni giorno, il pastore e la sua diocesi provati dal flagello, si riunivano innanzi alla chiesa dei Padri Cappuccini[2]. Rinnovavano la consacrazione al Sacro Cuore. E fu là che, durante nove giorni, le invocazioni delle Litanie echeggiarono nell’aria, portando al trono di Dio il pentimento degli abitanti e i titoli che il Cuore di Gesù dava loro a sperare una totale misericordia.
Quelle Litanie erano state pubblicate un po’ prima, il 30 marzo 1718, nel Manuale dell’adorazione perpetua del Sacro Cuore.
Quando l’epidemia fu scomparsa, Marsiglia proseguì a recitare con fede, riconoscenza ed amore le Litanie, alle quali si rannodavano sì commoventi ricordi.
Vennero allora, sulla fine dell’ultimo secolo, i decreti che applicavano rigorosamente alle Litanie del Sacro Cuore le proibizioni concernenti la pubblica recita delle Litanie non riconosciute dalla Santa Sede[3]. Il vescovo di Marsiglia, Mons. Robert, si decise a riconciliare la divozione del suo gregge con le prescrizioni romane: sollecitò l’approvazione pontificia per le Litanie già in uso nella sua diocesi. Quelle istanze ebbero a Roma un’accoglienza favorevole; ma la S. Congregazione dei Riti aggiunse alle Litanie presentate, sei invocazioni[4] tolte da altre Litanie, per portare a trentatré il numero delle invocazioni, e così meglio ricordare ed onorare i trentatré anni della vita mortale di Nostro Signore. Eccetto questa aggiunta, il testo delle Litanie di Marsiglia, non subì che un leggero ritocco nella seconda invocazione[5], si conservò persino il versetto, il responsorio e l’orazione finale. D’altronde, sotto il peso dei mali spirituali di cui la peste di Marsiglia potrebbe essere l’immagine, abbiamo tutte le ragioni di appropriarci i sentimenti con cui gli abitanti della città provata implorarono pietà per i peccatori.
Il Sommo Pontefice Leone XIII gradì le Litanie di Marsiglia con le sei invocazioni supplementari, e ne concesse la recita pubblica primieramente alle diocesi di Marsiglia e di Autun, come pure all’Ordine della Visitazione; poi alla diocesi di Annecy e alla Compagnia di Gesù[6]. Finalmente, il favore fu concesso alla Chiesa universale, il 2 aprile 1899.
Una conseguenza del decreto fu di estendere a tutta la Chiesa l’indulgenza di 300 giorni[7], che era stata poco prima concessa alla diocesi di Marsiglia ed all’Ordine della Visitazione per la recita di quelle Litanie.
L’autore immediato delle Litanie di Marsiglia è la Venerabile Anna Maddalena de Remusat[8]. Ella le pubblicò, nel 1718, nel Manuale destinato alla Confraternita fondata da essa, con l’approvazione di Mons. de Belsunce: l’Adorazione perpetua del Sacro Cuore[9]. Però la Suora Remusat non compose essa stessa le invocazioni delle Litanie marsigliesi. Sulle ventisette invocazioni di queste, diciassette si trovano nelle Litanie del P. Croiset (II edizione del 1691); quattro altre (8, 9, 11 e 30) si leggono nelle Litanie di Aurillac[10], una quinta (12) nelle Litanie del P. Froment[11]. Le cinque ultime (4, 10, 13, 19 e 21) sono prese dalle Litanie del libretto della Suora Giovanna Maddalena Foly[12], stampato a Digione e approvato il 26 febbraio 1689, quattordici anni dopo le grandi apparizioni.
Il versetto e il responsorio figurano nelle Litanie già citate, del P. Croiset. L’orazione[13] le cui vestigia sono conservate nell’orazione finale delle Litanie del P. Croiset, è identica a quella del libretto della Suor Foly.
Già il P. Croiset aveva intenzionalmente fissato a trentatré il numero delle invocazioni delle Litanie. Le sei invocazioni scelte dalla S. Congregazione dei Riti in vista di compiere quel numero, sono tutte tratte dal P. Croiset, eccetto la prima (invocazione 3 delle Litanie) che è comune con le Litanie (1689) della Madre de Soudeilles[14], una delle corrispondenti della santa Margherita Maria, a quelle di Aurillac e a quelle di P. Bouzonié[15].
Preziose per la loro antichità e i ricordi storici che si rannodano alla loro compilazione ed alle loro prime recitazioni, le Litanie approvate si raccomandano ancora al rispetto e alla fiduciosa divozione dei fedeli, per la sorgente divina da dove le espressioni sono state attinte. Si può dire che tutte le invocazioni sono tratte dai nostri libri santi[16]: un buon numero ne sono estratte letteralmente.
Ordine. Le invocazioni si seguono esse logicamente concatenate e secondo un ordine prestabilito? Non oseremmo di affermarlo. La maniera stessa con cui queste Litanie furono composte, rende questo ordine rigoroso poco verosimile. Vi è tale invocazione, per esempio la 6, il cui posto ci sembra perfino sconcertare i tentativi di ricostruzione dell’ordine.
Nondimeno senza pretendere di penetrare il pensiero che ha primeggiato alla disposizione generale di queste Litanie, pretendiamo di poter riunire le invocazioni che loro sono proprie, in tre parti principali che noi distinguiamo come segue:
- Prima parte: Le eccellenze fondamentali del Cuore di Gesù (invocazioni 1 e 2);
- Seconda parte: Le amabilità e le attrattive del Cuore di Gesù (invocazioni 3-21);
- Terza parte: L’ufficio propiziatorio del Cuore di Gesù (invocazioni 22-33).
Queste parti possono suddividersi nel modo seguente:
- Prima parte:
L’eccellenza della Persona (1).
L’eccellenza della natura umana (2).
- Seconda parte:
La dignità infinita che risulta per il Cuore di Gesù dalla sua unione con la Persona del Verbo (3-9).
Le gloriose pienezze del Cuore di Gesù (10-15).
Quattro motivi speciali di ricorrere al Cuore di Gesù: il desiderio di Dio Padre (ipsum audite)[17](16), la gratitudine (17), l’esempio dei Patriarchi (18), la speranza (19-21).
- Terza parte:
L’ufficio propiziatorio annunziato (22); attuato (23-26); coronato nei suoi frutti per tutti, eccetto per i peccatori induriti (27-33).
III. Caratteri di questo lavoro sulle Litanie del Sacro Cuore.
Un’ultima parola sul nostro commentario per definirne l’aspetto.
- L’abbiamo desiderato breve e preciso, e di redigere, senza digressioni, nel linguaggio volgare, le spiegazioni teologiche necessarie. Distinto, per la sua stessa brevità, dalle opere più estese che comportano delle discussioni dottrinali, come quella del signor Canonico Leroy[18]; o sviluppi morali, come il libro del P. Hagg[19]; esso si differenzia egualmente, per una procedura più didattica, dai commentari più brevi, come gli eccellenti libricini d’un prete belga anonimo[20] e del P. Deidier[21] dei Missionari del Cuore di Gesù. Il nostro commentario non è scritto in vista di una semplice e rapida lettura, ma esso è diretto piuttosto a chi desidera profittare egli stesso con la riflessione, o che cerca materiali da mettere in opera nel santo ministero.
- Interpretare, il più esattamente possibile, il senso di ogni invocazione, render conto, se è necessario, della verità che esse racchiudono, insinuare l’applicazione utile per la predicazione o meditazione personale, ecco il programma a cui ci siamo sforzati di restare fedeli. Tuttavia, ci siamo fatti un dovere di penetrare e sviluppare un po’ più diffusamente gli Abbiate di noi pietà, che sono la risposta costante ad ogni invocazione. Questa risposta sale verso Dio come un grido di pena, di affanno, un appello alla sua misericordia. Tal’è il senso della pubblica preghiera. Ogni volta che il popolo ripete il miserere nobis, il suo spirito, il suo cuore si riferiscono alla necessità speciale per cui sono recitate le Litanie; domanda i frutti della terra, la pace della Chiesa, la buona morte per un parente, un amico, giunto al termine della vita. Ma le Litanie si recitano anche in privato per mantenere o soddisfare la divozione di ciascuno. L’Abbiate di noi pietà può allora variare di senso con le stesse invocazioni, e adattarsi ad ognuna, per affrettare una grazia in relazione con essa. È perciò che noi aggiungeremo agli abbiate di noi pietà una breve parafrasi in forma di colloquio con Nostro Signore.
- Invocare il Cuore di Gesù è invocare Gesù a cui appartiene il Cuore, attingendo nella dignità, le qualità, i sentimenti di quel Cuore, motivi di lode o di fiducia e ragioni per essere esauditi. Ecco dunque il senso del vocativo Cuor di Gesù[22]. E questo Cuor di Gesù è per noi costantemente il cuore di carne nel suo proprio senso e col suo simbolico significato. Non vediamo nessun vantaggio di seguire qui il R. P. Thill S.J.[23], ed a prendere il termine in diversi rapporti, ora per cuore, ora per amore, ora per volontà, ora per anima, ora per la persona tutta intiera. Vi è da presumere che, in una stessa formola di preghiera, la stessa parola conservi lo stesso senso. Il nostro metodo, del resto, ci ha condotto, salvo migliore avviso, ad un risultato soddisfacentissimo e che non ha nulla di forzato; ed abbiamo visto confermarsi, una volta ancora, la nostra opinione sull’oggetto preciso della divozione al Sacro Cuore. (continua…)
(A. Vermeersch S.J.,
Commentario delle Litanie al Sacro Cuore, in Pratica e Dottrina della Divozione
al Sacro Cuore. II. La Dottrina, versione del P.G.M. Bracale S.J. sulla quinta
edizione francese, L.I.C.E.T. Torino – Messaggero del Sacro Cuore Roma, 1921)
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