Apprezziamo che il Fatto abbia contribuito alla divulgazione dell’eccellente Il declino del sacro di Marco Sambruna (Ed. Radio Spada, 2017) e valutiamo interessanti alcuni aspetti dell’analisi dell’avv. D’Auria, ma naturalmente la sua interpretazione dei contenuti in senso secolare – e anti sovranista – è abbastanza distante da quello che l’Autore voleva e vuole trasmettere (con il nuovo libro che sarà disponibile nei prossimi giorni). La prospettiva di Sambruna è decisamente contraria ad ogni rappresentazione progressista del sacro, e per molti versi l’Autore è da considerarsi controrivoluzionario.
di Luca D’Auria
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Ma il sacro desacralizzato, reso un utensile terreno per le faccende mondane, ha portato a una progressiva modificazione genetica dei suoi connotati più tradizionali. Fino a dilaniarlo nelle sue componenti essenziali e far dire a Nietzsche, agli albori del Novecento, che “Dio è morto” e che sono stati proprio gli uomini a ucciderlo. L’assassinio di Dio è stato perpetrato rendendo il sacro “umano troppo umano”. Il Novecento, l’epoca raccontata con il nome di postmoderno, è stata una cavalcata senza Dio, senza narrazioni, senza divinità; o meglio, dove ogni divinità poteva convivere con il suo esatto contrario e “giocare una partita a scacchi” senza vincitori né vinti. Solamente per il gusto di giocare.
Tuttavia, incredibilmente, abbattuto l’ultimo sacro della modernità con la caduta del muro di Berlino, il mondo Occidentale, invece di continuare a correre nel postmoderno orgiastico ed edonistico, si è trovato del tutto spaesato. Guardandosi allo specchio, l’Occidente si è visto senza volto. E il volto mancante è quello del sacro, dei riferimenti certi, delle narrazioni che avevano fatto da grande motore di tutta la sua storia e dei suoi progressi. Nel contempo è esplosa la tecnica, con le sue nuove strutture sociali che consentono a ciascuno di rappresentarsi nel proprio “attimo fuggente” e così creare un film del mondo costante e “dal vivo”. In questo nuovo mondo non esistono distanze tra gli esseri umani, ma solamente sete costruzione di una nuova history che funga da scheggia individualistica del fumetto pop universale. E’ la metafisica dell’io che si fa Dio, che si manifesta come un ente illimitato, senza riferimento a valori consolidati.
L’essere umano occidentale diviene un bardo dell’assoluto individualismo che si trasforma in un cantore del nichilismo, impregnato di valori usati in forma pop e del tutto svincolati da vere e proprie basi culturali di riferimento. E’ quel mondo della pancrazia di cui è stato fatto cenno in alcuni post recenti. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono i rappresentanti europei e mondiali più avanzati di questa realtà. L’uno “sconfigge la povertà” e “salva dalla corruzione”, l’altro brandisce il rosario citando santi, papi e icone religiose.
Il resto del commento può essere letto a questo link. Il libro di Marco Sambruna può essere acquistato qui.