
Continua lo speciale di Radio Spada sul Sinodo dell’Amazzonia (qui la prima puntata). L’analisi delle follie dell’Instrumentum Laboris va avanti tra ambiguità ed errori veri e propri (punti 13,17 e 18):
Leggiamo (grassettature nostre e commenti in italico):
13. Tale comprensione della vita è caratterizzata dalla connessione e dall’armonia dei rapporti tra l’acqua, il territorio e la natura, la vita comunitaria e la cultura, Dio e le varie forze spirituali [ndRS: Quali “varie forze spirituali”, di grazia?]. Per loro, “buon vivere” significa comprendere la centralità del carattere relazionale-trascendente degli esseri umani e del creato [ndRS: il creato è trascendente o è “in relazione” col trascendente?], e presuppone il “fare bene” [ndRS: Quale “bene”, quello inteso in senso cattolico o quello dei culti indigeni?]. Le dimensioni materiali e spirituali non possono essere separate [ndRS: Eh!? Trascendente confuso con immanente?]. Questa modalità integrale si esprime nel proprio modo di organizzarsi, che parte dalla famiglia e dalla comunità e abbraccia un uso responsabile di tutti i beni del creato. Alcuni di loro parlano del camminare verso la “terra senza mali” [ndRS: una terra senza mali dopo il peccato originale? Si rifersicono al periodo successivo al Giudizio Universale? E se si riferiscono a errori teologici perché riportarli e diffonderli nell’Instrumentum Laboris?] o alla ricerca della “collina santa”, immagini che riflettono il movimento e la nozione comunitaria dell’esistenza.[
17. […]. In breve, la difesa della vita implica la difesa del territorio, delle sue risorse o beni naturali, ma anche della vita e della cultura dei popoli, il rafforzamento della loro organizzazione, il pieno esercizio dei loro diritti e la possibilità di essere ascoltati. Con le parole degli stessi indigeni: “noi indigeni di Guaviare (Colombia) siamo-facciamo parte della natura perché siamo acqua, aria, terra e vita nell’ambiente creato da Dio [ndRS: “siamo acqua, aria, terra e vita“, si umanizza la natura?]. Pertanto, chiediamo che cessino i maltrattamenti e lo sterminio della ‘Madre Terra’ [ndRS: se “Madre Terra” è una definizione fin troppo chiara, qui abbiamo anche i “maltrattamenti”, si tratta di un unico vivente maltrattato?]. La terra possiede sangue [ndRS: sangue? ancora umanizzazione della natura?] e si sta dissanguando, le multinazionali hanno tagliato le vene della nostra ‘Madre Terra’. Vogliamo che il nostro grido indigeno sia ascoltato da tutto il mondo”.[6]
18. Minacce e aggressioni alla vita generano grida, sia dei popoli che della terra. Partendo da queste grida come luogo teologico (da dove pensare la fede) [ndRS: la Fede va “pensata”? E soprattutto: a partire dalle grida degli indigeni che ci parlano della “Madre Terra” che sanguina?], si possono iniziare cammini di conversione, di comunione e di dialogo, cammini dello Spirito, di abbondanza e del “buon vivere”. L’immagine della vita e del “buon vivere” come “cammino alla collina santa” implica una comunione con i co-pellegrini e con la natura nel suo insieme, cioè un cammino di integrazione con l’abbondanza della vita, con la storia e con il futuro. Questi nuovi cammini si rendono necessari perché le grandi distanze geografiche e la mega diversità culturale dell’Amazzonia sono realtà non ancora risolte in ambito pastorale. I nuovi cammini si basano “su relazioni interculturali dove la diversità non significa minaccia, non giustifica gerarchie di potere degli uni sugli altri, ma dialogo a partire da visioni culturali diverse, di celebrazione, di interrelazione e di rinascita della speranza” (DAp. 97).
qui è l’apoteosi della gnosi….e poi il punto della giurisdizione senza ordine, magari la papessa …Gesù Cristo è morto x nulla x costoro, nel senso che loro sono + intelligenti e sanno che i pagani sapevano tutto ben da prima di Lui… Mah, se tacciono i preti, che dire?…e parlo di tutti i preti , di qualsiasi gruppo……