a cura di Cajetanus

Partiamo da un eloquente video:

video preso dalla pagina Facebook “Libertad individual”

«(…) Per quanto riguarda la prima domanda, perché la stregoneria attecchisca molto più tra le donne che che tra gli uomini (circostanza questa da considerarsi assodata, dal momento che è accreditata dalla esperienza reale oltre che da attendibili testimonianze): senza in alcun modo sminuire il sesso femminile in cui Dio comunque si è compiaciuto e glorificato, diciamo che gli uomini hanno individuato per questo fatto ragioni diverse, che tuttavia concordano in linea di principio.
(…) Secondo alcuni dotti ci sono tre cose in natura che non conoscono la moderazione, nella virtù come nel vizio: la lingua, gli ecclesiastici, e la donna, e quando queste tre cose superano i limiti imposti dalla loro condizione possono raggiungere le altezze più grandi e le profondità più infime della bontà e del vizio. Quando sono disciplinati da uno spirito buono eccellono in virtù, ma quando esse sono disciplinate da uno spirito maligno, si abbandonano ai vizi peggiori. (…) Della malvagità delle donne si parla in Ecclesiastico XXV: Non c’è testa sopra la testa di un serpente: e non c’è ira sopra l’ira di una donna.
E meglio dimorare con un leone o con un drago che tenere casa con una donna malvagia. (…) Cicerone nel suo libro secondo della Retorica dice: i desideri degli uomini, li conducono verso un unico peccato, ma la lussuria delle donne li conduce a tutti i peccati, poiché la radice di tutti i vizi della donna è l’avarizia.
E Seneca nelle sue tragedie: Una donna o ama o odia, non c’è una terza possibilità. E le lacrime della donna sono un inganno, perché possono nascere da vero dolore o possono essere una trappola. Quando una donna pensa da sola, pensa male.
Ma per le donne buone vi sono altrettanti elogi e leggiamo che esse hanno portato beatitudine agli uomini ed hanno salvato i popoli, terre e città, come è evidente nel caso di Giuditta, Debora, e Ester.
Vedi anche la Prima Lettera ai Corinzi (VII): Se una donna ha un marito che non crede, non sia obbligata a lasciarlo, poiché il marito non credente è santificato dalla moglie credente.
E in Ecclesiastico (26): Beato l’uomo che ha una moglie virtuosa, poiché il numero dei suoi giorni sarà raddoppiato. E in tutto questo capitolo si trovano analoghi elogi dell’eccellenza delle donne virtuose, come anche nell’ultimo capitolo dei Proverbi, riguardante, appunto, una donna virtuosa.
E tutto ciò è reso evidente, anche nel Nuovo Testamento, relativamente alle donne, alle vergini e alle altre sante figure femminili che hanno portato nazioni e regni lontano dal culto degli idoli, nel seno della religione cristiana. (…) Altri ancora hanno propugnato altri motivi per cui le donne sono più soggette alla superstizione rispetto agli uomini.
E la prima è che sono più credule e poiché lo scopo principale del diavolo è quello di corrompere la fede, egli preferisce attaccare le donne. V. Ecclesiastico (19:4) Chi si fida con troppa facilità è di animo leggero, chi pecca danneggia se stesso.
La seconda ragione è che le donne sono naturalmente più impressionabili e più pronte a ricevere l’influenza di uno spirito disincarnato e quando questa influenza è benigna esse divengono molto buone, ma quando l’influenza è maligna divengono molto cattive. (…) Il terzo motivo è che sono linguacciute ed incapaci di nascondere alle compagne i segreti delle arti malvagie di cui sono a conoscenza e, dal momento che sono deboli, trovano un modo facile e segreto di vendicarsi attraverso la stregoneria. (…) Ci sono anche altri autori che avanzano altre motivazioni e nell’avvalersi di tali opinioni i predicatori devono essere molto attenti. Perché è vero che nel Vecchio Testamento le Scritture contengono molte cattive opinioni sulle donne – e questo a causa della prima tentatrice, Eva e delle sue imitatrici, ma poi nel Nuovo Testamento, troviamo un cambiamento di nome, per cui Eva diventa Ave (come dice S. Girolamo) e il peccato di Eva è cancellato dalla benedizione di Maria. Pertanto i predicatori devono sempre elogiare il più possibile le donne. Ma poiché ai nostri tempi questa perfidia (la stregoneria) è più diffusa nelle donne rispetto agli uomini, come si apprende dall’esperienza reale, se qualcuno è curioso di sapere il motivo, si può aggiungere a quanto è già stato detto quanto segue: che, poiché esse sono più deboli sia nella mente e nel corpo, non è sorprendente che esse soggiacciano maggiormente agli incantesimi della stregoneria. (…) Ed è evidente nel caso della prima donna (Eva) che aveva poca fede, così che quando il serpente le chiese perché, con Adamo, non mangiassero di ogni albero del Paradiso, lei rispose: Di ogni albero, ecc – forse perché si muore. In tal modo dimostrò di dubitare, e di confidare poco nella parola di Dio.
E tutto questo è indicato dall’etimologia della parola, poiché Femina proviene da Fe (fede) e Minus, in quanto è sempre più debole nel mantenere e conservare la fede.
E questo fa parte della sua natura femminina, sebbene sia per grazia che per natura la fede non è mai venuta meno nella Beata Vergine, anche al momento della Passione di Cristo, quando venne meno in tutti gli uomini.
Pertanto, una donna malvagia è per sua natura più facile a vacillare nella sua fede, e di conseguenza ad abiurarla, il che è la radice della stregoneria.
E per quanto riguarda la sua altra qualità mentale, vale a dire, la sua naturale inclinazione; quando odia qualcuno che in passato ha amato, essa ribolle di rabbia e di impazienza in tutta la sua anima, così come le maree del mare sono sempre agitate e ribollenti. Ciò è dimostrato anche dal caso della donna che falsamente accusò Giuseppe e lo fece in carcere perché non aveva acconsentito a commettere adulterio con lei (Genesi 30).
E veramente la causa più potente fra quelle che contribuiscono ad un aumento delle streghe è la rivalità tra coloro che sono sposati e le donne e gli uomini non sposati.
E se succede così anche tra le sante donne, cosa accadrà tra le altre?
Ed infatti si può vedere in Genesi (21) quanto insofferente ed invidiosa di Agar, quando questa concepì un figlio o quanto Rachele, che non poteva avere figli, fosse gelosa di Leah ed Anna, che era sterile, della fertile Peninnah (Libro I dei Re, 1), come Miriam mormorò e parlò male di Mosè e venne perciò colpita dalla lebbra e come Marta fu gelosa della sorella Maria Maddalena (S. Luca, 10).
Su questo punto vedasi Ecclesiastico (16): inutile chiedere ad una donna pareri riguardo a persone di cui sono gelose. Il che equivale a dire che è sempre inutile chiedere alle donne pareri, poiché vi è sempre gelosia, ossia invidia, in una donna malvagia.
E se le donne si comportano così tra di loro a maggior ragione lo faranno nei riguardi dell’uomo.»

(Malleus Maleficarum, pars. I, quaestio IV. Imprimatur)