Chiariamo subito, per evitare la girandola di polemiche: qui non si parla né di responsabilità penali, né di connivenze nelle intenzioni. Ma la questione politico-sociale ormai è ineludibile ed esige una rapida e completa spiegazione da parte del Partito Democratico e della stessa Mori.
Roberta Mori è la presidente (PD) della Commissione Parità della Regione Emilia Romagna e la relatrice della proposta di legge regionale contro l’omotransnegatività (per altre informazioni: qui).
Nel 2015, presso la sua commissione regionale, si facevano intervenire Federica Anghinolfi e il sindaco Carletti: lì presentavano il “modello Val’Enza” che risulta essere stato giudicato esemplare dalla stessa Mori: lasciamo valutare i contenuti qui.
Nel maggio 2016, partecipava come relatrice al convegno – presso Bibbiano – Quando la notte abita il giorno: l’ascolto del minore vittima di abuso sessuale e maltrattamento. Sospetto, rivelazione, assistenza, giustizia. Oltre alla presenza nello stesso di molteplici relazioni di indagati nella vicenda (si vedano i nomi dell’immagine qua sotto), la Mori coglieva l’occasione per dire che quella duegiorni era più di “un approfondimento e uno studio”, ma “un esempio concreto di quello che è praticare la prevenzione e il contrasto alla violenza“. Passando poi a rivendicare l’audizione del 2015, citata poco fa, arrivavava a sostenere di voler essere come regione “partner e sponda rispetto ad un’esperienza che noi riteniamo esemplare per tutta l’Emilia Romagna“. (In ogni caso, per approfondimenti si veda qui, compreso video)

Ancora nel 2016, a settembre, partecipava con due sindaci poi indagati all’inaugurazione del centro La Cura, che secondo quanto riferito dalla stampa, è uno dei gangli delle indagini e luogo in cui si svolgevano gli incontri tra le piccole vittime e gli psicologi. (Il Giornale).

All’inaugurazione era presente anche Federica Anghinolfi. La Mori sul suo sito presentava l’evento dicendo, tra l’altro, a conferma di quanto già esposto:
Questo spazio integrato a servizio di bambini e bambine vittime di abusi nasce dall’esperienza agita su casi concreti e dai molteplici bisogni che ne sono scaturiti; bisogni che sono stati oggetto di una specifica audizione in Commissione assembleare Parità e Diritti delle Persone
Più avanti:
Presenti all’inaugurazione anche la deputata Vanna Iori, la presidente di Casina dei Bimbi Claudia Nasi e Federica Anghinolfi, responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza, a cui va un ringraziamento speciale per la dedizione di tutte le operatrici e operatori.

Del resto, il centro specialistico era indicato come obiettivo già in un post del sito della Mori nel 2015, con riferimento alla celebre audizione:
Proprio per continuare questo percorso, propongono (ndRS: Anghinolfi, Carletti &C.) dalla Val D’Enza, “viste le competenze acquisite nell’ultimo anno affrontando questa vicenda vorremo creare sul territorio un Centro specialistico sul trattamento dei minori vittimi di violenza insieme all’Ausl di Reggio Emilia”.

Ancora nel giugno 2019, quasi alla vigilia della deflagrazione del caso Bibbiano, Roberta Mori plaudiva pubblicamente ad un’iniziativa sull’affido promossa e diffusa anche da persone coinvolte in questa inchiesta (si veda sotto).

Ribadiamo: un chiarimento politico immediato risulta indispensabile, anche alla luce dell’attività che la consigliera Mori sta svolgendo in regione.
Le accuse a Roberta, la persona più buona del mondo, che non è minimamente coinvolta nell’inchiesta sui fatti di Bibbiano, nemmeno come testimone, si sono rivelate totalmente gratuite ed infondate, e che le ha tirato addosso del fango ha ora il dovere di chiederle scusa. Non può essere una colpa, non può comportare responsabilità politica il semplice fatto di avere partecipato, anni fa, ad un paio di conferenze in cui, tra i numerosi partecipanti, c’erano anche un paio di persone ora indagate.
No,no, Michè, nun ce provà.
Nell’articolo non c’è scritto da nessuna parte che la Mori era coinvolta nel processo penale, nessuno qui dice che sia una criminale, ma questi personaggi in regione hanno parlato alla sua commissione e in parlamento grazie alla sua collega Iori. Ed è stata la Mori a incensarli presso quel convegno con le parole che sappiamo, a partecipare all’inaugurazione del noto centro Bibbianese, ecc ecc.
Questa gente parlava alle feste dell’unità e veniva portata in palmo dal partito, dunque non confondiamo le carte. La Mori non è stata “scagionata” da nulla perché penalmente non c’era nulla da cui scagionarla: questi articoli lo ribadiscono. Ma Sul piano politico i fatti urlano e c’è ben poco da aggiungere. Anche perché la Mori è ancora in consiglio regionale. Dunque stendiamo un velo pietoso, che è meglio.