Rieccoci con questa immagine. Ci tocca riportarla nuovamente perché è utile per capire questo nuovo passaggio.
Prima di procedere però permetteteci di ribadire (e precisare) un concetto già in parte espresso: ormai il livello penale della vicenda risulta interessante solo in maniera minimale.
Va ripetuto: qui, al netto di eventuali responsabilità di coloro che risultano indagati, c’è una questione politica (e sociale, ideologica, filosofica) di dimensioni enormi. Molte delle persone che citeremo in seguito (o che già abbiamo citato) non sono e non saranno mai coinvolte nel processo: il fatto sposta poco. Nessuno qui è ossessionato dal mantra della legalidah, nessuno crede nell’infallibilità dei poteri dello Stato e, soprattutto, nessuno ritiene che questa vicenda si possa risolvere solo sul piano giuridico-processuale. Anche per il futuro.
Ormai il quadro politico di questo caso è delineatissimo: anche andassimo verso un numero significativo di assoluzioni, la situazione cambierebbe in maniera lieve. Il problema è che questo quadro – pur delineatissimo – non manca di aggiornarsi e arricchirsi continuamente e, soprattutto, di mostrare le implicazioni immediate che rischia di avere, anche oltre le indagini.
Se l’ideologia LGBT che pulsa nel cuore della vicenda è palese (vedere tra l’altro qui, qui e qui), meno lo sono lo sfondo politico e gli sbocchi sociali che l’hanno caratterizzata e che la caratterizzeranno.
Torniamo alla foto in alto. Vedete, per capirci: qui nessuno dice che il “tutti insieme appassionatamente” che si mostra abbia un impatto penale ma è certo che lo abbia negli altri campi che abbiamo citato.
I nomi – lo abbiamo visto nelle (tristi) “puntate” precedenti pubblicate su Radio Spada – tendono a ricorrere e ripetere ruoli (ora politici, ora culturali, ora sociali, ora altro) che hanno come matrice di fondo la stessa ideologia.
La presidente della Commissione Parità dell’Emilia Romagna, RobertaMori, ormai è noto, parò in Val d’Enza con l’entusiasmo che abbiamo visto . Non solo: celeberò e presenziò fisicamente all’apertura del centro La Cura (per altre informazioni qui). Alla richiesta di spiegazioni ha risposto, scompostamente, senza rispondere. Comprensibile. Solo una cosa ha detto: che continuerà a lottare per la legge regionale contro l’omotransnegatività. Vedere qui e qui la non-risposta a Radio Spada
Ed è proprio sul tema – tutto politico – dell’ “omo(trans)negatività” – parola mostruosa – che la vicenda si arricchisce.
Sapete, nel quadro dell’aberrante progetto omosessualista W l’amore (da cui persino esponenti del PD si sono dovuti dissociare) chi a Reggio presentava, pochi mesi prima della deflagrazione delle indagini (26 marzo 2019), una conferenza volta a sensibilizzare sul tema dell’omonegatività? Una conferenza in cui il consigliere regionale Torri (Sinistra Italiana) manifestava la necessità di una legge su questo tema a fianco di una annuente Roberta Mori?
Sì: Fadia Bassmaji. Affidaria, pare ex compagna dell’Anghinolfi, già regista delle convention bibbianesi sull’affido (vedere ancora qui), tra cui quella in cui la Mori si sperticò in dichiarazioni avventate.
Il video dell’evento, a parte la solita aria fritta politichese, racconta una passerella pseudoculturale in cui compaiono, oltre a Mori e Bassmaji, un altro personaggio della schermata in alto: Fabiana Montanari, neo consigliera comunale PD a Reggio (eletta a maggio 2019) ed esponente del direttivo locale dell’Arcigay. Di seguito per chi ha voglia e tempo, il video:
Ma su Arcigay, PD, “omo(trans)negatività” e istituzioni locali purtroppo non è finita.
L’Arcigay, insieme al Comune, alla Provincia, all’azienda sanitaria e a diverse altre istituzioni locali firmava appena due anni prima (31 maggio 2017) un Protocollo d’intesa per contrastare… indovinate cosa? L’omonegatività. Qui il pdf:
E di chi era la presentazione allegata al protocollo? Di Margherita Graglia, coordinatrice del Tavolo (dare un occhiata alla schermata in alto, terzultimo posto tra i taggati). E chi allegava un’altra presentazione (più politica)? L’assessore piddino al Comune di Reggio Natalia Maramotti (guardare ancora schermata in alto, ultimo posto tra i taggati). Ovviamente il tutto introdotto dal sindaco Luca Vecchi (PD).
Insomma la stessa omotransnegatività che la Mori vuole normare per legge e che in questi giorni andrà nell’aula dell’assemblea legislativa della regione Emilia Romagna.
Difficile aggiungere altro.