Tra il 52 e il 53 dell’era cristiana San Paolo scriveva ai Tessalonicesi queste parole “Voi, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio, che sono per la Giudea in Cristo Gesù: perché anche voi avete sofferte dai vostri nazionali le medesime cose, come anche quelli dai Giudei: i quali e uccisero il Signore Gesù e i profeti, e hanno perseguitato noi, e non piacciono a Dio, e sono avversi a tutti gli uomini, proibendoci di parlare alle genti acciò siano salvate, per colmare sempre la misura dei loro peccati; perocché è venuta sopra di essi l’ira di Dio sino alla fine” (1Thess. II, 15-16). Ora, le antiche e sempre nuove parole dell’Apostolo a quanto pare sono attualissime, stando a quanto riporta l’Agenzia Fides (Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie dal 1927) in questo articolo (grossettature nostre) che riprendiamo.

L’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa ha denunciato i recenti atti intimidatori perpetrati nei confronti delle comunità cristiane locali da parte di gruppi estremisti ebraici, considerati vicini al movimento dei coloni.
La mattina di venerdì 19 luglio, a Jish, in Galilea, ignoti assalitori hanno danneggiato auto e scritto sui muri slogan in ebraico offensivi nei confronti dei cristiani. La settimana precedente, venerdì 12 luglio, i partecipanti a una festa parrocchiale organizzata presso la chiesa di San Giacomo a Beit Hanina, sobborgo di Gerusalemme est, sono stati raggiunti dal lancio di pomodori e altri oggetti scagliati da provocatori residenti presso il vicino insediamento ebraico di Naveh Yaacov. Almeno nel primo caso, l’atto intimidatorio è attribuibile ai gruppi che negli ultimi anni hanno colpito in vari modi moschee o luoghi cristiani (Tabgha, Beit Jamal, Latrun, la Dormizione, ecc.), siglando i propri atti violenti e le proprie profanazioni con la formula “Price Tag” (il prezzo da pagare).
I Vescovi ordinari cattolici di Terra Santa hanno diffuso venerdì 19 luglio una dichiarazione in cui, tra le altre cose, esprimono amarezza e dispiacere per il ripetersi di atti criminali che non vengono perseguiti, nonostante le numerose denunce effettuate.
Gli attacchi e le profanazioni a danno di monasteri, chiese e cimiteri cristiani perpetrati da gruppi estremisti identificati con lo slogan “Price Tag” sono iniziati nel febbraio 2012. Da allora, militanti oltranzisti di gruppi vicini al movimento dei coloni hanno portato attacchi anche contro moschee frequentate dagli arabi palestinesi di religione islamica.
I crimini commessi da “Price tag” esprimono l’odio razziale della destra ebraica ultranazionalista, e rimangono sovente impuniti.
Nel maggio 2016, come riferito dall’Agenzia Fides (vedi Fides 24/5/2016), anche l’associazione dei Rabbini per i diritti umani, con base in Israele, aveva lanciato una campagna volta a sensibilizzare le forze politiche israeliane intorno alla emergenza rappresentata dagli attacchi contro obiettivi religiosi cristiani e musulmani compiuti dalle bande estremiste. (GV) (Agenzia Fides 22/7/2019)
Fonte: ASIA/ISRAELE – Vescovi cattolici denunciano nuovi atti intimidatori verso le comunità cristiane (Agenzia Fides, 22 luglio 2019)