
Precisiamo subito: il vescovo Camisasca era quello delle preghiere in parrocchia con i gruppi di “cristiani LGBT”, quello che non ha realmente punito i suoi preti che strizzavano l’occhio all’omosessualismo, quello che quando fu attaccato, a volte con toni un po’ accesi (lo riconosciamo), per le sue ambiguità ricevette la solidarietà di molti sindaci PD (tra cui, lo diciamo con una nota d’ironia, pure quella di due oggi indagati nella vicenda Bibbiano). Ad abundantiam: il vescovo che fece lo gnorri per la grande processione del 2017 avvenuta nella sua città per riparare lo scandalo del Reggio Emilia Pride. Non più tardi di qualche settimana fa nella sua diocesi aveva luogo, a Castelnovo Sotto, a pochissimi chilometri dalla Val d’Enza, una nuova veglia parrocchiale anti-omofobia.
Bene dunque le parole che riferiamo da La Fede Quotidiana. Ma senza a) un’inversione totale di rotta; b) un’adesione piena alla Dottrina Cattolica, resteranno classificabili come verità accidentali, ricordando gli orologi fermi che due volte al giorno segnano l’ora esatta:
“Attraverso i giornali ho la percezione di un problema serio, che ha al suo cuore i bambini. E quando si tratta di bambini, si tratta evidentemente della realtà più significativa, più preziosa ed importante, oserei dire quasi divina, che abbiamo nella nostra realtà sociali e a cui deve essere prestata una attenzione somma. E mi sembra che in taluni casi, per quello che posso capire dai giornali, questa attenzione somma non solo non ci sia stata, ma ci sia stata anche e addirittura una prevaricazione ideologica. E cioè i bambini sono stati usati per e in nome di un progetto ideologico”.
Così ha dichiarato, a Radio Vaticana Italia, monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio-Emilia, la diocesi su cui territorio sono avvenuti i gravissimi fatti di Bibbiano, lo scandalo che ha riguardato i servizi sociali e le associazioni che tutelano i minori dagli abusi che, a quanto pare dalle prime indagini, hanno praticato abusi e violenze sia a Bibbiano che altrove.
Intervistato da Fabio Colagrande, il prelato prudentemente ha spiegato che “naturalmente tutto questo è da dimostrare, la magistratura ha tutto il mio apprezzamento per il lavoro che sta facendo e che immagino sarà ancora lungo. Purtroppo, tutto quello che filtra ci induce a pensare che qualcosa di grave sia avvenuto, e questo più che dividerci in posizioni e fazioni politiche, deve invece unirci nell’attenzione verso i bambini”.
Secondo l’arcivescovo “la gente è preoccupata perché non ha punti di riferimento, non sa dove attingere per capire cosa è successo e cosa sta dietro a ciò che è successo. Naturalmente la gente non deve essere strumentalizzata, e questa paura non deve diventare una ragione per sobillare anche una rivolta politica. Piuttosto, invece, io vedo che tutti dobbiamo farci carico di questa situazione grave, una situazione provocata dalle ideologie anti-familistiche che sono il retroterra di tutto ciò che è avvenuto”.
Monsignor Camisasca ha spiegato che “la realtà delle famiglie è una realtà fragile ma si è voluto ulteriormente infragilirla, creando le famiglie accanto alla famiglia, e quindi togliendo alla famiglia il sostegno che essa deve avere come realtà umana, e quindi come realtà che può essere percorsa da un’infinità di fragilità ed errori. Esistono delle famiglie ‘bacate’, ma anche – grazie a Dio – un numero enorme di famiglie preziose, in cui i bambini vengono alla luce – perché c’è anche un gravissimo problema demografico –, e poi sono accolti, anche se sono affetti dalla sindrome di Down o se si trovano in difficoltà, e poi vengono educati e rappresentano una benedizione. In queste famiglie la crescita dei figli è segnata da problemi, difficoltà e delusioni però è una crescita in avanti. Tutto questo, laddove viene messo in discussione, naturalmente, indebolisce il rapporto genitori-figli”.
Dopo aver spiegato che in Italia “ci sono migliaia e migliaia di realtà associate che si occupano di bambini in affido e in accoglienza, quindi c’è tutta una realtà molto positiva, sia di origine cattolica sia di origine laica che va sostenuta, va difesa e non va demonizzata”, il vescovo di Reggio Emilia ha detto che “c’è bisogno di guardare bene dentro alla realtà delle associazioni di psicologi e di assistenti sociali perché svolgano in modo saggio il loro lavoro”.
In merito al rischio di strumentalizzazione politica della vicenda Bibbiano, monsignor Camisasca ha spiegato che “nel nostro Paese si strumentalizza tutto, tutto diventa una ragione per sostenere o abbattere un governo, per accusare o per difendere il tale e talaltro partito, il tale e talaltro personaggio… Dobbiamo assolutamente prescindere, uscire da questa logica. Dobbiamo piuttosto preoccuparci dei trend culturali e dei trend ideologici, che naturalmente attraversano anche i partiti, ma che determinano direttamente questa visione sbagliata della famiglia, dei rapporti fra genitori e figli e della necessità di “punire” la famiglia quando invece andrebbe sostenuta, aiutata e appoggiata”.
la sua preoccupazione, di questo vescovo si-fa-per-dire, è che Salvini non strumentalizzi, che non la metta in politica, che ci pensano i vescovi si-fa-per-dire a bla- bla- blare.. Mentre riconoscono, miracolo, che “la gente è preoccupata perché non ha punti di riferimento”!!!!!…. ( e non capisce perché chi decide e gestice questi affidi- certo, certo, la giustizia deve fare il suo corso…- è la stessa che vuole AFFIDARE l’intera Africa, l’ intero universo, alle cure dell’Europa, in nome del sentimento cristiano….)
E cosa vorrà mai dire questo vescovo si-fa -per-dire parlando della realtà delle ‘famiglie’ come di “una realtà fragile ulteriormente infragilita dalla creazione di nuove ‘famiglie’ “ che tutte insieme costituirebbero quella “realtà delle famiglie” “fragile” e “infragilita”? Non c’è per un cristiano, e per un umano non deviato, un tipo solo di famiglia, e per il cristiano, e un vescovo che non sia tale per modo di dire, quella formatasi nel sacramento di Cristo e della Chiesa? Per il Camisasca detto-vescovo queste nuove creazioni di famiglia hanno anch’esse il nome di famiglia, due lesbiche insieme due gay insieme accoppiati sarebbero, genitori 1 e 2 per utero in affitto, per lui ‘famiglie’, sia pure di “nuova creazione”? Un omaggio alla inventività umana? … Ma non sono i vescovi di questo genere e chiese di questo genere, con le loro idee ‘secundum saeculi mores ‘, ad affossar il concetto stesso di famiglia, mentre la vogliono, per stare ai tempi e non discriminare nessuno e aprirsi a tutti, come bisogna, secondo loro, onnicomprensiva? Come dicono a Milano? Ma andasse a ciapà i ratt”….
Mi scuso per il commento un po’ lungo, ma come vedrete c’è un po’ di materiale che mi sembra interessante.
Io vorrei far presente che il vescovo ha rilasciato (stranamente?) due interviste su giornali ecclesiastici. La prima è su Avvenire il 7 luglio:
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/avanza-la-cultura-antifamiglia
La seconda su Radio Vaticana, che è quella citata.
Premesso che quando un vescovo commenta vicende gravi come questa mi aspetterei toni più forti (quel che una volta si chiamava “tuonare”), nella prima intervista compare una risposta:
E qui coglie davvero la presenza negativa della cosiddetta cultura Lgbt?
Purtroppo, in taluni casi, questa cultura partecipa di questo attacco alla famiglia, che vede come una contraddizione ai diritti dei singoli. Una famiglia vera invece custodisce i diritti di tutti e i doveri di tutti qualunque siano gli orientamenti religiosi, culturali e sessuali dei propri figli.
Pur addolcita in tono clericalese (non sono “taluni casi”, la cultura LGBT è diretta specificamente contro la famiglia e non perché c’è la faccenda dei “diritti”, quelli sono una scusa), l’intervista guadagnava la sufficienza per questo passaggio. E non c’era alcun accenno alla “strumentalizzazione politica”.
Invece la parola “strumentalizzazione” (che non a caso è usata come un tam-tam dal PD) compare in questa seconda intervista; c’è sempre l'”ideologia anti-famiglia”, ma non c’è più alcun riferimento alla “cultura LGBT”: da dove verrà questa ideologia anti-famiglia, dai rettiliani?
Ma non basta. Due giorni fa Avvenire ha pubblicato un nuovo articolo su Bibbiano:
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/bimbi-sottratti-metodi-assurdi
La psicologa intervistata dice cose giuste, denuncia che non sono atti isolati, ma c’è un sistema dietro, benissimo… Ma poi appaiono frasi come:
+ “Sono stati assunti toni partigiani che non permettono di capire i punti fondamentali di quanto realmente sia accaduto”
+ “i partiti stanno solo facendo una chiassosa campagna elettorale”
che suonano tanto come “non strumentalizzare”. Nel scrivervi questo commento mi sono sorpreso, perché mi ricordavo di aver letto una frase che stamattina non ho più ritrovato. Sarà il caldo, mi sono detto. Ma Wayback Machine, che ha archiviato la pagina dopo la pubblicazione, mi dà ragione. Questo è quello che appare oggi su Avvenire:
Dall’altra parte inviterei poi il Pd a non difendere l’indifendibile e tenere una posizione neutrale, che sia finalizzata a un intervento positivo: questo per ora non accade e da cittadina me ne rammarico.
Questo è quello che è stato pubblicato inizialmente:
https://web.archive.org/web/20190725100107/https://www.avvenire.it/attualita/pagine/bimbi-sottratti-metodi-assurdi
Da persona che vota a sinistra, inviterei poi il Pd a non difendere l’indifendibile e tenere una posizione neutrale, finalizzata a un intervento positivo: questo per ora non accade e da cittadina me ne rammarico.
Ah, ecco: devono aver pensato di aver esagerato, e si sono corretti. Ma questo dettaglio per me la dice tutta, mi sembra proprio che si configuri un bel “soccorso rosso”: sì, a Bibbiano c’era il PD, sì è tutto uno schifo, ma se siete cattolici e “persone che votano a sinistra” potete comunque continuare a votare a sinistra.