Riprendiamo da Tempi

I jihadisti l’hanno rapita, stuprata a ripetizione, torturata per nove ore e poi lapidata. È morta così Suzan Der Kirkour, cristiana armena di 60 anni, residente nel villaggio siriano di Yacoubieh, nella provincia di Idlib. La donna è scomparsa l’8 luglio ed è stata ritrovata il giorno dopo morta da uno dei pochi sacerdoti della zona, l’ultima rimasta sotto il controllo dei terroristi islamici.

Come riportato da Sos Chrétiens d’Orient, Suzan proveniva da una famiglia agiata e viveva occupandosi degli uliveti di famiglia e insegnando gratuitamente l’arabo ai bambini della chiesa del villaggio di Knayeh. Preoccupato per la sua assenza, il 9 luglio il sacerdote del villaggio è andato a cercarla e l’ha trovata morta nel suo campo.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i medici hanno trovato sul suo corpo tracce di stupro e tortura: «La donna è stata torturata per circa nove ore prima di essere lapidata a morte». Gli assassini, non ancora identificati, appartengono quasi certamente alla milizia jihadista di Al-Nusra.

In una testimonianza all’Agensir, padre Hanna Jallouf, frate della Custodia di Terra Santa, raccontava l’anno scorso in mezzo a quali difficoltà vivono i cristiani del villaggio di Knayeh (così come quelli di Yacoubieh e Gidaideh, vicini al confine con la Turchia):

«Ringraziamo il Signore che siamo ancora vivi. Molti cristiani vengono rapiti, altri uccisi. Nessuno va più a lavorare i propri terreni. Dentro casa i cristiani si sentono più al sicuro. Ogni giorno vengono in chiesa almeno 50-60 persone. La domenica sono molte di più perché arrivano anche dai villaggi vicini. La vita è difficile, manca praticamente tutto: i prezzi per acquistare i beni necessari sono altissimi. Non abbiamo elettricità e acqua corrente. I miliziani di Al Nusra hanno preso le nostre terre, anche quelle dei conventi, e hanno cacciato i cristiani dalle proprie case per dare alloggio ai loro profughi e ai loro combattenti. Le nostre celebrazioni sono tollerate solo se svolte all’interno della chiesa, ma ci è vietato esporre all’esterno croci, statue dei santi, immagini sacre, suonare campane. La situazione è grave ma continuiamo a pregare e ogni giorno sentiamo la mano di Dio che veglia su di noi. Preghiamo per la pace in Siria, perché finisca questa strage inutile».