di Redazione

Iniziamo con alcune premesse: sabato 20 luglio Radio Spada era presente alla grande fiaccolata di Bibbiano, prima per strada poi sul palco a fare la diretta video e con un suo rappresentante che ha tenuto un discorso alla piazza. Dunque non parliamo per sentito dire o per impressioni date da un passaggio veloce. Ciò che diciamo è verificabile dai video caricati sulla nostra pagina Facebook.

Alcuni media hanno iniziato a parlare di questo evento ma non come si dovrebbe. Sembra quasi che sia stata una passeggiata di salute, sentimentale e poco più che routinaria.

No: sul palco gli interventi sono stati duri, precisi e chiari. Il clima era sì sereno ma serio: non eravamo a spasso. E, ancora una volta, vi racconteremo nero su bianco come è andata.

La serata è stata stupenda, ricca, ordinata e partecipatissima, questo si sa. C’è chi parla di mille, chi di migliaia. Le foto sono pubbliche, fatevi la vostra idea.

Già alla partenza si è dovuto attendere oltre il tempo stabilito perché le persone continuavano ad affluire e, una volta dato il via al corteo, non era facile in tutti i punti vederne la testa e la coda se non grazie ai grandi cartelloni alzati davanti o per l’altezza e le inconfondibili luci blu del blindato dei Carabinieri che proteggeva le spalle della fiaccolata. Un cielo infuocato incorniciava la croce della chiesa mentre sotto si sfilava.

Camminando dalla campagna verso il paese si avanzava tra finestre semichiuse, tapparelle in buona parte calate e un silenzio ai lati, a dir il vero, un po’ pesante. C’è chi dava colpa al caldo, chi alla partenza per le vacanze, chi all’esaurimento della pazienza da parte degli abitanti di una cittadina che – va riconosciuto – si è trovata al centro di cronache e manifestazioni nazionali dalla sera alla mattina. Forse era solo una sensazione.

Una volta entrato in centro il corteo faceva impressione. Ai bordi della strada, nei bar e sulle panchine la gente guardava interessata e sbigottita questa piena di lumini e vesti chiare, con tanti striscioni e senza bandiere di partito, una processione sorridente e composta ma impetuosa.

L’arrivo in piazza davanti al municipio di Bibbiano ha avuto il sapore di una liberazione: con la testa del corteo che raggiungeva e occupava simbolicamente (aggiungiamo: pacificamente) lo scalone e la terrazza del palazzo del potere locale. E dietro un’interminabile fila di candele strette da mamme, papà, nonni e tante persone venute anche da lontano. L’immagine era forte e commovente: l’edificio municipale sembrava circondato.

Ma veniamo ai contenuti. Gli interventi sono stati forti e decisi. Introdotti e moderati da Laura Asia Crupi si sono susseguiti sul palco (o meglio, sulla terrazza del municipio) testimoni diretti ed esponenti di siti d’informazione che hanno osservato la vicenda nei dettagli. Il fatto che nessun esponente di partito abbia parlato non significa che la cosa fosse all’acqua di rose o riducibile ad una semplice compassione sentimentale per le famiglie colpite. Certo: l’affetto non poteva mancare ma i contenuti sono andati ben oltre.

Ad aprire i discorsi è stato il reggiano Giuliano Braglia: netto e inequivocabile. Ha chiarito fin dalle prime battute che i problemi vanno ben oltre Bibbiano e vengono da molto lontano riferendosi esplicitamente prima al caso del Forteto e del suo animatore Fiesoli, poi al suicidio di gruppo di Sagliano e ancora ai diavoli della Bassa modenese. Forte la conclusione: “Sapete chi siamo noi per certa stampa? Sciacalli“, “Siamo in un sistema in cui alla fine un assistente sociale rischia di avere più potere di un giudice”.

La parola è passata ad una mamma di Bibbiano, sessuologa, “attenzionata dai servizi sociali” che ha raccontato la sua storia agghiacciante: “Quando non sapevo più come fare per proteggere mia figlia, l’ho affidata al Cuore Immacolato di Maria, io che da giovane facevo la scuola del Partito Comunista alle Frattocchie“. E ancora: “Bisogna rompere questo muro di omertà che c’è anche in questo Paese“. “Sono andata da tutti: dal sindaco, dal ministro Orlando a Festareggio a raccontare le falsità scritte nelle relazioni contro mia figlia. Ora ho vinto, ma non dobbiamo mollare”. “Dico a tutti i vertici della Regione Emilia Romagna che non sono qui presenti e che ci mancano tanto, che non mi fregerà  nessuno: perché vi dico che bisogna stare attenti a parlare ma ancora più attenti a tacere!”. La piazza ha tributato il boato.

A seguire il nostro Lorenzo Roselli, di Radio Spada.

Lorenzo tra gli applausi ha raccontato della cancellazione dell’inchiesta da Wikipedia e la nostra scelta di raccogliere e pubblicare l’archivio degli articoli curati per rendere a tutti disponibile questo aggregato di informazioni sull’intera vicenda. Poi un appello deciso ai media cattolici per scendere in campo. “Se è grave che i media nazionali tacciano e ancor più grave che tacciano i media cattolici“. La piazza ha risposto con un plauso compatto e non è mancato chi ha urlato: “Dov’è il Papa?“. Dopo aver giustamente attaccato “la bieca ideologia” che sta dietro i fatti della Val d’Enza ha concluso: “Se taceremo noi, grideranno le pietre“. Intervento lucido, che ha scaldato il cuore.

Dopo di lui Cristiano Lugli, a nome di Renovatio 21. Nettissimo: “Chi ha invitato, 2015, in audizione regionale alcuni protagonisti di questa vicenda? Roberta Mori! Dov’è Roberta Mori? Chi ha partecipato e introdotto l’evento culturale-formativo con un bel pezzo degli indagati nella primavera 2016, qui a Bibbiano? Roberta Mori! Chi c’era a settembre 2016 ad inaugurare il centro La Cura? Roberta Mori! Chi ha invitato alla Commissione Infanzia alla Camera dei Deputati, ancora una volta, Anghinolfi e altri? La deputata dem Vanna Iori! Questo è un problema istituzionale! Che si diano spiegazioni o dimissioni!“. Applausi su applausi.

Il turno passa a un padre coinvolto nella vicenda dei “diavoli della Bassa”: “mi hanno tolto due figli, non li ho più visti“. Le vicende agghiaccianti narrate hanno impietrito la piazza, che lo abbraccia con un prolungato battere di mani.

Segue un’altra testimonianza in cui non si esita a definire certe case famiglie come “centri di detenzione a scopo di lucro“. Poi un padre marocchino, residente bibbianese, che parla della sua esperienza.

A quel punto ha preso la parola la reggiana Erika Ferri, una delle organizzatrici. Dirompente: “Ringraziamo gli amici attivisti della Lombardia che ci hanno aiutato a realizzare l’evento! Perché Reggio tace! Dov’è la Bibbiano solidale e laboriosa? Dove siete?“. “I media dovrebbero parlare! La serata invece è in diretta sui social e sta girando dappertutto: dalle Azzorre al Belgio alla Germania“. Dopo aver raccontato episodi che hanno lasciato tutti allibiti: “Non guardateci passare mentre passiamo con la fiaccolata ma scendete in piazza!”. “In tutta Italia ci sono stricioni con scritto: parlateci di Bibbiano!“. “Bibbianesi! Siamo 1500!“. La piazza corale: “Giù le mani dai bambini!”

Cristiano Lugli riceve il microfono nuovamente, per alcuni annunci: conferenza a Reggio giovedì 25 luglio alle Notarie e fiaccolata a Modena venerdì 26.

Lorenzo Roselli di Radio Spada riprende la parola e chiude con Santa Caterina da Siena: “Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito“.

Vengono alzati i cartelloni con scritto “chi tace è complice” e lanciati i palloncini bianchi. La scala del municipio è coperta di lumini accesi e peluches.

La commozione non manca. Ma è un arrivederci.

Alla prossima.