Attualmente il 6 agosto, per decreto di Callisto III, è dedicato alla solenne festa della Trasfigurazione di nostro Signor Gesù Cristo, ma in passato la Chiesa Romana binava l’offerta del Santo Sacrificio nella duplice memoria dei santi Sisto II, papa e martire, e dei suoi Diaconi parimenti martiri. Lasciamo al Cardinale Schuster il compito di illustrarci questa importante festività.

Oggi in Roma v’erano due Messe: Xysti in Callisti, et in Praetestati, Agapiti et Felicissimi. Siamo all’anno 258 ed infierisce la persecuzione di Decio Valeriano. Il pontefice Sisto, ad onta del divieto della legge, celebra una sinassi in un oratorio sopra il cimitero Callistiano. La polizia lo sorprende. Gli si concede appena il tempo di terminare l’azione eucaristica, quindi assiso in cattedra viene decollato. Con lui ricevono pure il colpo fatale quattro diaconi che circondavano allora l’altare, Gennaro, Magno, Vincenzo e Stefano; altri due diaconi, Felicissimo ed Agapito, sono decapitati nello stesso giorno, mentre invece l’arcidiacono Lorenzo viene riservato a subire una più crudele morte tre giorni più tardi. La persecuzione contro i Cristiani prende nuovo vigore da questa strage, così che il presbiterio romano indugiò più mesi, prima di poter dare un successore al Pontefice martirizzato.

Alla I Messa.
Stazione nel cimitero di Callisto.
Sisto II fu sepolto nella cripta papale, al posto d’onore, in un loculo scavato nella parete di fondo; i quattro diaconi compagni della decapitazione, lo furono altresì nell’onore della tomba nell’ipogeo dei pontefici; mentre Felicissimo ed Agapito, non sappiamo bene per qual motivo, furono tumulati invece nell’attiguo cimitero di Protestato dall’altra parte dell’Appia.
La morte tragica del Pontefice e dei suoi sette diaconi, impressionò vivamente i fedeli; cosicché Sisto II, non solo è entrato con Lorenzo nel canone della Messa, ma si può dire che il suo ricordo domini la storia successiva di tutta la necropoli Callistiana.
Negli itinerari infatti, noi vediamo la devozione colla quale i Romei dell’alto medio evo, prima di discendere nel labirinto sotterraneo, visitavano ecclesiam parvam ubi decollatus est sanctus Xystus cum diaconibus suis, siccome appunto ci attesta il Salisburgese.
A ricordo di quel tragico avvenimento, Damaso compose un’epigrafe, di cui però ci rimangono soltanto alcuni frammenti in una copia che ne ordinò papa Vigilio.
Quindi i devoti discendevano la scala dell’ipogeo dei Cecili e si recavano al cubicolo papale, dove Sisto riposava nel centro del bel coro dei Pontefici del III secolo. La parete d’ingresso di quella cripta, anche adesso è tutta ripiena d’antichi grafiti: ebbene, il De Rossi ne ha decifrati parecchi, che invocano appunto l’intercessione di Sisto II.
Sancte Suste, in mente habeas in oratione – Sancte Syste in mente habens in horationes Aureliu Repentinu – Sancte Syste … Repentinu – Syste Sancte… ut aelibera.
Sulla tomba di Sisto II Damaso appose quest’altra epigrafe:
TEMPORE . QVO . GLADIVS . SECVIT . PIA . VISCERA . MATRIS
HIC . P0SITVS . RECTOR . CAELESTIA . IVSSA . DOCEBAM
ADVENIVNT . SVBITO . RAPIVNT QVI . FORTE . SEDENTEM
MILITIBVS . MISSIS . POPVLI . TVNC . COLLA . CEDERE
MOX . SIBI . COGNOVIT . SENIOR . QVIS . TOLLERE . VELLET
PALMAM SEQVE . SVVMQVE . CAPVT . PRIOR . OBTVLIT . IPSE
IMPATIENS . FERITAS . POSSET . NE . LAEDERE . QVEMQVAM
OSTENDIT . CHRISTVS . REDDIT . QVI . PRAEMIA . VITA
PASTORIS . MERITVM . NVMERVM . GREGIS . IPSE . TVETVR
Al tempo in cui la spada della persecuzione trapassava il seno della pia madre, la Chiesa, io era Pontefice e qui appunto, dove ora son sepolto, stava insegnando la legge di Dio; quand’ecco sopraggiungono i soldati, i quali mi catturarono mentre ero assiso in cattedra. I fedeli allora vollero offrire ai carnefici la propria testa; quando però il Papa vide che gli si voleva come rapire la palma, pronto offri egli pel primo il suo capo, perché i sicari nella loro feroce impazienza non facessero male agli altri. Cristo che nell’eterna vita dà il premio della virtù, dimostrò (coi prodigi) il merito del Pastore. Ora egli custodisce dal cielo il suo numeroso gregge.
Il Messale Romano adesso fonde in unica messa la doppia sinassi che in antico si celebrava sulla tomba di san Sisto e su quella dei martiri Felicissimo ed Agapito.
Giusta i Sacramentari, i canti della stazione per san Sisto erano i seguenti: Per l’introito: «Sacerdotes», come per san Silvestro I; Graduale: «Sacerdotes eius induam salutari et sancti eius exsultatiane exsultabunt; illuc producam cornu David, paravi lucernam Christo meo. V. Allel. Inveni David», come per san Silvestro. Offertorio e Communio, come per san Silvestro.
Il Comes più antico di Roma contenuto nel codice di Wurzburg, assegna oggi per prima lezione quella che il Messale odierno attribuisce invece alla festa di sant’Eusebio, il 16 dicembre.
Al pari che nelle maggiori solennità del ciclo liturgico, oggi prima del Vangelo v’era anche una seconda lettura tratta dall’Antico Testamento, e corrispondeva nel Messale odierno a quella del Comune dei Dottori, quale precisamente è assegnata alla festa di san Leone I, il dì 11 aprile.
Giusta la lista evangeliare di Wurzburg, oggi la lettura evangelica era la medesima che adesso è fissata per la seconda stazione sulla tomba di san Paolo il di natalizio dei due Principi degli Apostoli.
Il Leoniano contiene ben sette messe in onore di san Sisto II. Eccone alcuni saggi:
«Deus, qui nos ad sancti pontificis et martyris tui Xysti natalitia tribuisti pervenire laetantes; praesta quaesumus, ut sicut securis eadem mentibus, ita dignis célebremus officiis ».
«Vere dignum est… Quoniam inter innumeras toto mundo Martyrum palmas, quibus Urbis huius praecipue coronatus est ambitus, etiam hunc nobis venerabilem diem beati Xysti sacerdotis et martyris tui sanguine consecrasti. Per Christum, etc.».
«Vere dignum … Natalem diem sancti martyris et sacerdotis tui Xysti debita festivitate recolentes, qui Apostolici Pontifcatus dignus in sua aetate successor, et passionis fortissimus imitator, persecutoris gladium intrepida cervice suscepit, gaudens pro Eo se capite truncari, a quo non posset abscindi. Per etc. ».
Custodisce adesso in Roma la memoria di Sisto II un antico titolo sulla via Appia (= titulus Tigridis?), dove si celebra la stazione il mercoledì dopo la III domenica di Quaresima. È possibile che una parte del corpo del celebre Pontefice al tempo delle grandi traslazioni dei corpi santi dai cimiteri suburbani nell’interno della Città, sia stato deposto in quel tempio insieme con quelli degli altri Papi della cripta callistiana. – Almeno così ci fa sapere un’epigrafe gotica locale. Però, Pasquale I nella sua famosa epigrafe di santa
Prassede attesta d’aver riposto anche colà le Reliquie di Sisto II. Quando poi nel secolo XVI le religiose domenicane, succedute alle benedettine del titulus Sancti Xysti, si trasferirono sul Quirinale, esse recarono seco una porzione delle ossa del Papa Martire ed edificarono in suo onore un secondo tempio, che s’intitola ancor oggi a san Sisto.
Papa Damaso, in un carme composto in onore di tutti i Santi sepolti nella necropoli Callistiana, ricorda in primo luogo HIC . COMITES . XYSTI . POBTANT . QVI . EX . HOSTE . TEOPAEA. Questi Comites, a quanto attesta san Cipriano quando diede al suo clero comunicazione della tragedia accaduta a Roma nel cimitero, furono quattro: Xystum in cimiterio animadversum sciatis VIII id. aug. die, et cum eo diacones quatuor (Ep. 80). Il Liber Pontitificalis ci ha conservati religiosamente i loro nomi, mentre i loro cadaveri a titolo di particolare onore, vennero tumulati presso il Pontefice nella stessa cripta papale. Qualche frammento delle loro epigrafi sepolcrali, è stato ritrovato alcuni anni or sono dal Wilpert. Almeno uno dei quattro diaconi uccisi con Sisto, Vincenzo, fu trasportato in seguito al titolo d’Eusebio, insieme con le Reliquie di questo santo Presbistero che era stato parimenti tumulato nella cripta papale. Degli altri tre diaconi si son perdute le traccie.

Alla II Messa.
Stazione nel cimitero di Pretestato.
Felicissimo ed Agapito, o non furono arrestati con Sisto, o prima di giustiziarli si vollero trascinare innanzi al giudice, come si fece appunto coll’arcldiacono Lorenzo. Il certo si è, che essi perirono di spada nel medesimo giorno che il Pontefice; però, non potendo più essere sepolti in Callisto, di cui dopo il massacro era forse guardato l’ accesso, ricevettero gli onori del sepolcro nel limitrofo cimitero di Pretestato.
La loro primitiva sepoltura è stata infatti ritrovata presso la «spelunca magna» ricordata dagli itinerari. Anche là papa Damaso aveva posta la seguente epigrafe metrica:
ASPICE . ET . HIC . TVMVLVS . RETINET . CAELE8TIA . MEMBRA
SANCTORVM SVBITO . RAPVIT . QVOS . REGIA . CAELI
HI . CRVCIS INVICTAE . COMITES . PARITERQVE . MINISTRI
RECTORIS . SANCTI . MERITVMQVE . FIDEMQVE . SECVTI
AETERNAS . PETIERE . DOMOS REGNAQVE . PIORVM
VNICE IN . HIS GAVDET . ROMANAE GLORIA . PLEBIS
QVOD . DVCE . TVNC . XYSTO . CHRISTI . MERVERE . TRIVMPHOS
FELICISSIMO . ET . AGAPITO DAMASVS
Vedi questo tumulo ? Esso racchiude le sacre Reliquie di due Santi che il cielo improvvisamente rapì a sé. Seguaci e ministri dell’invitta Croce, essi entrarono a parte, come della fede, così del merito del loro Pontefice, e salirono perciò alle magioni eterno ed al regno dei beati. Chi se ne rallegra, è il glorioso popolo Romano; giacché i due Martiri, auspice Sisto, hanno meritato da Cristo i supremi onori. A Felicissimo ed Agapito, Damaso.
Il sepolcro dei due Diaconi è pieno di grafiti di antichi presbiteri che vi celebravano la Messa, e di devoti che v’invocavano l’intercessione dei Martiri. Tra questi proscimemi, è interessante il seguente
martyres . sancti) . SVCVRIT (o . . .
YT . VINCA(m) . IN . DIE . IVD(icii)
Il seguente, invoca l’intercessione dei Martiri locali a pro d’un defunto.
REFRIGERI . IANYARIVS . AGATOPVS . FELICISSIM . MARTYRES
L’introito della messa dei due diaconi di Sisto II, era: Salus autem, come il 15 febbraio.
La prima colletta è la seguente: «O Signore, tu che ci concedi di festeggiare il natale del tuoi martiri Felicissimo ed Agapito, rendici altresì in cielo partecipi del loro premio».
Il responsorio graduale Iustorum, è identico a quello che si canta il 19 gennaio per il gruppo dei martiri Maris, Marta ecc.; il verso alleluiatico è il seguente: «Allel. {Salm. 149). Cantate Domino canticum novum, laus eius in Ecclesia Sanctorum».
All’offerta delle oblato, l’antifona è come il 26 giugno.
Sulle oblate. – Munera tibi, Domine, nostrae devotionis offerimus, quae et prò tuorum tibi grata sint honore iustorum, et nobis salutaria, te miserante, reddantur.
Nel Leoniano, cosi le varie messe in onore di san Sisto, come quella dei martiri Felicissimo ed Agapito, contengono delle frequenti allusioni alla recente liberazione di Roma da parte dei nemici. A questa allude anche il seguente prefazio :
«Vere dignum … Qui nos sanctorum Felicissimi et Agnpiti festa semper optanda fecisti celebrare gaudentes; et qui dedisti fidem inter adversa constantem, reddes beneficia libertatis. Per Christum».
Alla Comunione, l’antifona è come il 9 giugno.
Dopo la Comunione. – «Praesta nobis. Domine, quaesumus, intercedentibus sanctis tuis Felicissimo et Agapito, ut quae ore contingimus, pura mente capiamus».
Nel Leoniano invece, la colletta è una prece di ringraziamento per lo sgombro di Roma da parte dei Goti, o del Visigoti: «Respice subditam tibi, Domine, familiam: et cuius exaudire preces in moerore dignatus es, actionem gratiarum propensius intuere».
Nell’odierno Messale, i santi Sisto II, Felicissimo ed Agapito non hanno più che un’unica messa, che poi è la medesima che pei martiri Processo e Martiniano, il 2 luglio. Le collette tuttavia sono quelle riferite più sopra, mentre la prima lezione è identica a quella del 9 giugno.
( Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster OSB, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano. Vol. VIII. I Santi nel Mistero della Redenzione (Le Feste dei Santi dall’Ottava dei Principi degli Apostoli alla Dedicazione di S. Michele), Torino-Roma, 1932, pp. 141-146)