Traduzione dal francese dell’articolo La Bible et les découvertes modernes (4) : la virginité perpétuelle de Marie vengée (fsspx.news, 5 agosto 2019). 

Il vecchio attacco contro la perpetua verginità della Vergine Santissima è stato spazzato via dalla scoperta archeologica di una tomba ebraica in Egitto, a Tell el-Yahoudieh, collegata all’antica Leontopolis. La tomba presentava un’iscrizione in greco pubblicata nel 1922.

Per secoli, gli oppositori della perpetua verginità di Maria hanno abusato del testo di San Luca, capitolo 2, versetto 7: “Maria diede alla luce il suo primogenito”. Ripetono le parola di Luciano di Samosata (120-180 ca.), che peraltro non parlava di Cristo: “Se è il primo, non è solo; se è solo, non è il primo”.

I negatori della perpetua verginità confusi dai Padri della Chiesa

Elvidio (c.340 – c.390), teologo romano, considerato eretico da sant’Agostino, affermò che la Vergine Maria ebbe figli dopo il parto verginale, figli che avrebbe avuto da San Giuseppe. Ciò basandosi sul testo di San Luca [II, 7] e il termine “primogenito”. San Girolamo lo smentì brillantemente, dimostrando che, secondo l’uso biblico, il primogenito “non è solo colui che ha successori, ma anche colui che non ha predecessori”. In questo senso, “primogenito” non esclude “unico”.
San Girolamo non ebbe difficoltà a trovare molti esempi della sua affermazione. L’uso biblico non lascia spazio all’esitazione: “primogenito” è usato nella legge mosaica per designare questo bambino che ha tutti i privilegi inerenti alla qualità del primogenito e che impone ai suoi genitori tutti i doveri stabiliti dalla Legge, dal momento che è il primo nato, il maggiore, indipendentemente da qualsiasi nascita successiva.
I padri successivi ripetono questa spiegazione di San Girolamo. Così San Basilio spiega che quando l’evangelista chiama Gesù il primogenito figlio di Maria, “questo termine non implica una relazione con gli altri che sarebbero nati dopo di lui; ma è chiamato primogenito chi per primo apre il seno della madre. San Giovanni Damasceno: “Primogenito è colui che è nato per primo, sia che sia l’unico figlio o il maggiore degli altri fratelli”. Tutti i teologi e i commentatori cattolici rimarranno fedeli a questa interpretazione.

Gli attacchi dei protestanti, dei razionalisti e dei modernista

Tuttavia, anche se un certo numero di protestanti non si è discostato dalla tradizione e dalla ragione su questo punto, un numero maggiore di esegeti protestanti o razionalisti ha continuato a ripetere l’argomentazione di Elvidio. Così Frédéric Godet (1812-1900): “Il termine primogenito implica naturalmente che Maria abbia avuto altri figli dopo questo”. O Hermann Usener (1834-1905): “Gesù fu il primo frutto del matrimonio legale di Giuseppe e Maria; questo è detto con parole molto chiare in Luca II, 7: “E partorì suo figlio primogenito”; dice l’evangelista primogenito e non unico … Gesù è quindi riconosciuto come il maggiore dei figli e delle figlie di Giuseppe, che il Vangelo stesso menziona altrove”.
Purtroppo, teologi cattolici devono essere aggiunti a questo elenco, come John Paul Meier (nato nel 1942), sacerdote dell’arcidiocesi di New York e professore di esegesi alla Notre-Dame University (Indiana), nel primo volume della sua opera monumentale: Un Ebreo Marginale, Ripensare il Gesù storico. L’opera, dopo alcune formule precauzionali, conclude che l’opinione più probabile è che “i fratelli e le sorelle di Gesù erano veri fratelli e sorelle”. Nonostante il fatto che la perpetua verginità di Maria sia un dogma di fede cattolica!

Un epitaffio di origine ebraica

Ciò ha detto, torniamo all’epitaffio funerario. È datato al 5 avanti Cristo e compadisce di una defunta.
“Ecco la tomba di Arsinoe, o passante. Piangi, considerando quanto sia stata infelice, sfortunata, sopraffatta dal destino”. L’iscrizione passa fa parlare stessa morta: “Ancora piccola, rimasi orfana di mia madre […] Mio padre Phabeiti mi ha dato un marito. Ma fra i dolori della nascita del mio primogenito, il destino mi ha condotto alla fine della vita “.

Quindi, questo primogenito, la cui nascita è costata la vita di sua madre, è stato il primo e l’unico a rispondere al dilemma (falso) di Luciano. Il termine è qui usato in senso biblico, non c’è bisogno di discutere a lungo per capirlo. Pertanto, è pienamente dimostrato che San Luca ha potuto chiamare Gesù Cristo, il primogenito figlio di Maria, piuttosto che il suo unico figlio, sapendo benissimo che non solo il fatto, ma anche la possibilità dei successivi figli di Maria è esclusa.
Lo poté fare, sia usando il termine primogenito nel senso usato dagli ebrei del suo tempo, sia usando una fonte che conteneva la corrispondente parola ebraica o aramaica, e della traduzione dei Settanta – Versione greca dell’Antico Testamento del III secolo a.C. – di primogenito.
In ogni caso, l’uso di questo termine, in Lc II, 7, è altrettanto poco contrario alla credenza nella verginità perpetua di Maria come nell’epitaffio di Tell el-Yahoudieh, alla certezza assoluta che Arsinoe non avrebbe avuto altri figli

La verginità della Vergine Maria fu così vendicata dalle affermazioni dei non credenti pseudo-sapienti e umiliò la superba critica razionalista, la cui povertà intellettuale era un’offesa alla ragione.