a cura di Giuliano Zoroddu
Padre Gabriele Roschini (1900-1977), sacerdote dell’Ordine dei Servi di Maria, fu uno dei maggiori mariologi del secolo XX. Tenuto in gran conto da Pio XII, fu Consultore del Sant’Offizio e della Congregazione dei Riti. Attivissimo nella proclamazione dommatica della Assunzione, fu ferventissimo sostenitore delle verità mariane della Mediazione e Corredenzione e della loro definizione dogmatica al Vaticano II. Il progetto fu affossato dai modernisti: secondo l’espressione del padre Congar (poi Cardinale wojtyliano) bisognava porre fine alla febbre mariana! Produsse all’incirca 900 opere, tutte caratterizzate da un impianto concisamente tomista, fra le quali hanno particolare rilievo la Mariologia in 4 volumi (1948)e il Dizionario di Mariologia (1961). Tra il 1946 al 1947 tenne per la Radio Vaticana una serie di dotte e al tempo stesso piacevoli Conferenze Mariane, donde è tratto anche il testo che oggi proponiamo ai lettori. Buona Lettura!
Domani[1], festa dell’Immacolato Cuore di Maria (istituita nel secolo XVII da S. Giovanni Eudes ed estesa recentemente a tuta la Chiesa dal S. P. Pio XII gloriosamente regnante) un inno melodioso salirà da tutte le parti della terra al Cuore di Maria vivo e palpitante nei cieli. Inno di cuori ad un Cuore: inno dei figli che inneggia al Cuore della Madre. Non sarà quindi inopportuno distinguere e mettere nel debito rilievo le varie note che compongono quest’inno, note echeggianti le varie meraviglie del Cuore di Maria.
La prima nota, dominante di quest’inno è costituita dalla prima fondamentale meraviglia del Cuore di Maria, una meraviglia che è fonte di tutte le altre: la sua singolare somiglianza al Cuore di Gesù.
È comunemente ammesso, nella scienza mariana, il così detto principio di analogia o di somiglianza fra Gesù e Maria, in forza del quale i vari privilegi dell’umanità di Cristo, corrispondono analoghi privilegi da parte della Vergine SS. La somiglianza nella missione (ossia nello scopo della loro esistenza) trae logicamente con sé una somiglianza fra i vari privilegi di natura e di grazia che sono come mezzi per raggiungere il fine.
È così perfetta questa somiglianza, che – al dire di S. Roberto Bellarmino -come Gesù, parlando del Padre suo disse “Chi vede me, vede anche il Padre mio”, così parlando della Madre sua poté dire: “Chi vede me vede anche la Madre mia” (Explan. Cap. Epist. Ad Hebr., in Dom. Nat.).
La Madre di Dio, del resto, non poteva non essere simile all’Uomo-Dio, sia nell’ordine fisico che nell’ordine morale. La Corredentrince, ossia la Compagna nell’opera della salvezza del mondo, non poteva non essere simile al Redentore: simile in vita, simile in morte, simile dopo morte, come era stata simile (nella predizione profetica) prima ancora che sbocciasse alla vita.
Maria fu fatta a somiglianza di Gesù appunto perché Gesù doveva essere fatto a somiglianza di Maria. I figli, infatti, matrizzano. Gesù poi non poteva non matrizzare, poiché non ebbe padre terreno.
È geniale, a questo proposito, un rilievo di Tertulliano relativo alla cura tutta speciale con cui Dio formò Adamo. Perché mai – si chiede l’ardente Apologeta Africano – Iddio pose tanta cura nel formare il primo uomo? Perché – rispondeva sicuro – mentre Iddio formava Adamo, aveva in vista Cristo, di cui Adamo era figura. Altrettanto, anzi, più ancora si può dire di Maria. Se Iddio formò con tanta cura Adamo dal quale, dopo un lungo corso di generazioni e di secoli, dove discendere Cristo, con quanta maggior cura non dovette formare Maria, dalla quale immediatamente doveva essere formato Cristo? Formando dunque Maria, Iddio ebbe in vista Gesù. Maria quindi fu modellata su Cristo, appunto perché Cristo doveva essere modellato su Maria.
Ma se Iddio ha fatto Maria somigliante a Gesù in tutto, l’ha fatta somigliante a Lui specialmente nel Cuore. Maria SS. Non solo – come si esprime di divino Poeta – è “la faccia che a Cristo – più s’assomglia” (Par. XXII, 85 s.), ma è anche il cuore che al Cuore di Cristo più s’assomiglia, perché il Cuore di Cristo fu formato dallo Spirito Santo col sangue sgorgato dal Cuore di Maria. Se il Cuore di Cristo fu un Cuore degno del Figlio di Dio, il Cuore di Maria fu un Cuore degno della Madre di Dio. Conseguentemente, il Cuore della Madre di Dio fu la riproduzione più perfetta del Cuore del Figlio. Son due cuori – quello di Cristo e quello di Maria – che si assomigliano in tutto.
Si assomigliano nella eccellenza, poiché se il Cuore di Cristo per la sua unione sostanziale al Verbo di Dio, fu di una “maestà infinità”, il Cuore di Maria, per la sua qualità di Madre di Dio, fu di una maestà che, se non fu infinita, confinò con l’infinito e superò indefinitamente qualsiasi eccellenza.
Si assomigliano nella perfezione, poiché se il Cuore di Cristo fu indiscutibilmente il capolavoro della sapienza, della potenza e della bontà di Dio, il Cuore di Maria, Madre sua, fu l’opera più eccellente ideata ed eseguita dall’Artefice supremo.
Se il Cuore di Cristo fu “tempio santo di Dio”, il Cuore di Maria fu l’altare di quel Tempio, sul quale il Redentore si immolò fin dal primo istante della sua venuta nel mondo.
Se il Cuore di Cristo è il “Tabernacolo dell’Altissimo”, il Cuore di Maria è quel vaso di manna in esso contenuto, pieno di Colui che è la manna della anime.
Se il Cuore di Cristo è la “casa di Dio”, il Cuore di Maria è il centro di quella casa, ove il Verbo incarnato abitò corporalmente per nove mesi continui.
Se il Cuore di Cristo è la “porta del Cielo”, il Cuore di Maria è quella scala per la quale il Cielo è disteso sopra la terra e la terra è ascesa fino al cielo: è la porta attraverso la quale è passato Iddio per giungere fino agli uomini e per la quale debbono passare gli uomini per giungere fino a Dio.
Se il Cuore di Cristo è un abisso di tutte le virtù, il Cuore di Maria ne è il modello perfetto.
Ambedue questi cuori sono perfettamente puri, anzi, i soli perfettamente puri, poiché completamente immuni da qualsiasi ombra di colpa, sia originale che attuale; ambedue fornaci ardenti di Carità sia verso Dio sia verso il prossimo, poiché per riparare la gloria di Dio e per operare l’eterna salvezza degli uomini, per divenire “propiziazione per i nostri peccati”, ambedue furono “contriti a causa dei nostri peccati”, ambedue furono immersi, anzi s’immersero volontariamente in un oceano di dolore, ambedue furono trafitti, l’uno dalla lancia (“lancea latus ejus aperuit”) e l’altro dalla spada vaticinata da Simeone (“tuam ipsius animam pertransibit gladius”). Entrambi sono ricolmi di “pazienza e di molta misericordia”, entrambi mirabilmente “miti ed umili”, entrambi pieni, anzi, traboccanti di “sapienza e di scienza”.
Si assomigliano questi due cuori nell’influsso benefico che hanno esercitato ed esercitano di continuo sopra tutti i membri dell’umanità, mistici membri di Cristo. Entrambi, infatti, sono perenni “fonti di vita e di santità” poiché tutta la vita soprannaturale, tutta la santità che investe le anime deriva da Gesù Cristo, come da fonte, e passa attraverso il Cuore di Maria, Mediatrice di tutte le grazie, come attraverso un canale. Entrambi conseguentemente, sono “munifici verso coloro che li invocano”; entrambi sono “fonte di ogni consolazione”, “nostra vita e nostra resurrezione”, “salvezza di coloro che muoiono in essi”, “speranza di coloro che muoiono racchiusi in essi”, “delizia di tutti i Santi”.
Per tutte queste ragioni il Cuore di Cristo e il Cuore di Maria ci appariscono “degnissimi di ogni lode”, costituiscono l’oggetto della “compiacenza del Padre” celeste, il “centro di tutti i cuori”. L’uno e l’altro sono e debbono essere realmente il cuore dei cuori. Sono due cuori fisici che formano un sol Cuore morale, un unico totale principio di salvezza e di vita. Uniti infatti apparvero questi due cuori a S. Margherita Maria Alacoque nelle celebri rivelazioni di Paray le Monial; uniti apparvero a S. Caterina Labouré nella medaglia miracolosa; uniti vennero presentati dall’Angelo ai tre Pastorelli di Fatima allorché venivano esortati alla preghiera: “Pregate i Cuori di Gesù e di Maria – disse l’Angelo – essi tanno attenti alle voci delle vostre suppliche”.
Data questa intima, indissolubile unione del Cuore di Gesù col Cuore di Maria, fondata sopra una somiglianza del tutto singolare, unica, nessuna meraviglia se il Cuore di Maria, come il Cuore di Cristo, ha formato l’oggetto di un culto che si è andato sempre intensificando fino a raggiungere, oggi, il suo vertice. Nessuna meraviglia de il S. Padre Pio XII, il 31 ottobre 1942, consacrava solennemente tutto il mondo al Cuore Immacolato di Maria, come Leone XIII, all’inizio del nostro secolo, l’aveva consacrato al Cuore di Cristo [vedi qui]. Lietissimo auspicio, questo, di salvezza e di pace!
I due immortali Pontefici – Leone XIII e Pio XII – hanno donato il mondo ai Cuore di Gesù e di Maria, e Gesù e Maria doneranno il loro Cuore al mondo, quei Cuori che contengono tutte le grazie atte a rinnovarlo nei costumi, nelle leggi, nelle vita, in tutto. Nessuna meraviglia quindi se la Chiesa, con materna sollecitudine, indicando alle anime smarrite la via regia che conduce a Cristo, la via più breve, più sicura, più deliziosa, ripete incessantemente: “A Gesù per mezzo di Maria!”. “Al Cuore di Gesù per mezzo del Cuore di Maria!”. “Al Cuore del Figlio attraverso il Cuore della Madre!”. Poiché soltanto questi due Cuori sono in grado di dire oggi una parola efficace ai cuori induriti degli uomini.
In mezzo all’oceano tempestoso del mondo attuale, in mezzo ai tristissimi ricordi di ieri, alle indescrivibili amarezze di oggi, alle sconcertanti incertezze del domani, brilla luminoso sul mondo un faro di salvezza: il Cuore di Maria, copia perfetta del Cuore di Cristo.
(Padre Gabriele Maria Roschini dei Servi di Maria, Conferenze Mariane trasmesse dalla Radio Vaticana, Rovigo, 1952, pp. 58-64)
[1] La conferenza fu trasmessa il 21 agosto 1947, vigilia della festa del Cuore Immacolato di Maria
Stamattina è mancato il papà di Aldo Maria Valli (classe 1923 !), lo riferisce lui stesso :
https://www.aldomariavalli.it/2019/08/22/e-morto-il-mio-papa/
cara Redazione…Non avete però menzionato il fatto che ha fatto pubblicare il libro “la Madonna negli scritti di Maria Valtorta”, dicendo testualmente: “E’ da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, insegnando, predicando e scrivendo. Ho dovuto leggere perciò innumerevoli scritti mariani, d’ogni genere: una vera “biblioteca mariana”. Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi ed inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione. Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice ed insieme sublime.” … mi chiedo perché non l’avete fatto e recensito.
Sull’opera valtortiana gravano forti sospetti, notati dalle Congregazioni Romane in tempore non suspecto. Ecco perché non ci siamo interessati della cosa