Il 2 settembre u.s. Papa Francesco ha twittato quanto segue

Quanto scritto è quasi del tutto di un’insipidezza senza senso e, lo sappiamo, la lode cosmica è tema scritturistico: “I cieli narrano la gloria di Dio, e le opere delle mani di lui annunzia il firmamento” canta, per esempio, l’ispirato David nell’incipit del salmo 18.
Tuttavia nel bergoglio-pensiero “lode cosmica” è un’espressione che rimanda a determinate elaborazioni dottrinali ereticali.
Rimanda, ci pare, alla “grande visione che ha avuto anche Teilhard de Chardin: alla fine avremo una vera liturgia cosmica, dove il cosmo diventi ostia vivente” (Benedetto XVI, Omelia nella celebrazione dei Vespri ad Aosta, 24 luglio 2009). Ed il rimando non è arbitrario: la citazione ratzingeriana e theilhardina l’abbiamo tratta dalla Laudato sì del medesimo Bergoglio!
Ma chi era Teilhard de Chardin?
Il padre Pierre Teilhard de Chardin sj (1881-1955) era un modernista e per sua stessa ammissione evoluzionista e panteista: “Io sono essenzialmente panteista per pensiero e temperamento” (Lettera del 14.1.1954 in Arnaldo Xavier da Silveira, Note sulla filosofia e la teologia inaccettabili della Laudato si’); il che dà ragione a quello che diceva san Pio X nella Pascendi: “Altri per ultimo la spiegano [l’immanenza vitale] in modo da dar sospetto di un senso panteistico; il che, a dir vero, è più coerente col rimanente delle loro dottrine”. Ecco perché abbiamo parlato di “determinate elaborazioni dottrinali ereticali”.
Già in vita il gesuita francese fu censurato dai Superiori per le sue affermazioni evoluzionistiche, ma la condanna arrivò solo post mortem quando il 30 giungo 1962 un Monitum della Suprema Sacra Congregazione del Sant’Offizio firmato da Monsignor Sebastiano Masala affermava: “Indipendentemente dal dovuto giudizio in quanto attiene alle scienze positive, in materia di Filosofia e Teologia si vede chiaramente che le opere menzionate racchiudono tali ambiguità ed anche errori tanto gravi, che offendono la dottrina cattolica. Di conseguenza, gli Eccellentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Congregazione del Santo Ufficio esortano tutti gli Ordinari e i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di P. Theilhard de Chardin e dei suoi discepoli“.
Non ci sembra dunque di allontanarci dal vero se intravediamo nel suddetto tweet lo spirito (o forse è meglio dire lo spettro?) panteista di un teologo offensivo verso la dottrina cattolica, condannato come tale e dal quale le autorità ecclesiastiche poco prima del Concilio invitavano a difendersi.
Lo stesso spirito, come abbiamo visto, evocato formalmente in Laudato sì e che pervade, con maggiore evidenza e gravità, il documento preparatorio del Sinodo Amazzonico.
di Giuliano Zoroddu

