Riprendiamo il seguente articolo di Sandro Magister su un’ulteriore scandalosa situazione latino-americana, premettendo che in Concilio Cardinali come Ruffini e Bacci (solo per citare due nomi) si opposero fieramente alla istituzione dei diaconi sposati in quanto ciò avrebbe potuto dare, come effettivamente diede, la stura a successive rivendicazione anticelibatarie da parte del clero. Notiamo pure come san Pio X nella Pascendi scriva dei Modernisti (ossia i nonni dei becero-modernisti che attualmente tiranneggiano la Chiesa): “non mancano coloro che, obbedendo volentierissimo ai cenni dei loro maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato”, ben conscio della verità storica che nell’Occidente Latino ogni attacco al sacro celibato abbia significato (vedi Lutero) l’inizio di un più grave attacco al sacramento dell’Ordine Sacro.

fonte : SettimoCielo
Circola da alcuni giorni sul web un video nel quale un sacerdote italiano di primissimo piano, tra i più vicini a Jorge Mario Bergoglio, dice che in Amazzonia la celebrazione della messa da parte di diaconi sposati è già una realtà di fatto, autorizzata dai vescovi del luogo. E papa Francesco, informato della cosa, avrebbe detto: “Andate avanti!”.
L’autore di questa esplosiva rivelazione non è uno qualsiasi. È Giovanni Nicolini, 79 anni, stimato sacerdote dell’arcidiocesi di Bologna, che ha come arcivescovo quel Matteo Zuppi che pochi giorni fa Francesco ha promosso cardinale.
Don Nicolini è attualmente assistente ecclesiastico nazionale delle Associazioni Cattoliche dei Lavoratori Italiani, ACLI, ed è stato in precedenza direttore della Caritas di Bologna, oltre che parroco nel quartiere cittadino adiacente al carcere. Prete dei poveri, dei carcerati, degli immigrati: è questo il suo profilo più noto.
Ma prima ancora è stato figlio spirituale di Giuseppe Dossetti (1913-1996), politico di prima grandezza nell’Italia del dopoguerra e poi, da monaco e da sacerdote, protagonista del Concilio Vaticano II accanto al cardinale Giacomo Lercaro.
Nel solco di Dossetti, don Nicolini ha fondato negli anni Settanta la Famiglia della Visitazione, una comunità oggi formata da una trentina di monaci e monache e da altrettante coppie di sposi, che si dividono tra le campagne del bolognese e le missioni dell’arcidiocesi in Tanzania e a Gerusalemme.
Inoltre, don Nicolini è legato a quell’influente think tank cattolico progressista, noto come “scuola di Bologna”, che ha avuto nello stesso Dossetti il suo fondatore e ha nello storico della Chiesa Alberto Melloni e nel fondatore del monastero di Bose Enzo Bianchi i suoi attuali reggitori e guru, entrambi ultrabergogliani.
Ecco dunque il link al video choc di don Nicolini:
Il video è parte di una più ampia “lezione” di don Nicolini, anch’essa videoregistrata, alla scuola estiva dell’associazione cattolica politico-culturale La Rosa Bianca, tenuta a Terzolas, in Trentino, dal 21 al 25 agosto.
E questa di seguito è la trascrizione testuale delle sue parole, riguardo al celibato del clero e alle “messe” che già ora sarebbero celebrate in Amazzonia da diaconi sposati, con l’autorizzazione dei vescovi del luogo e con l’avallo di papa Francesco.
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E IL PAPA HA DETTO: “ANDATE AVANTI!”
Sento l’opportunità di ricordare, insieme a voi, che la Chiesa dei preti sta finendo. È una profezia? No, è la realtà. Di questo bisogna tener conto, perché cambia completamente. Adesso stiamo arrivando all’apice della follia, ogni prete porta avanti sei parrocchie, così però è la fine. Questa crisi del presbiterato in ogni caso implacabilmente aumenterà, finché non venga preso molto sul serio il pensiero circa l’opportunità di abolire il celibato dei preti.
Finché questo celibato dei preti resta, la discesa è inarrestabile, anche perché molte volte non si riflette sul fatto che io, per esempio, sono un prete, ma prima di essere prete io sono un monaco. Francesco, che è qui, è un monaco, ed essendo [noi] una piccolissima comunità monastica di preghiera abbiamo regalato alla Chiesa di Bologna cinque preti, però noi l’abbiamo potuto fare perché apparteniamo a un’altra razza. Ma finché continua una situazione per la quale – sapete, vero? – il fatto del rimanere celibi è una pura disposizione d’ordine disciplinare, giuridica, non è un voto, non è un dono di Dio, non è sostenuta dalla vita della comunità… Niente, è lui che non si sposa, per regola non può sposarsi. Ma è chiaro che quando vengo a sapere che un prete di trent’anni, che viene a confessarsi da me, adesso lo mettono in una grande campagna da solo, quello in sei mesi l’amante ce l’ha. E quindi questa discesa sarà adesso rapidissima. L’altro ieri mi dicevano che si calcola che nel 2030 a Bologna ci saranno 30 preti, adesso ce ne sono 450, e sono già molto calati. E quindi questa struttura di Chiesa non ci sarà più.
Viene fatto il sinodo dei vescovi in Amazzonia. Nell’Amazzonia noi abbiamo saputo che una sera, da una sperduta missione parrocchiale dell’Amazzonia hanno fatto una telefonata, era un vecchio diacono, sessantenne, sposato, che diceva al suo vescovo: “Io devo dirti che domani la messa non c’è, perché non c’è neanche un prete”. E il vescovo gli ha detto. “Vai là e di’ la messa”. Diacono sposato, i figli già sistemati, vengono chiamati gli “anziani”, e i vescovi di là gli hanno dato l’autorizzazione a presiedere la liturgia. L’hanno detto al papa e il papa ha detto: “Per ora non possiamo scrivere niente, voi andate avanti!”. Io mi sono chiesto, quando ho saputo che lui convocava il convegno dei vescovi mondiali in Amazzonia, chissà che possa o voglia dire qualcosa. Però la Chiesa, nella sua struttura concreta, giuridica, esistente, è alla fine.
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Fin qui le parole di don Giovanni Nicolini, da cui nascono delle domande che esigerebbero risposta, prima ancora che cominci il sinodo dell’Amazzonia.
È vero o falso ciò che egli dice sulle “messe” già ora celebrate in Amazzonia da diaconi sposati?
Ed è vero o falso il via libera che papa Francesco avrebbe dato?


ma che la dicano pure, per quello che vale ‘sta messa ….( Intanto l’ Amazzonia brucia….)
E che a Bologna tra 20 anni ci siano 30 preti, io dico che sono ancora troppi; sparire devono ‘questi’ preti (o diaconi): la merce avariata è un bene quando è finita….
( eccheccavolo, quante arie questo pretemonnaco!, Tanto avveduto che nemmeno sa che la chiesa dei preti è finta da un pezzo, NON ‘sta finendo’: finita dal 1968! Certo che ce ne mettono del tempo per togliersi la maschera, come ora con la faccenda dei diaconi-presidenti la ‘messa’ (si dice così, non celebranti, vero? ) già in funzione, senza che ancora si voglia dire di loro :.”non possiamo scrivere niente”! Bene, “andate avanti così”, che la vostra fine è quella di tutti gli imbroglioni! Alla ‘sua’ Chiesa ci pensa Qualcun altro, grazie a Dio…Voi, piuttosto, fatevi VISITARE ….
A Gesù ne sono bastati 12 per cambiare il mondo, il problema non è il numero, ma che quei 12 avevano davvero Fede (sia Qua che Quae).
Il Signore si compiace sempre di vincere con piccoli eserciti per ricordarci che a vincere è Lui, non noi.
Il problema dunque non è che la Chiesa sta perdendo Preti, ma che i preti stanno perdendo la Fede!
… E poi questo supersesperto sacripante in Sacra Scrittura, questo entusiasta della chiesa primitiva, tutta semplicità senza infrastruttrure di potere costantiniane, dove mai fonda, ci dica, la sua, la bergogliasca visione di diaconi che dicono, pardon, che presiedono alla messa? In Atti degli Apostoli leggo:
“Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense.Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest’incarico.]Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola».
Dove, con “preghiera”, penso sia indicata in primis la celebrazione eucaristica, la massima delle preghiere…….
Questo per il rispetto almeno delle forme, quella, p.e., del primato della Scrittura….