di Massimo Micaletti

Dunque il Dicastero della famiglia (almeno, è al singolare) è andato a Elena Bonetti.
Ora, non sfugge a nessuno l’evidente contiguità ideologica tra 5Stelle e PD: si detestavano – e si detestano ancora – non perché siano diversi, ma all’opposto perché su tante cose sono esattamente sovrapponibili, dunque concorrenti. Stanti così le cose, è evidente che interrogarsi sui nomi dei ministri di questo governo è come chiedersi come si chiama il maggiordomo: non serve a nulla, tanto si sa che è lui l’assassino. Il programma di questo governo esiste da molto prima di questo governo, forse anche da prima che Di Maio Nascesse e che Zingaretti si diplomasse.
Queste considerazioni valgono a fortiori per i ministri che dovranno occuparsi dei cosiddetti “temi etici”, in primis, appunto, per il ministro per la famiglia: il progetto pentastellato sulla famiglia è lo stesso che da anni propugna il PD, di talché è chiaro da ora dove si andrà a parare e dove andrà a parare Elena Bonetti.
Radio Spada ha già avuto a che fare con lei, o meglio con una sua creatura, la “Carta del coraggio” 2014, ossia il documento con cui, all’esito di un evento collettivo, i giovani scout guidati dai capi nazionali chiedono all’associazione AGESCI – che sarebbe cattolica – di quali temi trattare e come trattarli. Ho parlato della “Carta” in tre pezzi, rispettivamente del 23 agosto[1], del 27 agosto[2] e del 2 ottobre 2014[3] e da lì potete farvi un’idea di come certe questioni saranno approcciate e di quali saranno le soluzioni che verranno adottate.
Un po’ poco per formarsi un giudizio? Forse. Ma l’esperienza ci insegna che, quando si tratta di attaccare sul fronte famiglia e valori non negoziabili, un cattoprogressista è il sicario perfetto. Il cattolico “adulto” funziona sempre, è rassicurante: conforta i moderati, apre ai progressisti, ascolta i conservatori e si comporta da pannelliano.
L’esperienza ci insegna pure che quando questi soggetti si muovono, i loro mentori in talare li assecondano in compiaciuto silenzio, quando non in entusiastica approvazione: basti ricordare, quale caso più eclatante, i complimenti di Mons. Paglia al finto Matteo Renzi nello scherzo telefonico de “La Zanzara” mentre il Renzi vero dava il via alle unioni civili anche dopo un Family Day molto partecipato e accompagnato dal raggelante silenzio della CEI e dal “Non mi immischio” del Papa.
Quindi? Quindi speriamo di cuore di aver torto e auguriamo buon lavoro a Elena Bonetti, col fondato sospetto che, se al suo posto ci fossero state Michela Murgia o Monica Cirinnà, sarebbe stata più o meno la stessa cosa.


[1] https://www.radiospada.org/2014/08/il-coraggio-di-un-giovane-scout/

[2] https://www.radiospada.org/2014/08/cambiare-sentiero/

[3] https://www.radiospada.org/2014/10/smarrito-coraggioso-gruppo-scout/