Dabo prodigia in cælo sursum,
et signa in terra deorsum:
sanguinem, et ignem
et vaporem fumi.

Anche quest’anno, alle ore 10:04, nella Cattedrale di Napoli, si è ripetuto il “miracolo di San Gennaro”, la prodigiosa liquefazione del sangue del santo Vescovo di Benevento, Patrono principale della Città e Regno di Napoli, in occasione della festa del suo glorioso martirio.
Il miracolo avviene tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno, come detto, del martirio del Santo Vescovo che fu decapitato al tempo della persecuzione di Diocleziano; il sabato precedente la prima domenica di maggio, festa della Traslazione delle reliquie da Pozzuoli, luogo del martirio, alle catacombe di Napoli; e il il 16 dicembre, festa del Patrocinio di san Gennaro, in memoria della eruzione del Vesuvio del 1613 fermata dall’intercessione del Santo.
Il Cardinale Schuster così commenta il miracolo: «Si espone l’ampolla del sangue insieme col capo del Martire e dopo uno spazio più o meno lungo di preghiera, il sangue comincia a liquefarsi, aumentando il volume, come se fosse allora in ebollizione […] Dio vuol mostrare al suo popolo di Napoli, che il sangue del loro gran Patrono – “æterno flori” come là lo chiamano nell’antica iscrizione sepolcrale – è sempre rubicondo e vivo al cospetto del Signore perché nell’eternità e in Dio non esiste passato, ma tutto è presente e in vita a lui dinnanzi. Il martirio del glorioso Vescovo protegge continuamente la bella e cara città di Partenope, così ricca in genio dei suoi figli, come i fiori magnifici di santità» (Liber Sacramentorum, Torino-Roma, 1932, vol. VIII, p. 262).
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