A motivo delle dichiarazioni di Bergoglio sulla “minor gravita” dei peccati di lussuria rispetto ad altri peccati, che se in un certo senso è vero perché per esempio l’eresia e la sua diffusione sono più gravi, d’altra parte sviliscono ogni rispetto per l’importantissima virtù della purezza (in tempo dissoluto come il nostro), offriamo ai lettori alcune citazioni su cui meditare.

Sant’Alfonso Maria de Liguori, il patrono dei confessori e dei moralisti, dice:
«L’incontinenza è chiamata da s. Basilio peste viva, da s. Bernardino da Siena vizio il più nocivo di tutti: Vermis quo nullus nocentior; perché, secondo dice s. Bonaventura, l’impudicizia distrugge i germogli di tutte le virtù: Luxuria omnium virtutum eradicat germina. Perciò ella è da s. Ambrogio chiamata il seminario e la madre di tutti i vizj: Luxuria seminarium est, et origo omnium vitiorum; mentre questo vizio tira seco anche gli altri, odj, furti, sacrilegj e simili. E quindi giustamente disse s. Remigio che, exceptis parvulis, maior pars hominum ob hoc vitium damnatur [eccetto i pargoli, la maggior parte degli uomini si danna per questo vizio]. E il p. Segneri disse che siccome l’inferno per la superbia è pieno d’angeli, così per la disonestà è pieno d’uomini. Negli altri vizj il demonio pesca coll’amo, in questo pesca colla rete; sicché fa più guadagno per l’inferno con questo vizio che con tutti gli altri. E Dio all’incontro per l’incontinenza ha mandati i maggiori castighi nel mondo, punendola dal cielo con diluvj d’acque e di fuoco» (Del peccato d’incontinenza) .

San Pio X nel Catechismo Maggiore (n. 425) insegna: «L’impurità è un peccato gravissimo ed abominevole innanzi a Dio ed agli uomini; avvilisce l’uomo alla condizione dei bruti, lo trascina a molti altri peccati e vizi, e provoca i più terribili castighi in questa vita e nell’altra».

Il padre Carlo Tommaso Dragone nel suo Commento al Catechismo di San Pio X a riguardo del sesto comandamento che “proibisce ogni atto, ogni sguardo, ogni discorso contrario alla castità e l’infedeltà nel matrimonio” spiega: «Dio seppellì sotto una pioggia di fuoco gli abitanti di Sodoma e Gomorra per i loro vizi innominabili. La gravità castigo indica la gravita del peccato. Il peccato impuro contamina anche il corpo che è il tempio dello Spirito Santo, membro del corpo mistico di Cristo e rende vano il fine per cui Dio ha creato i due sessi [la propagazione della vita, ndr]. Quanto alla materia il peccato impuro è sempre grave; se non vi è piena avvertenza può essere leggero».

Il peccato impuro contro natura. Esso è ascritto fra quei peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”. Si tratta non solo della sodomia perfetta ossia “l’accoppiamento con l’indebito sesso”, ma tutti gli atti contraria alla propagazione della vita, che è il fine che Dio ha stabilito per la sessualità umana. Citiamo ancora il commento del Dragone: «Creando i due sessi distinti e istituendo il matrimonio Dio ha concesso agli uomini l’inestimabile privilegio di essere i suoi collaboratori nel propagare la vita umana sulla terra. Ma vuole che siano osservate le leggi divine e naturali, che regolano il matrimonio. Chi coglie solo i piaceri, rifiuta i doveri del matrimonio e cerca di impedire che si propaghi la vita a nuove creature umane, commette un gravissimo peccato che grida vendetta al cospetto di Dio contro il peccatore. I Sodomiti furono puniti di questo peccato col fuoco disceso dal cielo, che li incenerì con la loro città (Gen. 19, 1-29)».


Si ringrazia Salvatore Di Simone per la fornitura di parte delle citazioni.