Dopo il grande successo della prima, nuova intervista a Domenico Savino, firma storica del mondo della Tradizione, che sarà tra i relatori del convegno che di Verona (sabato 28 settembre): Verso il sinodo amazzonico, itinerari della dissoluzione.

Buongiorno Savino, ha letto le dichiarazioni del Papa?

Quale? Ne spara una al giorno…

Dice Bergoglio: “Si vuole bloccare quel processo così importante che dà vita ai popoli e che è il meticciato. Mescolare ti fa crescere, ti dà nuova vita. Sviluppa incroci, mutazioni e conferisce originalità”.

Ah! Lo ammette ora! Ha la fregola del primo della classe! 

«Replacement Migration» come dice l’ONU: “migrazione sostitutiva”. E’ l’imprudenza della ὕβϱις, dell’orgoglio! Nei salotti che contano scuoteranno la testa, vedendo la sua inadeguatezza: c’è tutto il provincialismo di chi arriva dalla “fine del mondo” e vuole farsi notare. Così certifica che le teorie dei complottisti non sono paranoie. Perfetto questo Papa per chi si oppone al piano Kalergi!

Spieghi ai lettori…

I sovranisti parlano sempre del c.d. Piano Kalergi. Il conte Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi è il discusso fondatore del movimento “Paneuropa” ed ebbe un certo ruolo negli anni ‘50, quando l’ “Europa nell’ombra” veniva forgiata da Monnet. Stava con Otto d’Asburgo … Nel 1923 aveva scritto Das pan-europäische Manifest, ove auspicava l’instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale basato su una Federazione di Nazioni guidata dagli Stati Uniti, in cui l’unificazione europea avrebbe dovuto costituire il primo passo verso il Governo Mondiale. Nel 1925, in Praktischer Idealismus chiariva qualche dettaglio: “L’uomo del futuro remoto sarà meticcio. Le razze e le caste di oggi saranno le vittime del superamento di spazio, tempo e pregiudizio. La razza eurasiatica-negroide del futuro, simile nell’aspetto alla razza degli antichi Egizi, sostituirà la pluralità dei popoli con una molteplicità di personalità”.

RS: Dunque Bergoglio si ispira a Kalergi?

Ma Bergoglio probabilmente conosce sì e no Kalergi! Invece in lui e nella “Junta Revolucionaria de Gobierno” che ha preso il potere in Vaticano c’è tutto il livore verso l’Europa, che è tipico di chi ha rinnegato la “metropoli europea” (Roma cattolica compresa!) ed è alla ricerca di nuove radici. E’ una storia che ha attraversato il Sud America dal 1800 in poi e che – per chi lo sa leggere – inzuppa tutto l’Instrumentum laboris sull’Amazzonia. Nelle dichiarazioni di Bergoglio sul meticciato c’è tutto Josè Vasconcelos…

… che per i lettori…

Vasconcelos è un accademico e un politico messicano che vive a cavallo tra il 1800 e il 1900, chiamato il “caudillo culturale” della Rivoluzione messicana. Nel 1925 pubblica “La razza cosmica. Missione della razza latinoamericana. Appunti di viaggio in Sud America”. Affermando che il darwinismo sociale e le ideologie razziste sono stati concepiti per giustificare la superiorità etnica dei popoli europei e reprimere gli altri, Vasconcelos diventa l’alfiere del futuro sviluppo di una razza cosmica a trazione sudamericana.

Quindi?

Quindi, con un riferimento alla mitica Atlantide, conclude così: “In America spagnola, la natura non ripeterà più uno dei suoi compiti parziali, non sarà più la corsa di un singolo colore, di particolari caratteristiche, questa volta fuori dall’Atlantide dimenticata; non sarà una quinta o una sesta razza, destinata a prevalere sui suoi predecessori; ciò che verrà da lì è la razza definitiva, la razza di sintesi o razza integrale, creata con il genio e con il sangue di tutti i popoli e, quindi, più capace di vera fraternità e visione veramente universale, destinata a prevalere sui suoi predecessori; ciò che verrà da lì è la razza definitiva, la razza di sintesi o razza integrale, creata con il genio e con il sangue di tutti i popoli e, quindi, più capace di vera fraternità e visione veramente universale. Per avvicinarsi a questo scopo sublime, è necessario creare, come si dice, il tessuto cellulare che deve servire da carne e sostenere il nuovo aspetto biologico. E per creare quel tessuto proteico, malleabile, profondo, etereo ed essenziale, sarà necessario che la razza iberoamericana penetri nella sua missione e l’abbracci come un misticismo.

Insomma una specie di razzismo-meticcio.

Sì, razza e spirito. Una super razza ibrida forgiata laggiù. Cito ancora testualmente: “Quanto sono diversi i suoni della formazione latinoamericana! Assomigliano allo scherzo intenso di una sinfonia infinita e profonda: voci che portano accenti di Atlantide; gli abissi contenuti nella pupilla dell’uomo rosso, che sapeva così tanto, così tante migliaia di anni fa e ora sembra che abbia dimenticato tutto. La sua anima ricorda il vecchio cenote Maya, con acque verdi, profonde e ferme, al centro della foresta, per così tanti secoli che la sua leggenda non dura. E questa quiete dell’infinito viene rimossa con la goccia che il nero mette nel nostro sangue, desideroso di una felicità sensuale, ubriaco di balli e lussuria dilaganti. Appare anche la Mongolia con il mistero del suo occhio obliquo, che tutto guarda secondo una strana angolazione, che scopre non so quali pieghe e nuove dimensioni. Interviene anche la mente chiara del bianco, simile alla sua carnagione e alle sue fantasticherie. Si rivelano smagliature giudaiche nascoste nel sangue castigliano dai tempi della crudele espulsione; la malinconia dell’arabo, che è un indizio della sensualità morbosa musulmana; Chi non ha qualcosa di tutto questo o non vuole avere tutto? Ecco l’indù, che arriverà anche lui, che è già arrivato nello spirito, e sebbene sia l’ultimo a venire, sembra il parente più vicino. Così tanti che sono venuti e altri che verranno, e quindi dobbiamo creare un cuore sensibile e ampio che comprenda e contenga tutto, e sia commosso, ma pieno di vigore e imponga nuove leggi al mondo. E abbiamo il presentimento che ci vorrà un’altra testa, che avrà tutti gli angoli, per realizzare il prodigio di superare la sfera”.

In realtà questo sembra avvenuto più in Brasile che in Messico.

E infatti la storia del Brasile è complessa. Abolita la schiavitù nel 1888, si favorisce l’immigrazione europea per favorire lo sbiancamento (branqueamento), che ebbe grande diffusione e fu sicuramente influenzata dalle dottrine europee – soprattutto francesi – sbarcate in Brasile insieme ad Arthur de Gobineau. Si auspicava che grazie al meticciato i neri sarebbero stati destinati a sparire nel giro di un centinaio d’anni e la popolazione brasiliana sarebbe stata composta esclusivamente da bianchi. Frattanto l’indio viene ad essere romanticamente considerato come l’esempio del buon selvaggio, che si va via via sottomettendo al bianco. Ne è un esempio il romanzo O Guaranì di José de Alencar.

E poi?

Poi scoppia il Movimento Modernista, viene pubblicato il manifesto antropofago di Osvald de Andrade, scritto – come precisa il Manifesto – nell’anno 324 della deglutizione del vescovo Medinha, cioè il 1925. Ecco qualche passo, a suo modo geniale:

Solo l’Antropofagia ci unisce. Socialmente. Economicamente. Filosoficamente.

Unica legge del mondo. Espressione mascherata di tutti gli individualismi, di tutti i collettivismi. Di tutte le religioni. Di tutti i trattati di pace

Tupi or non tupi that is the question.

Contro tutte le catechesi. E contro la mamma dei Gracchi.

Solo mi interessa ciò che non è mio. Legge dell’uomo. Legge dell’antropofago.

Siamo stanchi di tutti i mariti cattolici sospettosi inseriti nel dramma. […]

L’età dell’oro annunciata dall’America. L’età dell’oro. E tutte le girls.

Filiazione. Il contatto con il Brasil Caraiba. Ori Villegaignon print terre. Montaigne.

L’uomo naturale. Rousseau. Dalla Rivoluzione Francese al Romanticismo, la Rivoluzione Bolscevica, la Rivoluzione Surrealista e al barbaro meccanizzato di Keyserling. Camminiamo…

Mai fummo catechizzati. Viviamo tramite un diritto sonnambulo. Abbiamo fatto nascere Cristo a Bahia. O a Belem do Parà.

Ma mai ammettiamo la nascita della logica tra noi. […]

Se Dio è la coscienza dell’Universo Increato, Guaraci è la madre dei viventi. Jaci è madre dei vegetali.

Non avemmo speculazione. Ma avemmo divinazione. Avemmo Politica che è la scienza della distribuzione. E un sistema social-planetario.

Le migrazioni.

La fuga dagli stati tediosi.

Contro le sclerosi urbane.

Contro i Conservatori e il tedio speculativo.

Di William James e Voronoff. La trasfigurazione del Tabu in totem.

Antropofagia.

A partire da quegli anni Trenta si assiste a una prima vera valorizzazione del meticciato. Accade durante il governo di Getúlio Vargas, che, mentre varava leggi che regolavano l’immigrazione secondo i criteri del branqueamento e dell’eugenetica, iniziò un processo di valorizzazione di un (presunto) modello sociale e razziale, specificatamente brasiliano. Alcuni emblemi della cultura meticcia e subalterna vennero assunti come paradigmi di un’identità genuinamente brasiliana.

Ma il Movimento Modernista è quello che conosciamo noi?

No assolutamente, ha in comune solo il nome. Magari ne riparleremo. Qui interessa che sempre in quegli anni, nel 1933 precisamente, Gilberto Freyre, sociologo e scrittore, pubblica il suo primo lavoro Casa-Grande & Senzala, ove spostò la discussione sul meticciato e sulla razza da un punto di vista biologico a un punto di vista culturale.

… cioè, quasi nessuno in Italia ne sa nulla.

Freyre diede grande rilievo agli indigeni e alla grande massa di schiavi africani nella narrativa storica sul Brasile coloniale. Le loro pratiche culturali e sociali, fino ad allora considerate inferiori, vennero così valorizzate e elevate a simboli della cultura brasiliana: si citano per esempio l’amaca e la manioca ereditate dagli indios o la gastronomia e la musica di chiara influenza africana. E’ in quel periodo che il Carnevale o la samba, pratica musicale a lungo considerata indecente e proibita ai neri, diventarono simboli ufficiali dell’identità culturale nazionale.

Per questo il Carnevale è così importante

Già! Durante secoli di convivenza, Freyre rileva che la cultura portoghese avrebbe benevolmente incorporato gli influssi delle culture subalterne, opponendo agli aspetti negativi insiti nel sistema coloniale nuovi aspetti positivi, creativi.

In che modo?

E’ il cosiddetto lusotropicalismo: i portoghesi avevano mostrato una capacità unica di mescolarsi con i popoli dei paesi tropicali che erano andati colonizzando, una capacità che si sarebbe tradotta nel meticciato diffuso, nel sincretismo culturale, nell’assenza di pregiudizi razzisti.

Poi che succede?

Nel secondo dopoguerra nacque l’agenzia culturale creata dalle Nazioni Unite, l’UNESCO, che nel 1950, guarda al Brasile come esempio di integrazione.

Insomma un laboratorio per la globalizzazione…

Più o meno e viene approvato il primo Statement on Race, una dichiarazione sulla razza elaborata da un gruppo di esperti, tra cui c’è Gilberto Freyre, ma– guarda un po’ – anche Claude Lévi-Strauss.

Che dice il documento?

Nega qualsiasi correlazione scientifica tra elementi biologici e fisici degli individui e i loro attributi morali e comportamenti sociali. Poi evocando lo spettro del razzismo e della guerra, considerando la tendenza inquietante che assumevano le relazioni razziali in Sud Africa e negli Stati Uniti, l’UNESCO stimolava una produzione scientifica sul tema del razzismo. Ed è in questo contesto che -come scriveva l’antropologo statunitense Charles Wagley – “il Brasile è mondialmente rinomato per la sua democrazia razziale” (in Guimarães Antônio Sérgio Alfredo (2003), Democracia racial).

Democrazia razziale?

Già, ora tocca a noi. Dobbiamo essere riplasmati razzialmente, se non sei meticcio, non sei democratico. “E’ una questione di cellule” sembra dirci Bergoglio…

Quanto c’entra questo con l’Instrumentum laboris?

Direttamente poco, indirettamente molto (le polemiche verso l’Occidente non sono di matrice tradizionale, ma progressista nel documento). Questa è la cultura del Continente che si è venuta imponendo a partire dal positivismo (che è addirittura inscritto nella bandiera brasiliana. Il motto “Ordem e Progresso” è di August Comte), da un’enorme influenza massonica, da un giustizialismo che con Peron finirà nelle mani di Gelli, dalle varie forme di socialismo bolivariano e zapatista. Le cito un episodio: nel giorno del suo ventiquattresimo compleanno, festeggiato nel lebbrosario di San Pablo in Perù, Che Guevara, che attraversava l’America in motocicletta, pronunciava il suo discorso di ringraziamento: “Dal Messico allo stretto di Magellano costituiamo una sola razza meticcia”. Normale che il muro di Trump (e ogni sovranismo) vada abbattuto a spallate.

Di qui l’alleanza con i mondialisti

Il mondialismo è l’Utopia selvaggia del XXI secolo, che vive di ogni sorta di meticciato. Ogni frontiera va abolita: tra merci, uomini, anime, menti, sesso. I risultati del progetto UNESCO in Brasile mostrarono una situazione distante dalle aspettative dei promotori. Rivelarono piuttosto “una società gerarchica in cui le elites bianche occupano la posizione più alta e valorizzata” come ammette Ribeiro Corossacz Valeria (2004) (cfr. Il corpo della nazione, classificazione razziale e gestione della riproduzione in Brasile, Roma: CISU. Ribeiro 2004, p.18).

Le elites apolidi che ne governano i processi hanno ben sperimentato in Brasile che il modo migliore per mantenere il controllo sociale è ridurre le masse a un grande informe, acefalo, ammasso meticcio. In questo modo la circolazione delle èlites è bloccata e chi ha il potere diventa sempre più ricco e potente. Per gli altri c’è il calcio, la samba, l’alcool, la coca, il sesso e al più forme varie di spiritismo magico. La pseudo religione bergogliana è perfetta, annienta da dentro l’unica resistenza possibile: il cattolicesimo.

Ai cattolici si vuol far credere che dobbiamo congiungerci con gli immigrati…

E’ l’opposto di ciò che dice l’Apocalisse, dove non “finisce” con una “Razza cosmica”. Il Cattolicesimo accoglie tutti, ma è contro ogni razzismo, ariano o meticcio che sia: «Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: “La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello”».

Dunque è essenzialmente una questione spirituale, non politica?

E’ cattolicesimo, contro gnosticismo e Bergoglio sta, forse involontariamente, con gli gnostici. Scriveva Vasconcelos, auspicando la nascita della “razza cosmica”: “Molti ostacoli si oppongono al piano spirituale, ma sono ostacoli comuni a tutti i progressi. Naturalmente capita di obiettare: come possono le diverse razze rimanere unite in armonia se nemmeno i bambini della stessa razza possono vivere in pace e gioia all’interno del regime economico e sociale che opprime oggi gli uomini? Ma un tale sentimento dovrà cambiare rapidamente. Le tendenze del futuro oggi si intrecciano: mendelismo in biologia, socialismo nel governo, crescente simpatia per le anime, progressi diffusi e l’emergere della quinta razza che riempirà il pianeta, con i trionfi della prima cultura veramente universale, veramente cosmica.

L’indiano è un buon ponte di incroci. Inoltre, il clima caldo è favorevole al trattamento e all’incontro di tutte le persone. D’altra parte, e questo è fondamentale, l’attraversamento delle diverse razze non sarà dovuto a ragioni di semplice vicinanza, come all’inizio, quando il colono bianco prese donne indigene o nere perché non ce n’erano altre a portata di mano. D’ora in poi, con il miglioramento delle condizioni sociali, l’attraversamento del sangue sarà sempre più spontaneo, al punto che non sarà più soggetto a necessità, ma a gusto. […] Questa legge del gusto, come norma delle relazioni umane, la abbiamo definita in diverse occasioni con il nome della legge dei tre stati sociali: il materiale (o il guerriero), l’intellettuale (o politico) e lo spirituale (o estetico). Se guardiamo al processo nel suo insieme, troveremo le tre fasi della legge dei tre stati della società, accelerati, ciascuno, con il contributo delle quattro razze fondamentali che realizzano la loro missione, e poi scompaiono per creare un quinto tipo etnico superiore. Ciò dà cinque razze e tre stati, cioè il numero otto, che nella gnosi pitagorica rappresenta l’ideale dell’uguaglianza di tutti gli uomini”.

Verso il sinodo amazzonico, itinerari della dissoluzione