Eugenio Melandri: nato a Brisighella nel 1948, prete della Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni estere, comunista, pacifista, immigrazionista. Candidato al Parlamento Europeo nel 1989 ed eletto, fu sospeso a divinis. Nel 1992 fu eletto alla Camera con Rifondazione Comunista.
Dopo 28 anni gli è stata revocata la sospensione a divinis da parte della Congregazione del Clero e subitamente, tra il giubilo della stampa, lo Zuppi il sinistro Arcivescovo di Bologna promosso al Cardinalato da Bergoglio, lo ha incardinato nella sua Arcidiocesi.
Nell’ottobre del 2018 fu ricevuto a Santa Marta dallo stesso Papa Francesco, che dal Melandri si fece anche servir messa:
Padre Silvio va in sacrestia per mettere il camice e io mi metto in chiesa. sono nella terza fila. Siamo pochi penso non più di 35 – 40 persone. Dopo un po’ arriva un prete che ci dà alcune istruzioni: praticamente: state fermi qui e fate ogni volta ciò che vi diciamo. Poi curiosamente chiede a tutti: “c’è qualche sacerdote qui?”. Non risponde nessuno. D’un tratto si rivolge a me e mi chiede: “ma lei non è un sacerdote?”. Io gli rispondo: “No. Io sono un ex sacerdote”. E lui: “Allora tu sei Melandri. Te la senti di farti declassare?”. Io non so ancora come facesse a conoscermi. Rispondo: “Certo”. “Allora – mi dice – farai il chierichetto”. Così insieme con un ragazzo molto giovane che è lì con la famiglia, facciamo la piccola processione offertoriale. Io poi laverò le mani al Papa e lui gli porgerà il panno perché se le asciughi. Scusatemi, per me una emozione incredibile. Alla fine della Messa Francesco si toglie i paramenti in sacrestia, si ferma qualche minuto ancora a pregare in chiesa, poi si mette all’uscita, in modo da poter salutare tutti. Cerco di essere il più fedele possibile nel raccontare questo incontro: Padre Silvio si presenta come missionario Saveriano (è in carozzella da 50 anni ed è stato oltre 20 anni in Congo a Goma). Poi si rivolge al Papa e dice: “Questo è Eugenio Melandri. Un nostro fratello, uno dei nostri”. Io lo interrompo e dico: “Padre io ero un saveriano, ma ho dovuto lasciare perché mi sono candidato al Parlamento europeo e sono stato parlamentare”. Stavolta mi interrompe Silvio: “Ma ha sempre continuato a lavorare con noi e a fare le stesse cose che faceva prima”. “Si – rispondo io – è vero, ho sempre continuato a fare le stesse cose”. Papa Francesco mi prende una mano, me la stringe forte e mi sorride. Poi mi dice: “Hai fatto bene”. [1]
Di fronte a quest’anno ci sorge spontanea una domanda: avrà il Melandri pubblicamente rigettato le sue convinzione comuniste “intrinsecamente perverse” (cit. Pio XI, Divini Redemptoris) e le sue battaglie certamente non ispirate dall’insegnamento di Gesù Cristo e della sua Chiesa, ma da sinistre ideologie mondane? Ci permettiamo di dubitarne, felici tuttavia di essere informati del contrario.
e chi se li ca^a questi due, nemmeno i centri sociali! Felici loro…