Nota di Radio Spada: con questo articolo il giovane scrittore bresciano Tebaldo Brusato inizia la sua collaborazione con Radio Spada che ci auguriamo proficua. Notiamo con piacere come molti giovani si avvicinino al difficile mestiere dello “scrivere cattolico” attraverso il nostro blog. Li incoraggiamo a scrivere con perizia e coraggio e con un po’ di quell’arrembante spirito che ha reso possibili le imprese migliori. (Piergiorgio Seveso – Presidente SQE di Radio Spada)

di Tebaldo Brusato

In questo articolo vorrei prendere in considerazione due cosi dette “rivoluzioni” che hanno attraversato l’Europa in passato e che hanno cambiato radicalmente il volto del vecchio continente. Esse sono: la rivoluzione francese e la rivoluzione russa. Innanzi tutti iniziamo a chiamarle come si deve, ovvero: sovversioni. Si, dico sovversioni perché il termine rivoluzione deriva dal latino “re-vertere” che vuol dire ri-portare, ri-ordinare ergo le due sovversioni sopracitate tutto hanno portato tranne che ordine e hanno staccato l’uomo dalla sua parte spirituale facendolo cadere nel baratro positivista del materialismo e del razionalismo. Partendo dalla sovversione francese infatti, vediamo come la borghesia e dico SOLO la borghesia (pur se favorita dall’inadeguatezza e spesso dalla complicità del primo e secondo stato), si sia schierata a favore delle teorie illuministe, andando a delegittimare la sacra unione tra Trono ed Altare che la monarchia francese portò in seno per tutto il corso della sua storia. La Francia venne travolta da questo vento gelido che pose le basi per lo scempio che poi si andò a compiere con la stagione delle ghigliottine specialmente contro quelle componenti del clero e del popolo che rimanevano saldi nella Fede e mostravano sudditanza verso il re. Iconiche sono le rivolte di Bretagna e Vandea in cui nobili uniti con la maggior parte del popolo che era composto dai contadini, si ribellò essendo però sconfitti, mostrando al mondo quanto dei VERI rivoluzionari (nel senso etimologico e vero del termine) furono illuminati dalla grazia di Dio, schierando le loro spade contro la “longa manus” di Satana. È altresì rappresentativa la vittoria contro la Repubblica Partenopea, la quale volle essere esperimento di esportazione di illuminismo e materialismo ma fu subito annientata dal glorioso Fabrizio Ruffo con i sui sanfedisti che, uniti con un nobile filo azzurro di mariana fattura celeste ai vandeani e ai bretoni, divelsero gli alberi della “libertà” e riportarono la gloria di Dio sulle terre peninsulari del regno borbonico.

Molto più ad est, nei gelidi territori delle Russie, la peste rossa chiamata comunismo si diffuse come un virus che infettò i cuori dei sudditi di sua maestà lo Zar Nicola II. Questa sovversione fu diversa da quella perpetrata oltralpe ma i principi furono gli stessi. Nel 1917 la Russia conobbe l’avvento del materialismo e la sovversione verso i principi ultra millenari che guidavano non solo l’impero zarista ma tutta l’Europa. I monasteri furono distrutti le cappelle ortodosse furono fatte deflagrare, i ruggiti delle bombe furono il presagio per quello che poi si palesò come il più grande inganno diabolico dell’URSS. Quest’ultima, guidata dai falsi miti di uguaglianza e secolarismo, divenne il luogo dove il sopruso verso i più deboli fu legge imperitura mentre i grassi gerarchi organizzavano con fredda logica meccanica (al pari del capitalismo) l’economia, ponendosi come divinità di una religione malefica: il materialismo.

Concludo dicendo che oggi noi viviamo ancora quegli oltraggi; siamo immersi nella cloaca putrescente del secolarismo che come un verme imbozzolato si è trasformato in nichilismo arido e freddo. Chi è quindi oggi il vero rivoluzionario? Egli è colui che in emulazione dei tempi passati porta avanti la gloriosa lotta per la grazia di Dio, senza porsi false speranze il rivoluzionario è colui che, saldo nella Fede, cavalca la Tradizione cattolica e continua la lotta dei sanfedisti, dei giacobiti, dei vandeani, dei bretoni, dei russi bianchi.