Quest’estate ho scoperto, per caso, l’esistenza del dolce di San Michele: ero dai miei e mi sono imbattuta in una rivista turistica dedicata al Matese, nella quale c’era un articolo che parlava del biscotto di San Michele, un tarallo a forma di collana, tipico di Sant’Angelo d’Alife, un paese in provincia di Caserta. Mi sono incuriosita ed ho cercato informazioni su internet ma, purtroppo, non ho trovato la ricetta.
Però, in compenso, ho scoperto l’esistenza di un’altra prelibatezza: il dolce di San Michele, una torta tipica di Bagnacavallo, paese romagnolo in provincia di Ravenna, che si prepara in occasione della festa del santo patrono, il 29 settembre. Trattandosi del mio santo protettore, del quale porto il nome, ed essendo pure un dolce di origine medioevale, non potevo lasciarmelo sfuggire. Tra l’altro, ha ottenuto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale.
Le origini di questo dolce risalirebbero all’anno Mille, quando a Bagnacavallo, in occasione della festa del patrono, si preparavano focacce a base di miele e frutta secca. Questa tradizione viene perpetuata ancora oggi; infatti è possibile trovare questo dolce presso i fornai della città soltanto durante i festeggiamenti del patrono, l’ultima settimana di settembre. In dialetto è detto “dolz ad San Michele”.
Il dolce consiste in un guscio di frolla ripieno di una golosa crema e decorato con della frutta secca.
Nella preparazione di questa torta, come al solito ne ho combinata una delle mie, o meglio, pensavo di aver combinato un pasticcio: la crema, dopo la cottura in forno, era rimasta troppo liquida nonostante la gelatina, quindi ho pensato bene di fare dell’altra pasta frolla per un’altra torta e farcirla con la crema avanzata (me ne era rimasta abbastanza per un altro dolce), dopo averla fatta cuocere in pentola come una normale crema pasticcera per far sì che venisse più compatta. Intanto, avevo messo la prima torta in frigorifero, indecisa sulla fine da farle fare. Quando, dopo un’oretta, sono andata a controllare lo stato in cui versava, mi sono accorta che la crema si era addensata. Evidentemente, aveva soltanto bisogno del riposo in frigorifero. Così, alla fine ho decorato anche la prima torta con la frutta secca e mi sono ritrovata con due dolci (uno lo regalerò).
Ora, non lo dico solo perché è antico, e nemmeno perché è dedicato a S. Michele, ma è uno dei dolci più buoni che io abbia mai mangiato!
Dato che le dosi per la crema erano molto abbondanti e io le ho usate per farcire due torte, vi lascio le dosi dimezzate, che sono invece perfette per una torta.
DOSI: 10 persone
DIFFICOLTA’: Media
PREPARAZIONE: 1 h e ½ (+ il tempo di raffreddamento)
COTTURA: 45 minuti
COSTO: Medio
INGREDIENTI:
Per la pasta frolla:
- 250 g di farina 00
- 125 g di burro
- 25 g di strutto
- 3 tuorli
- 125 g di zucchero a velo
Per la crema:
- 50 g di latte fresco intero
- 300 g di panna fresca liquida
- 1 cucchiaini di estratto di vaniglia (oppure i semi di 1/2 bacca di vaniglia o 1/2 bustina di vanillina)
- Scorza di 1/2 limone
- 1 cucchiaio di zucchero di canna
- 2 fogli di gelatina
- 2 uova piccole
- 3 tuorli
- 150 g di zucchero a velo
- 100 g di mascarpone
Per decorare:
- Noci q.b.
- Mandorle con la buccia q.b.
- Mandorle pelate q.b.
- Nocciole q.b.
- Pinoli q.b.
- Gelatina all’albicocca (150 g circa)
PREPARAZIONE:
Prima di tutto, mettete i fogli di gelatina ad ammorbidire in acqua fredda per 20 minuti.
Intanto, preparate la pasta frolla. Vi consiglio di tirare fuori dal frigo il burro e lo strutto qualche minuto prima per farli ammorbidire. Mettete sulla spianatoia la farina a fontana, lo zucchero a velo setacciato e ponete in mezzo i tuorli, il burro a pezzettini e lo strutto. Impastate velocemente fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo, formate un panetto, ricopritelo con della pellicola e mettetelo in frigo per 30 minuti.
Nel frattempo, preparate la crema: in una pentola mettete il latte, la panna, l’estratto di vaniglia, la scorza di limone, lo zucchero di canna e la gelatina strizzata e portate a bollore. Poi abbassate il fuoco e fate cuocere per qualche minuto, dopodiché spegnete, togliete la scorza di limone e fate raffreddare. Intanto, con le fruste elettriche montate le uova e i tuorli con lo zucchero a velo, dopodiché aggiungete il mascarpone e continuate a montare. Poi unite il composto ottenuto alla crema.
Passato il tempo di riposo della frolla, toglietela dal frigo e rivestite uno stampo per crostata, del diametro di circa 23 cm, imburrato ed infarinato (io ne ho usato uno di carta da forno e questa operazione non è stata necessaria). Bucherellate il fondo della frolla con una forchetta e riempitela con la crema facendo attenzione a non riempirla troppo, altrimenti rischiate, come è successo alla sottoscritta, di far colare sullo sportello del forno una parte della crema mentre la infornate… A questo punto, fate cuocere la torta in forno statico preriscaldato a 180° per 30-35 minuti, fino a quando si formerà una crosticina appena bruna. Quando la torta sarà cotta, sfornatela e lasciatela intiepidire, dopodiché mettetela in frigorifero per un’oretta, affinché la crema si addensi. Poi disponete la frutta secca a piacere sulla superficie della torta e spennellatela con la gelatina di albicocche. Per una torta ne basteranno 150 g circa da sciogliere in un pentolino a fuoco medio-alto in 4 cucchiai e mezzo di acqua. Ci vorranno un paio di minuti.
NOTE:
Mi sono basata principalmente sulla ricetta trovata su www.romagnaatavola.it ma ho preso spunto anche da altri siti. Questa ricetta prevedeva lo zucchero caramellato, altre la salsa al caramello (o dulce de leche); io ho provato a fare il caramello ma, ahimè non mi è venuto, così ho optato per lo zucchero di canna che, del resto, veniva usato in una delle ricette consultate.
Alla prossima ricetta e tanti auguri di buon onomastico a chi, come me, porta il nome dell’arcangelo San Michele!