di Massimo Micaletti

Se la scorsa volta ho parlato di un’Alfa Romeo che piace a tutti meno che a me, ora tocca ad una che non piace a nessuno ma per me è stupenda, ossia la… ma come si chiama? 

Classe 1989, questa Alfa ha due nomi: ES30 (Experimental Sportscar 3.0litri) o SZ (Sport Zagato). E se piace a pochi c’entra proprio Zagato, il carrozziere che ne disegnò le forme sulla meccanica della 75. Base di prim’ordine, quindi: motore V6 “Busso” portato a 210cv, cambio transaxle e dischi on board con l’aggiunta del passo accorciato che la rendeva molto agile. 

Però era brutta, così dicevano, ma non era tutta colpa di Zagato. La SZ infatti fu la prima auto di serie (per così dire) progettata per sfruttare l’effetto suolo, ossia il risucchio che l’aria genera sotto la vettura per tenerla incollata alla strada: per questo motivo la parte inferiore della vettura ha questa forma particolare che la fa apparire un mattone. Zagato, poi, ne ha fatto un punto di stile tracciando una linea netta proprio nella parte bassa delle fiancate, della coda e del muso e colorando di nero il padiglione. 

Quando tocca alla SZ, insomma, non si parla né di classe né di eleganza: si parla di carattere.

C’era anche la roadster, chiamata RZ: ma lì già c’era troppo marketing per i miei gusti!

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