Nota di Radio Spada: il giovane scrittore bresciano Tebaldo Brusato continua la sua collaborazione con Radio Spada che ci auguriamo proficua. Notiamo con piacere come molti giovani si avvicinino al difficile mestiere dello “scrivere cattolico” attraverso il nostro blog. Li incoraggiamo a scrivere con perizia e coraggio e con un po’ di quell’arrembante spirito che ha reso possibili le imprese migliori. (Piergiorgio Seveso – Presidente SQE di Radio Spada)
di Tebaldo Brusato
Brescia, fin dalla notte dei tempi, è sempre stata vicina alle istanze cattoliche e perennemente resistente contro qualsivoglia bruttura modernista. E’ famosa la storia di Tebaldo Brusato (che è anche il mio pseudonimo) il quale con un pugno di intrepidi bresciani difese per mesi il Cidneo ed il mastio sovrastante dalle orde germaniche dell’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, in nome di Dio, del Papa e del popolo. Altresì è notissima la storia dei missionari che durante la guerra dei Trent’anni vigilarono affinchè la Valle Camonica, che stava per essere infettata dal morbo luterano, rimanesse nel seno della Chiesa Cattolica.
Come degne di nota sono le figure episcopali di Giovanni Nani che si oppose alle invasioni francesi e pagò con l’esilio, di Gabrio Maria Nava che combattè con forza il revival gallicano durante la tirannide napoleonica e di Girolamo Verzeri che consacrò la diocesi al Sacro Cuore, debellando gli ultimi residui di giansenismo. Se progressivamente la diocesi diventava più incline al modernismo, specialmente durante l’episcopato di Giacinto Gaggia e ancor più sotto la cappa di piombo dell’epoca montiniana (poco scalfita dalla presenza di una rivista come Chiesa viva), nel popolo rimaneva forte il legame con la religiosità degli avi.
Sono da lodare le nostre nonne e le nostre zie che con spirito di umiltà e sacrificio hanno insegnato ai giovani nipoti la vera Fede; quella schietta, genuina scevra dai fronzoli teologici e piena di spiritualità. Queste ultime sono da lodare più di tutto, dato che dopo il Concilio Vaticano II, la Fede cattolica ha subito un duro attacco, nella provincia bresciana ha saputo trovare degni militi di Cristo che hanno tramandato a noi giovani quel concetto di Fede non obnubilato da eresie moderniste.
Non si può di certo negare però che anche nella bellissima e cattolicissima Brescia, il vento gelido della sovversione stia soffiando. Sta soffiando nei quartieri e nel centro della città, sta soffiando sopra la testa dei giovani che si riversano nelle vie di Brescia intonando canti demoniaci. Con bandiere arcobaleno, vilipendono l’essenza incarnata nell’uomo e nella donna, non ascoltano l’anima. Chiese semi vuote ci portano di fronte agli occhi l’immagine raccapricciante di un futuro privo di Fede e di giovani privi di spiritualità. Mentre le associazioni LGBT e progressiste marciano sempre più baldanzose per la città, nella provincia la fiamma è ancora viva. Pochi resistenti stanno tenendo viva la Tradizione, rimanendo saldi nei principi e fedeli alla Verità. In piedi in mezzo alle rovine, Brescia si sta rialzando, nel silenzio. Concludendo questo mio breve pensiero dico: animati dalla forza dei nostri padri, grandi guerrieri, dobbiamo rivestirci dell’armatura di S.Michele e imbracciare la spada della Fede, scardinare il principio per cui ogni uomo è privo di spinta verticale, neutralizzare i simboli diabolici, pregare e con umiltà marciare verso l’avvenire con spiritò di sacrifico senza pensare a ciò che ci possono fare. Certo, saremo derisi, saremo umiliati, saremo forse anche isolati e maltrattati ma questo è il vero cristiano e questi sono i veri bresciani.