di Dafne

A volte basta una casa sul lago, lontano dal trambusto, dai più svariati suoni, dalle voci che animano i luoghi appiattiti dalla staticità del sempre uguale, per credere di aver raggiunto la giusta dimensione da tempo desiderata. Da sempre, in maniera del tutto naturale, l’uomo si pone delle domande, avverte il bisogno di definirsi, di trovare una propria collocazione nel mondo. Ma a volte questa irrefrenabile voglia di diventare qualcuno può condurre al raggiungimento dell’opposto, a un quasi annullamento di se stesso, con la conseguente accettazione della nuova “non-condizione”, una morte pensata come qualcosa di già accaduto, una fine presente, un futuro ormai remoto.

“Das Haus am Mondsee”, un romanzo ignoto di un autore altrettanto sconosciuto, condurrà il protagonista, nato dalla mente geniale di Francesca Duranti, alla ricerca ossessiva del libro, nella speranza di divenire un germanista di successo. Fabrizio, uomo colto, bibliofilo, traduttore di mestiere, venuto per puro caso a conoscenza del capolavoro del viennese Fritz Oberhofer, ormai fuori commercio, decide di lasciare Milano all’insaputa del suo amico editore Mario e della fidanzata Fulvia per recuperare il manoscritto. Dopo il successo della traduzione, a Fabrizio viene chiesto di ricostruire le tappe fondamentali della vita dello scrittore viennese, improvvisandosi biografo. È assorbito dal lavoro al punto da inventare ciò che non riesce a conoscere, senza potersi fermare, imboccando la via del non ritorno. Nasce così Maria, la donna che dà il titolo alla seconda sezione de La casa sul lago della luna, incentrata sulla sovrapposizione di finzione e realtà, dove l’immaginazione prende definitivamente il sopravvento. Vittima della sua stessa bugia, Fabrizio si ritroverà intrappolato in questa nuova dimensione fittizia, costretto a guardare intorno a sé in un costante presente che profuma d’eternità, dove non c’è spazio né per il passato, che vede sfumare sotto i suoi occhi, né tantomeno per il futuro.

Nella cinquina finalista del Premio Strega 1984 e vincitore del Premio Bugatta 1985, La casa sul lago della luna è un testo ponderoso ma coinvolgente, che invita il lettore a soffermarsi su ogni singola parola, a ruminare pagine e pagine dense di significato, in un sorprendente invito a confrontarsi con l’attualità, con quel senso di estraneità così drammaticamente caratteristico del tempo presente. In questo risiede la vera forza della prosa della Duranti.

L’immagine finale del romanzo è quella di un uomo che, prese le distanze da un mondo che disprezza, volge lo sguardo verso l’immobilità del lago baciato dalla luna. 

Il libro: Francesca Durante, La casa sul lago della luna, Viareggio, La Vela 2019, pagine 216, Euro 14.

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