di Dafne

L’omicidio non era previsto, non era voluto. Giacomo Matteotti è morto per la stupidità e la goffaggine dei suoi sequestratori, e ora di lui non rimane che uno scomodo cadavere. Così il 10 giugno 1924 ha smesso di vivere un politico socialista, “colpevole” di aver voluto testimoniare la verità: il Partito Fascista non ha più alcun rivale e Mussolini è destinato a diventare la guida indiscussa dell’Italia.
La casa sull’Appia Antica di Alfonso Lagi riapre il caso Matteotti: una voce di una donna ormai avanti con l’età, non riuscendo più a tenere nascosto il segreto, vuole svelare ciò che è accaduto realmente. Della verità sull’omicidio e sugli assassini ne era a conoscenza tutta la casa della Signora, al cui servizio belle donne intrattenevano uomini di ogni età e di ogni estrazione sociale. E non c’è posto migliore della camera del piacere per estrapolare, dalla bocca di un fascista, il piano punitivo per quel socialista divenuto ormai scomodo. La casa della Signora è un luogo in cui bellezza, sensualità e vizio si intrecciano ai brogli elettorali e ai progetti criminali di una cricca desiderosa del potere a ogni costo.
L’agile romanzo di Lagi intreccia sapientemente storia e giallo, sfogliando le carte di un caso che sembrava risolto e offrendo al lettore un’alternativa possibile al delitto Matteotti: come sarebbe stato se l’onorevole socialista avesse avuto il tempo di rivelare ciò che aveva scoperto, se avesse impedito o semplicemente ritardato l’ascesa di Mussolini e del fascismo?
La casa sull’Appia Antica è un libro godibile, una lettura scorrevole che riporta alla luce la triste memoria di un uomo e di un politico che ha lottato contro la corruzione del governo fascista, pagando con la vita il suo coraggioso grido d’accusa. Magari le idee di Matteotti potrebbero non essere condivisibili da tutti, ma è certo che nell’attuale panorama politico di persone con la sua tempra e con il suo coraggio non vi è neanche l’ombra.
Il libro: Alfonso Lagi, La casa sull’Appia Antica, Viareggio, La Vela, 2018, 160 pagine, Euro 10.
Link all’acquisto: https://www.edizionilavela.it/prodotto/la-casa-sullappia-antica/
Il caso Matteotti, fu riaperto proprio dal figlio Matteo, negli anni ’80, con un libro nel quale sosteneva tra l’altro che:
a) L’omicidio non era previsto, non era voluto. Giacomo Matteotti (socialdemocratico, più che socialista) è morto per la stupidità e la goffaggine dei suoi sequestratori, che non si attendevano la sua reazione;
b) il mandante NON SAREBBE STATO Mussolini. Il mandante sarebbe stato IL RE. Matteotti, che era dignitario di rango più alto di V.E. III (come lo era anche Badoglio) della stessa loggia massonica (“La Fenice; l’Unicorno ed il Leone”) di Londra, e che, in tale veste, avrebbe avuto accesso ad atti che avrebbero scoperto una tangentopoli dell’epoca, che coinvolgeva la Corte;
c) Dumini, il capo dei sequestratori, era una spia inglese.
Sapevate già tutto?