da Yves Chiron, Pio XI. Il papa dei Patti Lateranensi e dell’opposizione ai totalitarismi, Traduzione italiana di Enrica Zaira Merlo, Cinisello Balsamo, 2006, pp. 73, 170-71, 188-89, 412-414.

È forse intorno al 1900 che don Ratti ha scoperto la spiritualità di Teresa del Bambino Gesù, Era morta a ventiquattro anni nel carmelo di Lisieux, nel 1897. L’anno dopo si pubblicava l’autobiografia spirituale che aveva scritto, la Storia di un’anima. Probabilmente fu l’erudito Leopolde Delisde, conservatore alla Biblioteca nazionale di Parigi, amico e collega di don Ratti, a fargli scoprire questo libro. Delisle infatti, originario della Normandia, era molto legato al carmelo di Lisieux. In ogni caso, la fotografia di Teresa di Lisieux accompagnerà ovunque don Ratti e la sua devozione verso di lei sarà sempre più viva. Diventato papa, non soltanto la beatificherà e canonizzerà, ma dirà frequentemente a collaboratori o visitatori di non aver preso una certa decisione importante senza aver pregato la sua “piccola santa”, che chiamava anche sua “consigliera” o “la Stella del mio pontificato” ….

… L’anno santo [1925, ndr] fu scandito anche da numerose cerimonie di beatificazione e canonizzazione: Pio XI proclamò 125 beati e 6 santi. Nessun papa prima di lui ne aveva proclamati tanti nell’arco di un anno. Voleva far conoscere le diverse forme di santità nella Chiesa: “Eccola, la Chiesa Santa! esclama […] ed ecco la serie delle beatificazioni e canonizzazioni, una vera esposizione di santità, adattata a tutte le età e a tutte le condizioni della vita”. Come per meglio lasciare un segno negli animi, le sei canonizzazioni ebbero luogo quasi simultaneamente in meno di due settimane di maggio: Teresa del Bambino Gesù fu canonizzata il 17 maggio; Pietro Canisio, il grande apostolo gesuita della riconquista cattolica della Germania, il 21; Maria Maddalena Postel, la fondatrice delle Suore delle Scuole cristiane della Misericordia e Madeleine-Sophie Barat, fondatrice delle Dame del Sacro Cuore, il 24; Giovanni Eudes e Giovanni Maria Vianney, curato d’Ars, il 31. Dei sei nuovi santi di quest’anno giubilare, cinque erano francesi. La cerimonia di canonizzazione di Teresa di Lisieux, “la stella del mio pontificato”, dirà Pio XI, segnò forse il momento più alto del giubileo. Era stata beatificata solo due anni prima e il papa aveva fatto accelerare l’esame della causa per permettere che fosse canonizzata nel 1925. Ma questa canonizzazione fu approvata all’unanimità e attirò un considerevole numero di fedeli: “Sfavillante di luce, la navata di San Pietro era gremita da 60.000 persone. Un corteo di oltre 4000 religiosi, sacerdoti e prelati, di 250 arcivescovi e vescovi, di 34 cardinali, cifre eccezionali per l’epoca, testimoniava quanto la carmelitana fosse popolare ed influente” …

… Il 14 dicembre 1927 un decreto della Congregazione dei Riti proclamava santa Teresa del Bambino Gesù patrona principale delle missioni, con san Francesco Saverio. Pio XI aveva beatificato santa Teresa del Bambino Gesù nel 1923 e l’aveva canonizzata nel 1925. Dichiarandola patrona delle missioni, il papa non le aggiungeva un titolo a sproposito. Buon conoscitore della sua vita e della sua spiritualità, aveva bene in mente che la giovane carmelitana di Lisieux provava un ardente desiderio di diventare missionaria. Non potendo partire per le terre di missione, non aveva mai smesso di pregare per i missionari ed era stata corrispondente di un certo numeri di essi. Si noterà a questo proposito che la Congregazione dei Riti aveva espresso parere negativo su questo patronato; Pio XI per una volta sorvolò ed impose la sua “piccola santa”. In quello stesso anno, con un privilegio particolare, estenderà l’ufficio e la messa di santa Teresa alla Chiesa universale, testi liturgici che aveva rivisto e corretto personalmente …

… aveva iniziato a non star bene dal giugno del 1936. Malgrado il soggiorno a Castel Gandolfo, la malattia si era prolungata per diversi mesi. Il 23 ottobre il papa aveva avuto un malessere. Aveva dovuto ridurre le sue apparizioni in pubblico. Il 13 novembre si era recato nella Cappella Sistina in portantina. Il 4 dicembre ebbe una ricaduta mentre seguiva gli esercizi spirituali in Vaticano. Pio XI soltanto allora si era deciso a chiamare un medico, pur ricorrendo contemporaneamente ad altre intercessioni. “Il nostro medico, eccolo là” diceva indicando un ritratto di santa Teresa di Lisieux … per alcuni mesi, tra il 1936 e il 1937, tutto il mondo pensò che la fine del papa fosse imminente … durante le prime settimane del 1937, la salute del papa andava gradualmente migliorando … ma soltanto a Pasqua, il 28 marzo, il papa riapparve in pubblico, scese nella basilica di San Pietro e impartì la benedizione apostolica dalla loggia esterna della basilica. Il papa attribuirà pubblicamente la sua guarigione a santa Teresa di Lisieux. Inoltre come nessun papa prima di lui – e nemmeno dopo – aveva osato fare, citerà il suo stato di salute in un enciclica [la Ingravescentibus malis de 29 settembre 1937, ndr]. Scriverà che la “migliore salute da Noi felicemente ricuperata” si deve attribuire alla “specialissima intercessione della vergine di Lisieux, santa Teresa del Bambin Gesù”.