Pubblichiamo a puntate il testo dell’intervento di A. Giacobazzi al 27° Convegno di Studi Cattolici (Rimini, 25, 26, 27 ottobre 2019). Questa è la sesta.
C. Angeli & Demoni: il caso Val d’Enza
Monopoli e Anghinolfi partivano sempre dal punto di partenza che i minori erano vittime di abusi sessuali[i], questa la dichiarazione di una delle psicologhe sentite dai carabinieri in relazione al caso Angeli & Demoni, scoppiato nell’Unione Val d’Enza (Reggio Emilia) all’inizio dell’estate 2019, circa vent’anni dopo e a poche decine di chilometri dai diavoli della Bassa.
F. Monopoli e F. Anghinolfi erano due figure cardine di quel servizio sociale. Anche qui un caso di violenze, inventate o significativamente esagerate, cui seguiva la sottrazione dei minori alle loro famiglie, l’inevitabile ricollocamento e talvolta abusi, questi sì, reali.
Non solo l’approccio generale ma i nomi di alcune associazioni lambite dai due eventi (Val d’Enza e Bassa Modenese) hanno una significativa continuità, in particolare per quanto concerne il Centro Studi Hansel e Gretel. Si badi: una linea comune, almeno su certi aspetti, la si ritrova anche con la vicenda del Forteto, realtà in cui, secondo alcune testimonianze, con la pratica dei “chiarimenti” i bambini accolti in comunità erano costretti a rievocare pubblicamente gli abusi a cui erano stati sottoposti prima di essere affidati [al Forteto], anzi spesso a inventarli e ad accusare i genitori, sistematicamente denigrati[ii].
A parte il carattere della pubblicità della confessione lo schema non pare così diverso, così come non sembra diversa l’impostazione ideologica (a sinistra, o comunque genericamente progressista) dei referenti politici che, a prescindere dal piano penale, hanno svolto un ruolo di interlocutori rispetto a queste situazioni. Ulteriore elemento di continuità è caratterizzato dal peso della pratica omoerotica di diversi protagonisti, nel caso Angeli & Demoni con tanto di ostentata militanza nel campo LGBT.
Andiamo con ordine: nel corso dell’estate 2019 una trentina di persone (assistenti sociali, psicologi, professionisti e politici) facenti riferimento al territorio della Valle dell’Enza finirono sotto i riflettori per quello che forse è il più inquietante caso di aggressione organizzata a sfondo ideologico lanciato da esponenti dell’apparato statale italiano verso la famiglia: relazioni false (muffa sui soffitti, poco cibo in frigo, assenza di giocattoli[iii], arrivando a ben altro), disegni di bambini che paiono contraffatti, una strana macchinetta dei ricordi a impulsi usata in modo discutibile sui piccoli, suggestioni nei dialoghi per far emergere violenze mai esistite al punto da scandalizzare i giovani pazienti con discorsi sessualmente espliciti, portandoli a piangere[iv] e – in questo caso sì – facendo loro una violenza devastante, psicologi travestiti da lupi[v], elaborazioni del lutto attraverso simulazioni del funerale di papà[vi], regali delle famiglie di origine fatti sparire e ammassati in un angolo. Partita da un numero relativamente ristretto di casi, la vicenda si allargò a macchia d’olio.
I bambini venivano tolti alle famiglie e riassegnati. In un paio di casi a ex compagne lesbiche di F. Anghinolfi, responsabile dei servizi sociali dell’unione, pure lei lesbica, ovviamente. Mi sono accorto fin dal primo incontro che gli assistenti sociali avevano da subito un atteggiamento stranamente ostile nei miei confronti, e non capivo il perché[vii] – raccontò un padre che si vide negata la potestà genitoriale sui suoi tre figli, affidati all’improvviso alla ex moglie e alla compagna di lei. Mi dissero che io ero omofobo. E che dovevo cominciare ad abituarmi alle relazioni di genere[viii] – aggiunse.
A F. Bassmaji e D. Bedogni, lesbiche, viene affidata una bambina sottratta alla famiglia. Capita che alla bimba non fosse permesso di tenere i capelli sciolti e che, tra le urla, sia stata lasciata sotto la pioggia da una delle affidatarie, la stessa che – in base alle registrazioni effettuate, in più occasioni e, mentre si trovava da sola nella sua auto, “instaurava lunghe conversazioni con soggetti immaginari”. E tra le urla alternava bestemmie, canti eucaristici e forti liti in cui si immaginava di sgridare bambini[ix].I servizi sociali l’avevano considerata idonea.
Tenendo ben presente il carattere provvisorio del testo, fa una certa impressione leggere in una delle ordinanze, la definizione dell’approccio di alcuni personaggi coinvolti nella vicenda considerati come fortemente ancorati ad una visione ideologica del proprio ruolo, convinti della loro metodologia e del loro approccio maieutico, in grado di far emergere, con valore salvifico e terapeutico, ricordi di abusi sessuali subiti da minori con personalità fragili e in difficoltà[x]. Quasi l’eco di alcuni testi di Voegelin visti nel primo capitolo.
Un paio di anni prima di questi fatti i cattolici reggiani, pur nell’indifferenza o nell’ostilità del clero locale, si erano mobilitati per una preghiera di riparazione al gay pride in forma di (partecipatissima) processione pubblica; presto molti altri gruppi di cattolici si sarebbero accodati nel resto d’Italia. L’Anghinolfi, da buona militante LGBT, pensò d’irridere una di queste processioni[xi], in un’altra occasione non mancò di pubblicare su Facebook un affresco del suo credo ideologico-religioso: rievocando a quanto detto all’inizio, potremmo definirlo un «grido contro il Padre», con inevitabile aggiunta di immanentismo esplicito, di partigianeria dalle tinte femministe e tracce del Cristo non-religioso[xii]. Seppur in maniera involontaria e dozzinale, un nuovo – piccolo – manifesto dalle tinte gnostiche. Lo stesso Foti, che in termini religiosi è ben lontano dal Cristianesimo autentico, si definisce di orientamento buddista, una dottrina che, come si è visto, ebbe anche l’attenzione di autorevoli “maestri” del passato, Groddeck e Huxley per citarne un paio.
Giovi ricordare che C. Foti, in base a quanto emerso da dichiarazioni intercettate della sua compagna, pare aver avuto atteggiamenti almeno stravaganti anche con lei: piatti rotti e pavimenti sporcati con escrementi di cane. L’accusato smentisce tutto: Mia moglie non mi ha mai denunciato. È stato solo un momento di nervosismo. Mai alzato un dito contro nessuno. Ci siamo subito chiariti, ora i rapporti sono ottimali[xiii]. Sempre in base alle parole della sua compagna, l’ispiratore del Centro Studi Hansel e Gretel avrebbe avuto un passato da bambino maltrattato[xiv], destino che l’accomunerebbe col suo stesso avvocato difensore, A. Coffari, il quale – in base alle sue stesse, coraggiose, dichiarazioni televisive – ha subito abusi dal padre dai 4 ai 7 anni. Coffari, che – va ricordato, a conferma della complessità di queste vicende[xv] – ebbe il merito di combattere come avvocato il sistema Forteto[xvi], tra l’altro affermò: Se oggi sono quello che sono lo devo molto alla fede: sono cattolico e questo dà un senso profondo alla mia esistenza[xvii].
Sebbene Foti compaia come indagato solo per situazioni piuttosto circoscritte e sia opportuno usare la massima prudenza su questi delicatissimi fatti, risulta legittimo chiedersi quale possa essere la serenità nel giudicare i maltrattamenti da parte di chi ne ha subiti. Stravagante, ex giudice onorario del Tribunale dei minori a Torino e acclamato consulente di decine di uffici giudiziari[xviii], non ha mancato di rendersi noto anche per aver promosso una petizione[xix] contro l’inchiesta Veleno attraverso una lettera aperta che definiva il lavoro di Trincia una ricostruzione confusiva che distorce i fatti per dimostrare una tesi precostituita. Evitando semplificazioni per cui questo psicologo avrebbe sempre e solo operato per separare i figli dai genitori (ci sono ovviamente esempi contrari), è necessario dare in nota un chiarimento metodologico, già in parte espresso[xx]. Ciò che ci prefissiamo non è la condanna del soggetto ma l’individuazione di una tendenza culturale di massima che, ovviamente, lo trascende.
In ogni caso, a prescindere da Foti, il clima che si respirava nel territorio (prima della deflagrazione mediatica) pare iniziasse a manifestare alcune caratteristiche inquietanti per la loro portata pervasiva. Pur con tutti i limiti dell’anonimato, è emersa una testimonianza sull’indottrinamento anche degli insegnanti della zona: Per noi insegnanti venne organizzata una sorta di convention sugli affidi. Ma con modalità incredibili, molto simili al sistema delle vendite piramidali che avvengono solitamente attraverso l’organizzazione di meeting[xxi].
Perché, cosa accadde?, chiede il giornalista: Un politico fece l’introduzione appoggiando l’operato dei servizi sociali della Val d’Enza, poi parlarono due addetti ai lavori legati ad altrettante associazioni, il tutto inframmezzato da video accattivanti con musica arrembante e titoli sparati sui numeri di denunce, bambini liberati, anni di carcere ottenuti. E nella sala, ai lati, due persone che facevano la claque e ci incitavano ad applaudire. Dopo cinque minuti volevo andarmene, ma mi fu consigliato di non farlo, perché avrebbero preso nota di chi se ne andava… un plagio, ci hanno abbindolato per un’ora e mezza[xxii].
Un politico? Qui di politici coinvolti se ne videro tanti, magari non sul piano penale, ma su quello genericamente istituzionale senza dubbio. Non solo le amministrazioni comunali ma anche un livello regionale e nazionale di tutto rispetto: l’Anghinolfi fu ricevuta in audizione presso la Commissione Parità della Regione Emilia-Romagna, per presentare il modello Val d’Enza (la stessa cosa accadde alla Camera dei Deputati su invito dell’On. V. Iori, del PD).
La presidente di questa Commissione regionale, la consigliera R. Mori (sempre del PD), fu presente all’inaugurazione del centro La Cura di Bibbiano[xxiii], uno dei gangli dell’inchiesta, e partecipò ad uno dei convegni sull’affido tenuti in Val d’Enza dai principali protagonisti di questa vicenda. Lì arrivò a sostenere di voler essere, come istituzione, partner e sponda rispetto ad un’esperienza che noi riteniamo esemplare per tutta la regione Emilia Romagna[xxiv]. Molto altro si potrebbe aggiungere[xxv], ma per brevità passiamo oltre.
Se per i diavoli della Bassa, abbiamo sentito la voce di don Rovatti, per Angeli & Demoni ha parlato il vescovo di Reggio Emilia Guastalla, Mons. Camisasca. Seppur rappresentante del filone modernista-conciliare, in questo caso ha parlato con una certa chiarezza: i bambini sono stati usati per e in nome di un progetto ideologico, e ancora: vedo che tutti dobbiamo farci carico di questa situazione grave, una situazione provocata dalle ideologie anti-familistiche che sono il retroterra di tutto ciò che è avvenuto[xxvi].
D. Non solo Bibbiano
Il conto dei disastri sociali figli di un certo approccio ideologico applicato all’analisi psicologica è difficile da portare a termine, data la vastità del fenomeno. Fare un affresco delle vicende almeno discutibili è pure complesso ma si può provare ad operare una sintesi, ovviamente senza pretesa di eccessivo dettaglio o di esaustività. Sia chiaro: visto il terreno misterioso ed accidentato in cui ci stiamo muovendo, si tratta di ombre, talvolta sfuggenti, che emergono dal passato.
C’è chi ha parlato di un caso zero[xxvii]: il suicidio di massa di Sagliano, un’intera famiglia di quattro persone che si sono tolte la vita nella loro auto per non aver retto il peso delle accuse di incesto e pedofilia loro addebitate. La vicenda, ancora una volta, risulta essere un intrico di affermazioni molto colorite rilasciate dai bambini (pare non manchino botole, passaggi segreti e violenze in età da poppante, di cui non si può aver memoria), intervallati da smentite degli stessi[xxviii]. Sul parabrezza dell’utilitaria in cui fu compiuto l’insano gesto dei quattro, c’era il loro biglietto d’addio: «Moriamo per colpa della giustizia»[xxix]. Questo atto rese impossibile l’accertamento di come effettivamente andarono le cose. Era il giugno 1996.
Uno dei pm che gestì la vicenda fu quel Chionna che svolse il ruolo di grande accusatore, nel caso Varietopoli, contro Valerio Merola e Gigi Sabani. Chionna si mise con l’ex fidanzata di Sabani che, tra l’altro, venne pure arrestato ma il procedimento fu archiviato.
E che dire di una delle più clamorose cantonate giudiziarie degli ultimi anni? Gli ipotizzati abusi nell’asilo «Olga Rovere» di Rignano Flaminio. Ventuno bambini, fomentati dai genitori, raccontano di aver subito ogni crudeltà. Cinque persone finiscono a processo[xxx].Anche qui storie agghiaccianti al limite del cinematografico. “Quei pedofili ogni domenica a messa”[xxxi] titolò Il Tempo, il 26 aprile 2007. “I bambini dell’asilo drogati dalle maestre”, tuonò La Stampa, il 25 Aprile 2007. Alcuni anni più tardi, dopo altre vite frantumate, due sentenze diranno l’esatto contrario[xxxii].
Per non parlare del caso di Salerno che esplode a dicembre di quello stesso anno 2007. Con un canovaccio da film horror, che riecheggia quello modenese. Orge sataniche. Minori violati che violentano coetanei[xxxiii]. Accusato il padre, poi assolto[xxxiv].
Ancora: a Pisa, 2006, storia di un padre che abusa la figlia. Arrivano perizie e consulenze di parte. L’uomo viene rinviato a giudizio. E a ottobre 2012 arriva la sentenza. Il tribunale di Pisa lo assolve per non aver commesso il fatto. Il caso è definitivamente chiuso, anche questa volta. La procura, che aveva chiesto 10 anni, decide di non fare appello[xxxv].
Poi: Arezzo, 2011. C’è un bidello di una scuola materna accusato di ogni nefandezza a sfondo sessuale. Vengono messe telecamere dai carabinieri. Stesso copione: assolto.
Nella ricca raccolta di questi casi, annotata da Antonio Rossitto, si prosegue: Cagliari: il caso dell’orologiaio accusato di abusi sessuali sui tre figli. Nefandezze a cui avrebbero partecipato anche la nuova compagna dell’uomo, veterinaria, e un amico. Tutti assolti, nel 2001, in primo grado. […] I tre sono nuovamente scagionati. Fino alla Cassazione[xxxvi].
C’è poi il caso del fotografo milanese, arrestato nel 2003 per aver abusato, durante una vacanza in Puglia, di un amichetto del figlio conosciuto in spiaggia. Tra le prove raccolte, ci sono anche alcune foto di bambini[xxxvii]. L’uomo viene assolto in primo e secondo grado.
Da una di queste drammatiche vicende è nata anche una fiction con Sabrina Ferilli, ispirata al libro “Rapita dalla giustizia”, scritto dalla reale protagonista, Angela Lucanto, con l’ausilio di due giornalisti. Il 24 novembre del 1995 la piccola Angela, sette anni, venne prelevata, con intervento di Carabinieri e assistente sociale, dalla sua scuola a Milano e mandata in un istituto per minori gestito dal Cismai (Centro italiano contro il maltrattamento e l’abuso dell’Infanzia)[xxxviii]. Nessuna spiegazione alla bambina:
Quello fu solo l’inizio del suo lungo calvario. Per due anni Angela non ebbe alcuna notizia della sua famiglia – ma in Istituto le fu solo detto, falsamente, di essere stata abbandonata dai suoi genitori – che nel frattempo era chiamata a vivere un altro dramma, questa volta giudiziario. Papà Salvatore, infatti, fu arrestato e rinchiuso nel carcere di San Vittore in seguito ad una falsa accusa di pedofilia sollevata dalla cugina di Angela, all’epoca 14enne. Accusa infamante dalla quale fu poi assolto[xxxix].
Nonostante tutto questo
ci vollero undici anni di sofferenze, prima che Angela potesse riabbracciare
mamma e papà[xl].
[i] Chi l’ha visto?, Rai3, Puntata del 18 settembre 2019, 01:30:00, https://www.raiplay.it/video/2019/09/Chi-lha-visto-32ed5534-815d-4b85-93e1-f71fbfb5cfd0.html
[ii] Repubblica.it, Scandalo Forteto, arrestato il fondatore della Comunità: abusi e maltrattamenti, 22 dicembre 2017, https://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/12/23/news/pelago_arresto_fiesoli_scandalo_forteto-184977959/
[iii] Affidi Reggio Emilia: militanza gay per riprogrammare i bambini?, RadioSpada.org, 29 giugno 2019, (da due articoli de Il Resto del Carlino), https://www.radiospada.org/2019/06/affidi-reggio-emilia-militanza-gay-per-riprogrammare-i-bambini/
[iv] Chi l’ha visto?, 11 settembre 2019
[v] Ibidem.
[vi] Ibidem.
[vii] Intervista a cura di N. Reverberi, Il resto del Carlino, 28 giugno 2019, p. 36.
[viii] C. Tosi, “Io accusato di omofobia per togliermi il figlio e darlo a una coppia gay”, 1 luglio 2019, IlGiornale.it, http://www.ilgiornale.it/news/cronache/storia-michele-mi-hanno-tolto-i-figli-accusandomi-essere-1719444.html
[ix] C. Tosi, Abusi, quel sistema collaudato per dare i bimbi ad amici ed ex, 30 giugno 2019, www.ilgiornale.it/news/cronache/inchiesta-angeli-e-demoni-ecco-cosa-facevano-katia-bambina-1718677.html
[x] M. Caiulo, Bibbiano, i giudici duri su Carletti: “Spalleggiò organizzazione per ambizioni politiche”, Agenzia Dire, 20 settembre 2019, https://www.dire.it/20-09-2019/369737-bibbiano-i-giudici-duri-su-carletti-spalleggio-organizzazione-per-ambizioni-politiche/
[xi] Caso Bibbiano. Quando la presunta “regina degli affidi” derideva le processioni di riparazione, RadioSpada.org, 7 luglio 2019, https://www.radiospada.org/2019/07/caso-bibbiano-quando-la-presunta-regina-degli-affidi-derideva-le-processioni-di-riparazione/
[xii] La filosofia del caso Bibbiano: l’Anghinolfi faceva la lezione antimonoteista sul Cristo non-religioso, RadioSpada.org, 4 luglio 2019, https://www.radiospada.org/2019/07/la-filosofia-del-caso-bibbiano-langhinolfi-faceva-la-lezione-antimonoteista-sul-cristo-non-religioso/
[xiii] N. Materi, Ecco i verbali che inguaiano l’“uomo nero” di Bibbiano, IlGiornale.it, 23 luglio 2019, www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-i-verbali-che-inguaiano-l-uomo-nero-bibbiano-1730505.html
[xiv] C. Cattaneo intervista M. Tortorella, Bibbiano, il ruolo di Foti. Tortorella: «Travestiti da lupo per convincere i bambini a denunciare abusi inesistenti», 9 ottobre 2019, Orwell.live, https://orwell.live/2019/10/09/bibbiano-il-ruolo-di-foti-tortorella-travestiti-da-lupo-per-convincere-i-bambini-a-denunciare-abusi-inesistenti/
[xv] Si veda la Nota Metodologica.
[xvi] Dal profilo Facebook di A. Coffari: https://www.facebook.com/andrea.coffari/videos/10217726274380203/; min 1:00
[xvii] N. Materi, «Quello che è successo a me non deve accadere a nessun altro», IlGiornale.it, 23 settembre 2019, http://www.ilgiornale.it/news/che-successo-me-non-deve-accadere-nessun-altro-1756817.html
[xviii] Antonio Rossitto, Scandalo affidi: bambini rubati, Panorama, 15 luglio 2019
[xix] CSHG.it, 27 novembre 2018: http://www.cshg.it/firma-la-lettera-aperta-su-veleno-una-ricostruzione-confusiva-che-distorce-i-fatti-per-dimostrare-una-tesi-precostituita.html
[xx] In questo intervento, dunque anche in riferimento a quanto già esposto, non si ha interesse per la cosiddetta mostrificazione degli individui, né sul piano penale, né su quello genericamente morale. Ciò che interessa è il giudizio sulle idee, spesso – lo ripetiamo – applicate senza la piena coscienza di chi le impersona. Molte vicende restano complicate da inquadrare, finite troppo presto o in modo troppo dubbio per dare un giudizio che non sia indiziario. Anche per questo il ricorso ai nomi è ridotto al minimo indispensabile. Stesso si dica per le citazioni dalla stampa: si ricorre ad esse principalmente quando riportano documenti (se processuali, col beneficio del dubbio) o narrazioni sintetiche, non certo facendo aperture di credito per episodi di voyeurismo mediatico.
[xxi] T. Soresina, “Convention su affidi stile vendita piramidale con claque e politici”, La Gazzetta di Reggio, 9 luglio 2019.
[xxii] Ibidem.
[xxiii] Altre novità su Roberta Mori e Bibbiano. A questo punto ci vuole un chiarimento politico, RadioSpada.org, 12 luglio 2019, https://www.radiospada.org/2019/07/altre-novita-su-roberta-mori-e-bibbiano-a-questo-punto-ci-vuole-un-chiarimento-politico/
[xxiv] Video (regista: affidataria LGBT): il plauso della pres. Mori a quello strano convegnone in Val d’Enza, RadioSpada.org, 10 luglio 2019, https://www.radiospada.org/2019/07/video-regista-affidataria-lgbt-il-plauso-della-pres-mori-a-quello-strano-convegnone-val-denza/
[xxv] Il nostro archivio completo sul caso Angeli e Demoni, RadioSpada.org, 9 luglio 2019, https://www.radiospada.org/2019/07/e-noi-pubblichiamo-il-nostro-archivio/
[xxvi] F. Colagrande, Bibbiano, mons. Camisasca: alla base c’è ideologia anti-famiglia, VaticanNews, 25 luglio 2019, https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2019-07/bibbiana-mons-camisacra-base-ideologia-anti-famiglia.html
[xxvii] S. Lucarelli, Molestie finte e morti vere: il “caso zero” dei bimbi rubati, 6 luglio 2019, Il Fatto Quotidiano.
[xxviii] Ibidem.
[xxix] Antonio Rossitto, Scandalo affidi: bambini rubati, cit.
[xxx] Ibidem.
[xxxi] C. Cerasa, Ho visto l’uomo nero: L’inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio tra dubbi, sospetti e caccia alle streghe, Castelvecchi, 2017, et IlPost.it, Cosa scrivevano nel 2007 i giornali sulla storiaccia di Rignano Flaminio, https://www.ilpost.it/2014/05/16/titoli-giornali-rignano-flaminio/
[xxxii] Antonio Rossitto, Scandalo affidi: bambini rubati, cit.
[xxxiii] Ibidem.
[xxxiv] Ibidem.
[xxxv] Ibidem.
[xxxvi] Ibidem.
[xxxvii] Ibidem.
[xxxviii] E. Longo, ANGELA LUCANTO. Bambina tolta alla famiglia: “Un incubo” (L’amore strappato), 31 marzo 2019, IlSussidiario.net, https://www.ilsussidiario.net/news/cinema-televisione-e-media/2019/3/31/angela-lucanto-bambina-tolta-alla-famiglia-errore-forse-no-lamore-strappato/1865210/
[xxxix] Ibidem.
[xl] Ibidem.