Iniziamo la pubblicazione a puntate dell’opera “Il dogma del Purgatorio” del Padre F. S. Schouppe della Compagnia di Gesù nella traduzione italiana del sacerdote Antonio Buzzetti, stampato a Torino nel 1932 con le debite approvazioni ecclesiastiche. Come nostro solito protestiamo che, in conformità ai decreti di Urbano VIII, salvo i dommi e le dottrine e tutto ciò che la Santa Apostolica Sede ha definito, in tutt’altro non intendiamo prestare né richiedere altra fede che l’umana.

CAPITOLO PRELIMINARE

Il dogma del Purgatorio dalla maggior parte dei fedeli è troppo dimenticato: la Chiesa purgante, in cui vivono tanti fratelli da soccorrere o nella quale ben presto passeranno essi medesimi, sembra essere loro affatto estranea. Una tale dimenticanza, veramente deplorevole, faceva gemere S. Francesco di Sales: «Ohimè! diceva questo pio dottore della Chiesa, noi non ci ricordiamo abbastanza dei cari nostri trapassati, e col suono delle campane sembra pure svanire la loro memoria». La causa principale di così lacrimevole fatto si trova nell’ignoranza e nella mancanza di fede. Riguardo al Purgatorio abbiamo nozioni troppo indefinite ed una fede troppo debole.
Bisogna dunque più da vicino considerare quella vita d’oltre tomba, quello stato intermedio delle anime giuste, non ancora degne d’entrare nella celeste Gerusalemme, onde ravvivare la nostra fede e formarcene un’idea più distinta. Ecco lo scopo di quest’opera. Si propone non di provare l’esistenza del Purgatorio a menti scettiche, bensì di farlo meglio conoscere ai pii fedeli, che con una fede divina credono al dogma rivelato da Dio. Ad essi in modo speciale s’indirizza questo libro, per dar loro del Purgatorio un’idea meno confusa, dirò meglio, un’idea più attuale di quella che comunemente se ne ha, lumeggiando il più che sia possibile questa grande verità della fede.
A questo scopo abbiamo tre ben distinte fonti di luce. In primo luogo l’insegnamento dogmatico della Chiesa; quindi la dottrina esplicativa dei santi Dottori: per ultimo le rivelazioni dei Santi e le apparizioni, che confermano l’insegnamento dei Dottori.
1° La dottrina dogmatica della Chiesa riguardo al Purgatorio comprende due articoli che indicheremo in seguito. Questi due articoli sono di fede e devono essere creduti da ogni cattolico.
2° La dottrina dei Dottori e Teologi, o meglio, i loro sentimenti e le loro spiegazioni sopra parecchie questioni relative al Purgatorio, non si erigono ad articoli di fede, e si possono non accettare, senza cessare per questo di essere cattolico; sarebbe però cosa imprudente e temeraria lo scostarsene; ed è secondo lo spirito della Chiesa seguire le opinioni più comunemente insegnate dai Dottori.
3° Le rivelazioni dei Santi, chiamate anche rivelazioni particolari, non appartengono al deposito della fede da Gesù Cristo affidato alla sua Chiesa; sono fatti storici basati sull’umana testimonianza: è permesso di crederli, e la pietà vi trova un salutare alimento. Si possono pure non credere senza peccare contro la fede; ma, se sono provati, non si possono rigettare senza offendere la sana ragione, comandando questa ad ognuno di acconsentire alla verità, dal momento che è sufficientemente dimostrata.
Di due sorta sono le rivelazioni particolari: le une consistono nelle visioni, le altre nelle apparizioni. Le visioni propriamente dette sono lumi soggettivi, che Dio spande nella mente d’una creatura per iscoprirle i suoi misteri. Tali sono le visioni dei Profeti, quelle di san Paolo, quelle di santa Brigida e di molti altri santi.Le apparizioni sono, almeno di spesso, fenomeni oggettivi, che hanno un oggetto reale, esteriore. Tale fu l’apparizione di Mosè e d’Elia sul Tabor, quella di Samuele evocato dalla Pitonessa d’Endor, quella dell’angelo Raffaele a Tobia, quelle di molti altri angeli; tali finalmente sono le apparizioni delle anime del Purgatorio.
Ben sovente avvengono le apparizioni delle anime che si trovano in Purgatorio. In gran numero le troviamo nelle Vite dei Santi, anzi talvolta avvengono a fedeli ordinari.Noi raccogliamo ed al lettore presentiamo quelli fra tali fatti che tornano più opportuni a loro istruzione ed edificazione; li abbiamo scelti nelle Vite dei Santi, come tali onorati dalla Chiesa, e di altri illustri servi di Dio.
Le apparizioni delle anime purganti, dice l’abate Ribet, non sono rare. Dio le permette a sollievo delle anime che implorano la nostra compassione, come anche per fare intendere quanto sono terribili i rigori della sua giustizia per falli da noi talvolta giudicati leggeri.Spesse volte Dio concesse a parecchie anime sante di vedere e visitare il Purgatorio. S. Caterina Ricci in ispirito scendeva in quel luogo tutte le notti delle domeniche. S. Liduina nel tempo dei suoi rapimenti penetrava nel Purgatorio, e condotta dal suo angelo custode visitava colà le anime nelle loro pene. Ugualmente un angelo condusse la B. Osanna di Mantova attraverso quei luoghi di dolore. La B. Veronica da Binasco, S. Francesca Romana e molte altre ebbero visioni al tutto somiglianti, colle stesse impressioni di terrore. Più spesso sono le anime purganti medesime che si rivolgono ai vivi e domandano la loro intercessione. In tal modo parecchie apparvero alla B. Margherita Maria Alacoque e ad una moltitudine di altre sante persone.
Le anime del Purgatorio, quando compaiono ai vivi, sempre si presentano in un atteggiamento che muove alla compassione: ora coi lineamenti che avevano in vita od alla loro morte, con una faccia triste, sguardo supplichevole, in abito di duolo, coll’espressione d’estremo dolore; ora come una luce, una nube, un’ombra, una qualunque figura fantastica, accompagnata da un segno o da una parola che le faccia riconoscere. Altre volte manifestano la loro presenza con gemiti, singhiozzi, sospiri, affannoso respiro, lamentevoli accenti. Spesso compaiono circondate di fiamme: quando parlano, manifestano i loro patimenti, deplorano i passati loro falli, chiedono suffragi, od anche fanno rimproveri a quelli che le dovrebbero soccorrere.
Le particolarità da noi addotte bastano per giustificare agli occhi del lettore la citazione dei fatti che troverà nel corso di quest’opera.
Aggiungiamo che il cristiano deve porsi in guardia di essere troppo incredulo intorno ai fatti soprannaturali che hanno attinenza coi dogmi della sua fede. San Paolo ci dice che la carità tutto crede (I Cor., XIII, 7).Se è vero che la prudenza riprova una cieca e superstiziosa credulità, è altresì vero doversi sfuggire un altro eccesso, quello rimproverato dal Salvatore all’apostolo san Tommaso: Voi credete, gli disse, perché avete veduto e toccato; beati quelli che credono senza aver veduto; non essere incredulo, ma credente (Giov., XX, 27).
Noi, cercando di evitare una biasimevole credulità, abbiamo con una certa libertà raccolti i fatti che ci parvero più avverati e più istruttivi. Possano essi in quelli che li leggeranno accrescere la devozione verso i defunti! Possano nelle loro anime profondamente stampare il santo e salutare pensiero del Purgatorio!

PARTE I
Il Purgatorio mistero di giustizia.

Capitolo I
Il Purgatorio nel disegno di Dio.

Il Purgatorio nel disegno di Dio. – Preghiera pei defunti. – La parola purgatorio. – Dottrina cattolica – Questioni controverse.

Nella nostra santa religione il Purgatorio tiene un gran posto, formando una delle parti principali dell’opera di Gesù Cristo ed entrando in un modo essenziale nella economia della salute degli uomini.
La Santa Chiesa, presa nella sua totalità, si compone di tre parti: la Chiesa militante, la Chiesa trionfante e la Chiesa purgante, ossia il Purgatorio. Questa triplice Chiesa forma il corpo mistico di Gesù Cristo e le anime del Purgatorio sono sue membra, come lo sono i fedeli nella terra e gli eletti nel Cielo. Le tre Chiese sorelle hanno tra loro incessanti relazioni, una continua comunicazione chiamata la comunione dei Santi. Altro oggetto non hanno queste relazioni che di condurre le anime alla gloria: le tre Chiese vicendevolmente si aiutano a popolare il Cielo che è la città permanente, la gloriosa Gerusalemme.
Le relazioni che noi, membri della Chiesa militante sulla terra, abbiamo colle anime del Purgatorio, consistono nel soccorrerle nelle loro pene. Dio ci ha posto in mano la chiave delle misteriose loro prigioni, ossia la preghiera per i defunti, la devozione per le anime del Purgatorio.
Questa preghiera, i sacrifici ed i suffragi per i defunti fanno parte del culto cristiano, e la devozione verso le anime del Purgatorio è una devozione che lo Spirito Santo colla carità diffonde nel cuore dei fedeli: Santa e salutare cosa è il pregare pei morti, onde siano liberati dai loro peccati (II Macc., XII, 46).
Per essere perfetta la divozione verso i defunti dev’essere animata al tempo stesso da uno spirito di timore e di confidenza. La santità di Dio e la sua giustizia c’ispirano da una parte un salutare timore; dall’altra l’infinita sua misericordia ci dà un’illimitata confidenza. Dio è la stessa santità assai più di quello che il sole sia la luce, ed al suo cospetto non può sussistere ombra alcuna di peccato: I vostri occhi, dice il Profeta, sono puri e non possono sostenere la vista del peccato (Abacuc, I, 13). Quindi, quando nella creatura si trova il peccato, la santità di Dio ne domanda l’espiazione, e quando questa espiazione si fa tutta in rigore della divina giustizia, essa è ben terribile. Ed è perciò che la Scrittura dice ancora: Santo e terribile è il suo nome (Sal. 110), come se dicesse: terribile è la sua giustizia perché la sua santità è infinita.
Terribile è la giustizia di Dio, e con un estremo rigore punisce i più leggeri falli. E la ragione ne è che questi falli, per leggeri che siano ai nostri occhi, in niun modo lo sono dinanzi a Dio. Il menomo peccato gli dispiace immensamente, ed in causa dell’infinita santità, la più piccola trasgressione prende enormi proporzioni e domanda un’espiazione adeguata. Ecco ciò che spiega la terribile severità delle pene dell’altra vita e che deve riempirei di un santo spavento.
Il timore del Purgatorio è un timore salutare; esso non solo c’investe di una caritatevole compassione per le anime sofferenti, ma ancora d’uno zelo vigilante per noi stessi, Pensate al fuoco del Purgatorio, e farete di tutto per schivare i menomi falli; pensate al fuoco del Purgatorio, e praticherete la penitenza per soddisfare alla divina giustizia in questo mondo piuttosto che nell’altro.
Tuttavia non dimentichiamo la misericordia di Dio, che non è meno infinita della sua giustizia. Questa ineffabile bontà di Dio deve calmare i nostri troppo vivi timori e colmarci d’una santa confidenza, secondo quelle parole: In voi ho posto la mia confidenza, e mai non rimarrò confuso (Salmo 70).
Ora questo doppio sentimento si attinge al dogma del Purgatorio ben compreso: dogma che contiene il doppio mistero della giustizia e della misericordia di Dio: della giustizia che punisce e della misericordia che perdona.
La parola purgatorio ora si prende per un luogo, ora per uno stato intermedio fra l’inferno ed il cielo. Esso è propriamente la situazione delle anime che nel momento della morte si trovano in stato di grazia, ma non hanno pienamente espiato i loro falli, né raggiunto il grado di purezza necessario per godere della vista di Dio.
Dunque il Purgatorio è uno stato passeggero che va a terminare nella vita beata. Non è una prova in cui si possa meritare o demeritare, ma uno stato di soddisfazione e d’espiazione. L’anima è arrivata al termine della sua mortale carriera: questa vita era un tempo di prova, tempo di merito per l’anima e tempo di misericordia da parte di Dio. Spirato che sia questo tempo, da parte di Dio non vi è altro che giustizia, e da parte sua l’anima non può più né meritare, né demeritare. Essa rimane fissa nello stato in cui la trovò la morte; e siccome fu trovata nella grazia santificante, è sicura di non più decadere da questo felice stato e di arrivare all’immutabile possesso di Dio. Tuttavia, siccome è aggravata da certi debiti di pene temporali, deve soddisfare alla divina giustizia, assoggettandosi a queste pene in tutto il loro rigore.
Tale è il significato della parola purgatorio, e tale è lo stato delle anime che vi si trovano.
Ora la Chiesa in questa parte propone due verità, nettamente definite come dogma di fede: prima, che vi è un Purgatorio; seconda, che le anime che sono nel Purgatorio possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli, sopratutto col santo sacrificio della Messa.
Oltre questi due punti dommatici, vi sono parecchie questioni dottrinali non decise dalla Chiesa e che più o meno sono chiaramente risolte dai Dottori. Queste questioni si riferiscono: 1° al luogo del Purgatorio; 2° alla natura delle pene; 3° al numero ed allo stato delle anime che sono nel Purgatorio; 4° alla durata delle loro pene; 5° all’intervento dei vivi in loro favore ed all’applicazione dei suffragi della Chiesa.


fonte purgatorio.altervista.org