
Dopo l’ultima lettera di Miguel l’interesse sollevato è stato tanto: commenti, proposte, idee, dibattiti anche serrati. Ecco dunque la nuova missiva che fa il punto della situazione [RS].
di Miguel
Cari Amici di Radio Spada,
innanzitutto: grazie.
Grazie per i tanti riscontri arrivati alla mia missiva, per quelli a favore ma anche per le critiche.
Un dato ormai è chiaro: qualcosa bisogna fare. Forse le “marce romane” (o “pellegrinaggi romani”) sono lontane, forse sarà una tappa successiva o forse no. Chi lo sa?
Sicuro è che, nell’uragano di questa crisi, almeno bisogna vedersi, incontrarsi, magari pure litigare ma sì, dirsi qualcosa.
Non è il tempo di guardarsi negli occhi e di vedere che almeno ci siamo? Se anche l’esito fosse solo questo, sarebbe già un successo.
Le necessità sono tante: formazione, informazione e per sentitizzarle tutte… l’apostolato.
Risulta evidente che la crisi nella Chiesa non è iniziata ieri e neppure l’altro ieri: ormai sono sempre di più le persone che se ne rendono conto.
E allora troviamoci. Anche perché, vedete, le urgenze – distinte ma connesse – sono anche altre: genderizzazione, eutanasizzazione, sovranità e molto ancora.
Ogni cosa è unita in questo crogliuolo gnostico che ci è imposto da decenni, o da secoli.
Bisogna mettersi in una sala e – tenendo fermi alcuni punti inderogabili già stranoti a voi lettori – vedere fino a che punto unire le forze, individuando un obiettivo di medio termine. Oltre la stessa Radio Spada.
Il tutto senza velleitarsimi e attivismi inutili e dannosi.
Quale obiettivo, dunque? Si vedrà: le cose che si possono fare sono davvero molte. Si va da un convegno nazionale ad altre iniziative pubbliche ad altre che emergeranno. Ma ribadisco: anche solo il dare un volto alla digitalità e il “tenersi sentiti” può essere un passo.
Io ci sono.
Fatemi sapere,
Tutto qui? Come volevasi dimostrare. Lanciare il sasso e nascondere la mano non è un buon inizio. Se aspettate che sia la massa a prendere l iniziativa vi sbagliate. Un popolo va guidato altrimenti è il caos. Gli uomini producono qualcosa di decente solo se organizzati in una comunità gerarchica. Con un ideale preciso. Con un obiettivo preciso. Piantatela con i punti interrogativi che sembra che abbiate paura di quello che pensate. Avete un piano? E allora agite di conseguenza. La massa che vi legge deve trovarsi di fronte alla scelta se aderire o no.
Quanta arroganza, quanta agitazione. Come volevasi dimostrare? Cosa? Leggere l’articolo. Nessuno ha parlato di massa che si muoverebbe da sola. Nessuno ha parlato di popolo che che non va guidato. Chiunque segua questo sito (o altri simili) sa bene quali sono le idee. Metti gli occhiali, prima di mettere mano alla tastiera, e rileggi la frase “tenendo fermi alcuni punti inderogabili già stranoti a voi lettori”. Se poi hai voglia di far polemica sterile è altro discorso. PS: I punti interrogativi fanno parte dei simboli della nostra lingua e ti svelo un segreto, la prima frase che hai scritto finisce con un punto interrogativo.
Se l ho offesa non era mia intenzione e non voglio fare polemica. Ho riletto l articolo e confermo di non aver trovato nessun punto pratico in più del precedente articolo e non capisco ancora di cosa si stia parlando effettivamente. Pensavo solo che ci fosse finalmente una svolta pratica nel mondo della tradizione e sono rimasto deluso. Tutto qui… P. S. Se vuole cimentarsi nel mettere assieme uomini in grado di fare cose incisive (se questo è l intento) è meglio che si abitui ad un parlare schietto senza scambiarlo per arroganza.
Io ci sono, Dio lo vuole.