
“Occasione meravigliosa ieri sera; un servizio serale nella magnifica Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, durante la quale l’arcivescovo Ian Ernest è stato installato dall’arcivescovo Justin Welby come nuovo direttore del Centro anglicano di Roma e come rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede”.
Così scrive festoso su Facebook il 13 u.s. l’Anglican Center in Rome ripreso dal medesimo dottor Welby, in arte (è dogma di fede definito da Leone XIII che le ordinazioni anglicane sono invalide e nulle) Arcivescovo di Canterbury.
Uno sfregio inaudito al Patriarca della Compagnia di Gesù che la Provvidenza diede alla Chiesa militante come sussidio contro i Protestanti; un insulto tremendo alla gloriosa schiera di Gesuiti che fu crudelmente martirizzata dagli Anglicani; una ulteriore profanazione da parte dei modernisti ai danni delle chiese cattoliche e della Chiesa Cattolica che da cinquanta anni e più tiranneggiano.
E diciamo cinquanta anni e più perché questa tresca catto-anglicana data dal 1966 quando Paolo VI ricevette in pompa magna l’allora (fanta)arcivescovo di Canterbury Ramsey cui fece dono del suo anello episcopale dopo avergli fatta benedire la folla a San Paolo fuori le mura. Forse si era scordato che chi riceveva era non solo un eretico ma un laico travestito da vescovo.

Una dimenticanza comune anche ai suoi successori: sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI impartirono benedizioni congiunte coi (fanta)arcivescovi di Canterbury.
Il primo con un anglicano aprì addirittura la Porta Santa di San Paolo fuori le mura.


Al pontificato del secondo, il quale a Westminster Abbey durante l’incontro ecumenico del 17 settembre 2010 ricevette l’omaggio di presibeteresse in piviale, risale invece una profanazione simile a quella avvenuta il 13 novembre a Sant’Ignazio: all’allora (fanta)arcivescovo Rowan Williams fu permesso di celebrare il suo rito sacrilego a Santa Sabina.
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Anche in questo caso, come già si disse per i Vespri Anglicani in San Pietro del 13 marzo 2017, possiamo dire nihil sub sole novi: si tratta della tradizione della “chiesa conciliare”.
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Immagini raccolte dal web a scopo meramente illustrativo.
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