Di seguito riportiamo la lettera che Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre ha inviato ai suoi fedeli separati, divorziati e concubini in genere. Sebbene sia la lettera di un vescovo non c’è nessun richiamo all’abbandono della situazione gravamente peccaminosa che mette in pericolo il destino eterno delle anime, nessun richiamo agli alti valori cristiani della castità, della santità della famiglia, nessun richiamo all’unità ed indissolubilità del matrimonio. Solamente un prostrarsi con la scusa delle vicende travagliate dei singoli a modi di vivere non secondo Dio, che condanna il divorzio ed il concubinaggio. Ma del resto il punto di partenza è la terrificante Amoris Laetitia (et Castitatis Tristitia), quindi più che della lettera di un successore degli Apostoli, quella di seguito è la lettera di un successore degli Apostati.

A voi che avete scelto di essere famiglia e avete attraversato situazioni che vi hanno portato alla separazione o anche al divorzio e, oltre questo, a iniziare nuove esperienze di unione per cui alcuni hanno scelto di risposarsi civilmente o di non sposarsi… a voi tutti giunge questa lettera!
Mi rivolgo a voi con un saluto che intende aprire un rapporto di conoscenza, di stima e di dialogo.Non solo, desidera anche farvi conoscere il desiderio di potervi incontrare. Vi parlo a nome della diocesi di Belluno Feltre, di cui sono vescovo.
C’è una parola iniziale da confidarvi: Scusate! C’è in questa parola la nostra consapevolezza di avervi spesso ignorato nelle nostre comunità parrocchiali. Forse avete anche sofferto per atteggiamenti tra noi di giudizio e di critica nei vostri confronti. Abbiamo anche per un lungo tempo dichiarato che non potevate essere pienamente ammessi ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, mentre in molti di voi c’era il desiderio di essere sostenuti dal dono dei sacramenti e dall’affetto di una comunità.
In questo ci siamo irrigiditi su una visione molto formale delle situazioni familiari a cui eravate pervenuti. Abbiamo sbagliato a non considerare altrettanto la situazione personale, i sogni che avevate alimentato, la vostra vocazione alla vita coniugale con i progetti di vita che comportava, seppure incorsi in vicende familiari travagliate, dove tanti fattori possono essere stati decisivi ad ostacolare tutto questo. È proprio in queste situazioni complesse che la responsabilità personale ha bisogno di essere sostenuta e aiutata proprio nelle sue fragilità.
A chi tra voi si è scoraggiato e ha lasciato le nostre comunità parrocchiali, siamo qui per confidarvi che ci mancate e che sentiamo di aver bisogno di voi e della vostra testimonianza di vita. Siamo consapevoli che le vicende travagliate, che avete attraversato e che hanno disturbato e ferito i vostri affetti familiari, possono aiutarci tutti a considerare la vita come un dono mai scontato, come una responsabilità mai conclusa, come un poter ricominciare il percorso dell’esistenza per la promessa che esso rappresenta.
Ci risuona una parola di Gesù: «Coraggio, alzati, ti chiama!». Parola che egli pronuncia su ogni vita, anche quando essa sembra compromessa nelle sue radici.
È per questa sua parola che vorremmo incontrarci tra persone che sentono delle ferite aperte nei loro affetti familiari o che hanno ricominciato una vita insieme e desiderano porla accanto a questa parola di vita di Gesù.
Ecco l’invito che ti/vi facciamo: nel pomeriggio di domenica 1° dicembre, alle ore 15.00, presso il Centro Papa Luciani a Col Cumano di Santa Giustina. Ci incontriamo assieme ad altre persone, tra cui alcune coppie di sposi, che all’interno della Diocesi di Belluno Feltre si dedicano alla pastorale della famiglia.
Credici… Credeteci…: sarà un incontro amichevole e familiare, dove anche ascolteremo la Parola di Gesù e riscopriremo anche le parole incoraggianti di Papa Francesco, che ha scritto in una sua esortazione: Amoris Laetitia.
Vi attendiamo!

Belluno, 22 novembre 2019

+ Renato, vescovo

da chiesabellunofeltre.it