di Massimo Micaletti

La Thema Ferrari, dunque.
Quanto ci sarebbe da dire…
Tecnicamente, si chiamava – si chiama – Thema 8.32; praticamente, si tratta di una delle vetture italiane più affascinanti di sempre.
Disegno Giugiaro, classe Lancia, motore Ferrari, interni Poltrona Frau (ma qualche iperintenditore si fece fare i sedili in panno Zegna: inarrivabile).
L’otto cilindri a V, trentadue valvole, della Ferrari Mondial, che le dava il nome, infilato con precisione da orefici nel cofano dell’ammiraglia torinese, la rendeva la trazione anteriore più potente del mondo ma le prestazioni non erano il punto: il telaio era abbastanza stressato e in accelerazione tenerla dritta era un bel passatempo.
Ma, ripeto, le prestazioni non erano il punto: il punto era ed è l’impareggiabile intensità di una macchina che concentra tutto lo stile italiano degli Anni Ottanta, quando ancora l’Italia era eccellenza, eleganza, bellezza.

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