Non è difficile vedervi una scelta esplicita della Curia milanese, che ha preferito solidarizzare con un prete anti-salviniano nell’anima e nel corpo.

Così esulta don Giorgio de Capitani, prete anti-Salvini recentemente condannato per diffamazione e raggiunto da una visita dell’arcivescovo di Milano proprio in questi giorni.

La ricostruzione di Don De Capitani, però – scrive FirstRadioWebnon sembra trovare conferme visto che il portavoce (Don Walter Magni) dell’arcivescovo di Milano ha affermato che si è trattato semplicemente di una visita ad un prete anziano come spesso accade durante l’anno. Il prete anti-Salvini non si è limitato a esternare la vicinanza della Curia milanese, ma ha annunciato che quest’ultima si impegnerà a pagare le spese legali per la condanna inflittagli. Su questo punto, Don Walter Magni non ha voluto rilasciare alcun commento.

D’altro canto il portale “cattolico” Korazym tende a propendere per una linea più vicina alle dichiarazioni di don Giorgio:

L’Arcivescovo di Milano S.E.R. Mons. Mario Delpini ha espresso di persona la sua solidarietà a Don Giorgio De Capitani, il prete condannato l’11 novembre 2019 per diffamazione dal Tribunale di Lecco a seguito di una querela del leader della Lega ed ex-ministro degli Interni Matteo Salvini.

L’ha detto all’ANSA lo stesso Don Giorgio che ha ricevuto la visita dell’Arcivescovo di Milano nella sua abitazione a La Valletta Brianza in provincia di Lecco.”È stato un bell’incontro – ha raccontato il prete famoso per le sue invettive contro Silvio Berlusconi prima e Matteo Salvini poi – gli ho detto tutto quello che dovevo dire e l’Arcivescovo mi ha espresso la sua solidarietà, al di là del modo di pensare di ciascuno, autorizzandomi a rendere noto l’incontro”. Don Giorgio De Capitani ha raccontato poi questo pomeriggio sul suo sito ciò che è successo, iniziando con: “Non tutto il male vien per nuocere!”, perché la sentenza di condanna “è stata una ‘bomba’ che ha scatenato anche un’apertura ‘provvidenziale’ dagli aspetti diversi”.

Insomma: la vicenda è modesta, la condanne e il moralismo manettaro ci interessano poco, l’unica cosa curiosa è la patetica conferma del caos in cui versa la “chiesa conciliare” milanese.