Alcune premesse:

  1. per noi di Radio Spada risulta chiaro che i problemi inerenti la Liturgia modernista (Novus Ordo) non si risolvono solo in questioni di mera validità ma, ancor prima, di liceità. Il problema risale dunque alle riforme degli anni ’60, come già ampiamente dimostrato.
  2. Questa presunta involuzione del rito montiniano è in realtà, con tutta probabilità, la coerente evoluzione del disastro ideato – in tandem con “esperti” protestanti – da Mons. Bugnini e diffuso sotto il regno di Paolo VI.
  3. Le prove – rectius: gli indizi – di cui disponiamo in realzione a queste mutazioni (che dovrebbero essere già operative nelle prossime settimane) si basano su un audio di un intervento di don Franco Magnani, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale. Ascoltabile qui.
  4. Volentieri riproduciamo, in favore di un sano dibatitto, il seguente articolo di M. Guarini, apparso su Chiesaepostconcilio.

Apprendo [qui] che nella 2° domenica del tempo ordinario 2020, e cioè da Gennaio, andrà in vigore la nuova Messa introdotta dai Nuovi Messali.
Vergo di seguito alcune osservazioni essenziali a caldo, in attesa di conoscere in maniera più diretta i testi.
Da ricerche in rete trovo che ne parla in anticipo un documento diocesano, dal linguaggio infarcito di fumoserie ‘pastorali’, da cui estraggo il brano che segue. Acrobazie linguistiche che meriterebbero una confutazione a parte perché molto rivelatrici della mens conciliare centrata sull’Assemblea e della nuova ecclesiologia – e conseguente teologia antropocentrica e non più Cristocentrica – che sottende la nuova messa. Risulteranno tuttavia in parte decriptate da quanto andrò chiarendo di seguito. Cito:

“La liturgia, hanno evidenziato i vescovi, coinvolge l’intera assemblea nell’atto di rivolgersi al Signore: «Richiede un’arte celebrativa capace di far emergere il valore sacramentale della Parola di Dio, attingere e alimentare il senso della comunità, promuovendo anche la realtà dei ministeri… Per dare sostanza a questi temi, si è evidenziata l’opportunità di preparare una sorta di «riconsegna al popolo di Dio del Messale Romano» con un sussidio che rilanci l’impegno della pastorale liturgica.” [qui]

Oltre ai cambiamenti già noti riguardanti il Pater noster e il Gloria, ci saranno cambiamenti nei Prefazi dei Santi e della beata Vergine Maria e il Confiteor (1) avrà la variante: “confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle” (per non escludere il sesso femminile) poi è stato confermato il versato per tutti e non per molti [sul “pro multis” vedi, invece, Benedetto XVI ai vescovi tedeschi, mons. Hauke qui e un sacerdote qui]Ma la sostituzione che maggiormente inquieta è quella delle parole che precedono la Consacrazione, cioè quelle della cosiddetta Epiclesi (2); per cui, anziché dire: Scenda o Signore il Tuo Santo Spirito, su questi doni che ti offriamo, perché diventino il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Salvatore, si dirà : SCENDA O SIGNORE LA TUA “RUGIADA”……Ora, nella Bibbia la rugiada è sempre stata usata, di volta in volta, usata come metafora dello Spirito, della misericordia divina o comunque di elemento fecondante dell’azione divina; ma perché usare la metafora quando è già in uso il riferimento specifico allo Spirito Santo? Inoltre la nuova espressione ricorda immediatamente il Sl 133 (il canto delle ascensioni: il pellegrinaggio a Gerusalemme) “Ecco quant’è buono e quant’è soave che i fratelli vivano insieme! …è come la rugiada che scende dall’Ermon sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno”. Ed ecco che subdolamente, anche qui, sia pure non direttamente affermato, viene evocata la riunione fraterna (a scapito del sacrificio) e allontyanata ancor più la Presenza Reale, sostituita dal Dove sono due o più nel mio nome, io sono in mezzo a loro che è vero e significativo ma non è la stessa cosa rispetto a quanto specificamente accade come Actio di Cristo Signore nella Santa Messa.

Ѐ una variazione analoga alla sostituzione dell’Offertorio sacrificale con la berakah ebraica [qui].

Io non ho idea di come sarà accolto anche questo ennesimo tradimento nelle parrocchie, compresa la mia. Ma personalmente non riesco ad accoglierlo perché cominciano ad essere troppe le variazioni svianti e dunque non posso fare a meno di ricordare, perché ancor più pregnante ora, quanto già affermato in un precedente articolo e da me espresso anche [qui]:… Ricordiamo il pericolosissimo oblio del carattere sacrificale della Messa cattolica [qui]. Oblio che conduce lentamente ma inesorabilmente all’eresia. Su questo punto non dovremmo mai dimenticare il grande lavoro di Michael Davies sulla Riforma anglicana, che sottolinea il pericolo dei “taciuti” in liturgia: la riforma anglicana di Cranmer, togliendo dalla Messa tutti i riferimenti espliciti al Sacrificio propiziatorio, introdusse vincente, nel giro di una generazione, il Protestantesimo in Inghilterra, portandola definitivamente all’eresia. Ma …col dimenticare che la Messa è il Sacrificio di Cristo sulla Croce, si perde inesorabilmente la coscienza della Presenza sostanziale di Cristo nella Santissima Eucarestia: se non c’è più la Vittima, non c’è nemmeno più la Presenza di Gesù Cristo, perché Cristo si rende presente nell’Eucarestia come Vittima. Una Messa percepita sempre più come ricordo dell’Ultima Cena rischia veramente di non essere più la Messa cattolica. Innegabilmente l’ultima riforma della messa, quella del 1969, l’ha fatta assomigliare sempre più alla Santa Cena protestante, anglicana o luterana che sia.  Ricordo anche un’altra significativa citazione di Michael Davies in Cambiare il rito per cambiare la fede :

«In una opera in difesa della bolla di Papa Leone XIII “Apostolicae curae”, che dichiarava invalide le ordinazioni anglicane, i vescovi cattolici inglesi mettono giustamente l’accento sulle omissioni del Prayer Book riguardo alla santa cena. L’abbiamo ripetutamente ricordato: nel nuovo rito anglicano della messa, quello del Prayer book del 1549, non troveremo affermate delle eresie, ma omesse verità di fede essenziali. Le omissioni, il “taciuto”, in liturgia è sempre grave, perché rinunciare ad affermare con completezza e chiarezza tutte le verità di fede implicate, può portare a un vuoto di dottrina nei sacerdoti e nei fedeli che nel futuro apre il campo all’eresia: in parole semplici oggi sei cattolico con una messa eccessivamente semplificata, domani senza saperlo ti ritrovi protestante perché la forma della tua preghiera non ha nutrito più la tua fede. Ecco cosa dicono i vescovi cattolici inglesi: “Per dire le cose brevemente, se si compara il primo Prayer Book di Edoardo VI con il messale (cattolico), vi si scoprono sedici omissioni, il cui scopo era evidentemente quello di eliminare l’idea di sacrificio” (Il Cardinale arcivescovo e i Vescovi della provincia di Westminster, A Vindication of the Bull Apostolicae Curae, Londra 1898, p. 154)».

Lo avevo già detto in occasione delle contaminazioni amazzoniche [qui] e lo ripeto. Capite che fine farà l’Actio perenne di Cristo Signore, il Suo Santo Sacrificio rinnovato sull’Altare fino alla fine dei tempi? Capite qual è il rischio tremendo e anche terrificante che stiamo correndo, tenendo conto che il problema di contrastare frontalmente la probabile diffusione dei riti catto-amazzonici nelle chiese è diventato urgentissimo, perché è evidente che il regime (come si può non definirlo satanico?) non perderà tempo a diramare ordini in tal senso alle parrocchie. La CONTAMINAZIONE della Messa cattolica – sia nel rito NO sia in quello tridentino ! – è già iniziata. E non solo per questa avvisaglia; ma per tutto quanto già la insidia su diversi fronti [qui i prodromi di ciò che registriamo ora]. Dunque è necessario moltiplicare gli strumenti informativi nonché difensivi, sia personali che comunitari.Il potere non aspetterà per condizionare subdolamente le menti inermi dei poveri parrocchiani della domenica, non dovremo certo attendere di vedere un segnale ufficiale pubblicato, di cambiamento deleterio della celebrazione, perché esso è già in atto! Ponete attenzione a ciò che stanno facendo in attuazione delle novità sinodali e in più con le variazioni dei Nuovi Messali: c’è da far drizzare i capelli e non più dilazionare una resistenza ATTIVA (che temo precederà una vera fuga dalle chiese).  Credo che davvero sia  arrivato il momento della verità. Ma che fare se tutti (o quasi com’è prevedibile) i sacerdoti si adegueranno?
E dunque in conclusione non posso non chiedermi ancora una volta se chi ne ha autorità si limiterà ad intervenire con interviste. libri e conferenze invece che con un’azione tanto anomala perché inedita quanto ormai ineludibile. E ripeto: “Sacerdoti in ascolto, se ci siete battete un colpo. Intanto possiamo confrontarci privatamente. (Maria Guarini – romaperenne@gmail.com)  ________________________________
1. A proposito del Confiteor noto nel mio libro la precedente variazione: confesso  “A voi fratelli” anziché  tibi pater (al sacerdote) e la attribuivo alla nuova enfasi antropocentrica sull’Assemblea e la dimensione comunitaria che tende ad escludere quella di ogni persona che, invece, non può essere sottovalutata nel rapporto col Signore, che è diretto, personale, prima che comunitario (la comunità è fatta di persone ed è conseguente del loro essere unite in Cristo, non è un io-collettivo). Su questo c’è un capitolo a parte. A proposito del Confiteor, cito: “La nuova liturgia è fatta per il “noi”, non per l’“io”. E questo è caratteristico del pensiero rivoluzionario moderno: mettere il “noi” al posto dell’“io”. Nella liturgia riformata c’è posto solo per il “noi”. Mentre nell’eterno compare l’io (e la liturgia terrestre è comunione con la liturgia celeste), nella nuova liturgia esso è assente. L’io nella liturgia tradizionale appare subito nella dimensione in cui compare nel Cristianesimo: il senso del peccato. Ciò è visibile fin dal doppio Confiteor della Messa tradizionale, che indica la persona. L’io del Confiteor mostra che il Confiteor del popolo è un Confiteor dell’io, non del noi. […] La comunità è una invenzione clericale: coloro che vengono a Messa cercano Dio, non il “noi”. Se avessero la Messa tradizionale vi si inserirebbero subito, ove si fosse un clero capace di introdurre al Mistero (Gianni Baget Bozzo, L’Anticristo – “il principe delle tenebre opera nella storia da piccole fessure …”, Mondadori, Milano 2001, pp. 46-55.) 2. In ogni caso, a proposito dell’epiclesi(invocazione e conseguente azione dello Spirito Santo). Se l’Oriente cristiano pensa all’epiclesi,su cui pongono l’accento alcuni Padri greci dopo lo scisma, ritenendola necessaria perché avvenga la transustanziazione, è ben più convincente l’accentuazione di Sant’Ambrogio sulle “parole efficaci” (sermo operatorius) di Gesù della formula consacratoria: si tratta di parole che operano direttamente ciò che significano perché pronunciate da Lui, presente nella persona del Sacerdote. Lui, che è il Verbo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, incarnatasi nell’uomo Gesù di Nazareth, nel quale è contemporaneamente presente il Padre il Figlio e lo Spirito Santo.