dalle “Meditazioni per l’ottava di Natale e per gli altri giorni sino all’Epifania” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Considera come il primo segno che diede l’angelo a’ pastori per ritrovare il Messia già nato, fu di trovarlo in forma di bambino: Invenietis infantem pannis involutum, et positum in praesepio (Luc. II, 12) [1]. La piccolezza nei bambini, ella è una grande attrattiva d’amore; ma un’attrattiva assai maggiore dev’essere a noi la piccolezza di Gesù bambino, ch’essendo un Dio immenso si è fatto picciolo per nostro amore: Propter non factus est parvulus (S. Agost., tr. XXII, in Io.) [2]. Adamo comparve in età perfetta, ma il Verbo Eterno volle comparir bambino, parvulus natus est nobis, per tirarsi così con maggior forza d’amore i nostri cuori: Sic nasci voluit, qui voluit amari [3]. Egli non venne al mondo per metter terrore, ma per essere amato; e perciò volle farsi vedere nella sua prima comparsa da tenero e povero bambinello. Magnus Dominus et laudabilis nimis, dice S. Bernardo (Serm. 47, in Cant.) . Il mio Signore è grande e perciò troppo merita d’esser lodato per la sua divina maestà; ma vedendolo poi il santo fatto piccolino nella stalla di Betlemme, soggiungeva esclamando per tenerezza: Parvulus Dominus et amabilis valde: Il mio grande e sommo Dio si è fatto picciolo per me [4].- Ah chi considera con fede un Dio fatto bambino piangere e vagire su la paglia in una grotta, com’è possibile che non l’ami e non inviti tutti ad amarlo, come invitava S. Francesco d’Assisi, dicendo: Amemus puerum de Bethlehem; amemus puerum de Bethlehem [5]. Egli è bambino, non parla, ma solo vagisce; ma oh Dio che quei vagiti son tutte voci d’amore, con cui c’invita ad amarlo e ci domanda il cuore.
Considera in oltre che i bambini si tirano gli affetti ancora perché si considerano innocenti; ma gli altri bambini tutti nascono infetti dalla colpa. Gesù nasce bambino, ma nasce santo, sanctus, innocens, impollutus. L’amato mio, diceva la sacra Sposa, è tutto rubicondo per l’amore ed è tutto candido per la sua innocenza, senza macchia d’alcuna colpa: Dilectus meus candidus et rubicundus, electus ex millibus (Cant. V, 10). Solo in questo bambino trovò l’Eterno Padre le sue delizie, perché, come dice S. Gregorio, in hoc solo non invenit culpam [6]. – Consoliamoci noi miseri peccatori, perché questo divino infante è venuto dal cielo a comunicarci questa sua innocenza per mezzo della sua Passione. I meriti suoi, se noi sappiamo avvalercene, possono mutarci da peccatori in santi ed innocenti; a questi meriti mettiamo tutta la nostra confidenza, per questi domandiamo sempre all’Eterno Padre le grazie, ed otterremo tutto.
Affetti e preghiere
Eterno Padre, io misero peccatore reo dell’inferno non ho che offrirvi in soddisfazione de’ miei peccati; vi offerisco le lagrime, le pene, il sangue, la morte di questo bambino ch’è vostro Figlio, e per questi vi domando pietà. S’io non avessi questo Figlio da offrirvi, sarei perduto; non vi sarebbe più speranza per me; ma voi per questo me l’avete dato, affinché io con offrirvi i meriti suoi speri la mia salute. Signore, è stata grande la mia ingratitudine, ma è più grande la vostra misericordia. E qual maggior misericordia poteva io da voi sperare, che l’avere da voi in dono il vostro medesimo Figlio per mio Redentore e per vittima de’ miei peccati? Per amore dunque di Gesù Cristo, perdonatemi tutte l’offese che vi ho fatte, delle quali mi pento con tutto il cuore per aver offeso voi bontà infinita. E per amore di Gesù Cristo vi cerco la santa perseveranza.
Ah mio Dio, s’io vi tornassi ad offendere, dopo che voi mi avete aspettato con tanta pazienza, mi avete soccorso con tanti lumi e mi avete perdonato con tanto amore, non meriterei un inferno a posta per me? Ah Padre mio, non mi abbandonate. Io tremo pensando ai tradimenti che vi ho fatti: quante volte ho promesso d’amarvi e poi ho tornato a voltarvi le spalle? Ah mio Creatore, non permettete ch’io abbia a piangere la disgrazia di vedermi di nuovo privo della vostra grazia: Ne permittas me separari a te: ne permittas me separari a te. Lo replico e voglio replicarlo sino all’ultimo fiato di mia vita; e voi datemi la grazia per sempre di replicarvi questa preghiera: Ne permittas me separari a te. Gesù mio, caro mio Bambino, incatenatemi col vostro amore. Io v’amo e voglio sempre amarvi. Non permettete ch’io abbia a separarmi mai dal vostro amore.
Amo anche voi, madre mia; amatemi ancora voi. E se mi amate, questa è la grazia che mi avete da impetrare, ch’io non lasci più d’amare il mio Dio.
[1] “Troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia”
[2] “Res enim magna tractatur, et non a magnis, imo multum parvis: spem tamen et fiduciam dat nobis, qui magnus propter nos factus est parvus” [Il tema è profondo, e chi lo tratta non è all’altezza, essendo piuttosto modesto. Tuttavia, colui che essendo grande per noi si fece piccolo, c’infonde speranza e fiducia] S. AUGUSTINUS, In Ioannem, tractatus 22, n. 1. ML 35-1574.
[3] “Sic ergo nasci voluit, qui amari voluit, non timeri” [Volle nascere così (cioè bambino) perché volle essere amato non temuto] S. PETRUS CHRYSOLOGUS, Sermo 158. ML 52-617.
[4] “Non enim hoc loco praedicatur magnus Dominus et laudabilis nimis (Ps. CXLIV, 3), sed parvus Dominus et amabilis nimis, parvulus utique qui natus est nobis (Is. IX, 6)” [Non si predica qui il Dio grande e degnissimo di lode, ma il Dio piccino e degnissimo di amore, quel pargoletto che è nato per noi] S. BERNARDUS, In Cantica, Sermo 48, n. 3. ML 183-1013.
[6] “In solo ergo Redemptore nostro complacuit Pater, quia in eo solo non invenit culpam, in qua se reprehendat quasi per poenitentiam” S. GREGORIUS MAGNUS, In Ezechielem, Hom. 8, n. 21. ML 76-863.