Una pioggia liberale terrai tu a parte, o Dio, per la tua eredità:
e se questa è stata afflitta, tu però la hai ricreata

(Ps LXVII, 10)

di Charlie Bunga Banyangumuka

Scena della pioggia prodigiosa nella colonna di Marco Aurelio

Gli anni dell’Imperatore Marco Aurelio furono anni problematici sia sul fronte esterno che su quello interno; l’imperatore filosofo tollerante, invero poco coi cristiani, scatenò una feroce persecuzione contro i battezzati che culminò con il martirio di Santa Blandina di Lione e dei suoi compagni (fra cui il vescovo)
Nella politica estera, Marco Aurelio si trovò a fronteggiare le devastanti offensive ed incursioni dei Quadi e Marcomanni, i quali posero in seria difficoltà i confini dell’Impero Romano, giungendo fino in Italia.
Rapido, l’imperatore organizzò una spedizione per sottomettere il territorio dei Marcomanni e far cessare le loro scorrerie.
Così, fra il 171 e il 174 dopo Cristo i romani lottarono contro i Marcomanni nelle loro stesse terre.
Durante questo periodo avvenne un miracolo di cui, sia pagani sia cattolici sono testimoni.
I Quadi, alleati dei Marcomanni, circondarono l’accampamento romano d’estate’tagliando le linee di rifornimento per l’acqua.
I legionari riuscivano a respingere gli assalti nemici ma via via la sete si faceva sentire; presto o tardi sarebbero crollati.
Fu allora che Marco Aurelio fece arrivare un mago egizio che iniziò ad invocare i suoi demoni.
Nello stesso momento, tuttavia, dai legionari cattolici della Legio XII “Fulminata” si innalzavano salmodie e suppliche affinché Iddio avesse pietà dei legionari.
E venne la pioggia col temporale; i romani raccolsero con gli elmi insanguinati le gocce d’acqua dissetandosi e riuscendo così a sconfiggere i Quadi, atterriti dal temporale
Di chi ascoltò il Cielo la preghiera?
Entrambi, pagani e cattolici, si attribuiscono il miracolo.
Noi, correligionari e fratelli dei militi della Dodicesima, un “vago sospetto” lo abbiamo