di Miguel
Cari Amici di Radio Spada,
come sapete, quando c’è subbuglio arriva la mia lettera. E il subbuglio per l’intervento sarah-ratzingeriano in cui ci si “oppone” a Bergoglio sul tema del celibato è tanto, dunque eccoci.
Insomma: il “Papa emerito” ha rotto ancora il silenzio – “Non posso tacere” – in difesa del celibato ecclesiastico. Questa la reazione delle testate all’annunziato libro, “Des Profondeurs de nos Cœurs“, scritto da questi assieme al Cardinale Sarah.
Vado per punti, perché la carne al fuoco è tanta. Sopprattuto mi muovo “a caldo”:
1. Detesto l’argomento ad hominem, sia chiaro. Ma ancor più detesto l’ipocrisia secondo cui ogni giorno si può rinascere vergini cancellando con un colpo di penna mezzo secolo di vita. Quindi chiariamoci subito su chi sono i due prelati (Ratzinger e Sarah) che hanno firmato questo testo di “critica” alle aperture sul celibato. Su Ratzinger qui vi offro una sintesi e su Sarah qui vi offro uno spunto. Parliamo di modernisti-conservatori, centristi della rivoluzione, “democrisitani” del parlamentino conciliare. Dunque partiamo malissimo: i contenuti dei due collegamenti che vi ho inserito già vi dicono molto sul livello di entusiasmo che dobbiamo tenere in questa vicenda.
2. Questo punto è in realtà una digressione nell’ambito dell’introduzione del problema. Il fatto che mi pare più curioso in questo intervento è ciò che emerge da alcune indiscrezioni, ovvero: chi lo accetta e lo usa come bandiera deve anche accettare il fatto che in esso Ratzinger spazzi via ogni dubbio sulla sua rinuncia al Papato e sulla sua obbedienza a Bergoglio. [Nell’anticipazione-traduzione di DogmaTv si scrive: ” Il papa emerito e il prelato africano si presentano come due “vescovi” in “obbedienza filiale a papa Francesco” che “cercano la verità” in uno “spirito di amore per l’unità della Chiesa”. Scrivono, quindi, prendendo le distanze dall'”ideologia” che “divide”. O anche “litigi di persone, manovre politiche, giochi di potere, manipolazioni ideologiche e aspre critiche che giocano il gioco del diavolo, il divisore, il padre delle menzogne“. L’espressione “obbedienza filiale” è riportata anche da Avvenire]. Vedremo in seguito che l’importanza di questo punto non si ferma qui.
3. Ratzinger e Sarah – in ogni caso – affrontano un punto minoritario di una questione minimale rispetto al cataclisma che colpisce la Chiesa Cattolica. Il tema del celibato nell’abito del Sinodo (al quale si può sommare qualche altro sintomo acuto del disastro religioso contemporaneo) è un frammento di un fatto ecclesiale nell’agghiacciante mosaico della rivoluzione vaticanosecondista.
Non è irrilevante in senso assoluto ma lo è in senso relativo. Una fiamma che divampa da una cucina non è in se stessa trascurabile ma lo diventa (in senso relativo) se è tutto il palazzo che va a fuoco. Chiunque si allarmerebbe per fiamme e fumo che salgono dalla finestra di un tinello di un condominio in ordine, non di un condominio che sta andando in cenere, circondato dai pompieri. Questo scambio di relativo con assoluto (e di accidentale con sostanziale) è il vecchio problema filosofico di chi non capisce la crisi nella Chiesa. Per intendreci: Ratzinger e Sarah si guardano bene dal far risalire all’abominio di Assisi (1986 con Giovanni Paolo II – 2011 con Bendedetto XVI) il mefitico ingresso di Pachamama nella Basilica di San Pietro. Sarebbero costretti a passare dal rimirare il particolare della cucina in fiamme al sesto piano, scala B del palazzo all’incendio generale di cui sono stati concausa (ove foste affaticati dalla lettura e qui vi sorgesse un minimo dubbio: tornare immediatamente al punto 1 e leggere i testi nei collegamenti). Dunque: veramente il celibato ecclesiastico (forse con qualche annesso) e l’attacco mossogli dai bergoglian-sinodali è la cosa più importante su cui fare battaglia?
Effettivamente la cosa più grave emersa nella assise amazzonica è stata più che altro la manifestazione di panteismo sostanziale professato da Bergoglio e da tutti coloro che hanno elaborato l’apostatico documento finale. E non intendo parlare dello scandaloso documento di Abu Dhabi, altra pubblica apostasia! Ma in questo caso il Cardinale Muller ci ha rassicurati che esso è nelle intenzioni generali in linea col discorso di Ratisbona dello stesso Benedetto XVI. E già lo sapevamo … Queste dichiarazione del già Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, intimo dell’Emerito, non hanno avuto molta diffusione. Chissà perché?
Insomma, mentre Bergoglio continua la rivoluzione conciliare distruggendo le fondamenta, c’è chi si attarda a preservare i centrini del tinello.
4. Se al punto 3 constatiamo l’aspetto problematico su un piano più quantitativo, in questo punto dobbiamo farlo su un piano più qualitativo. Ovvero: se non affrontare il problema nella sua complessiatà (quindi riferendolo allo smantellamento vaticanosecondista) è una grave mancanza, lo è ancor di più per il messaggio generale che si finisce col dare. Mi spiego: nell’incendio suddetto, se si vede un Pompiere Capo Emerito arrivare con un secchiello d’acqua e tiraralo solo sulla finestra del già citato tinello per poi ritirarsi in buon ordine, l’impressione gravissima che ne se può trarre è che sia sufficiente. Quindi non solo non si risolverà l’incendio, ma si crederà che possano bastare interventi marginali per rimettere tutto in sesto. Passando alla metafora medica: non solo è sbagliata la diagnosi ma pure la terapia. Si badi: l’equivoco che scaturisce da questo punto è catastrofico in quanto alimenta l’idea che la situazione non sia poi così grave. Si tratta di un grande assist al caos perché seda i dubbiosi e calma i volontari pronti a dare una mano. Insomma: è una vera sciagura.
5. Sciagura? E chi lo dice? Lo dice il Magistero della Chiesa. Così operano i modernisti, anzi così DEVONO operare, al netto delle intenzioni di ciascuno (intenzioni che nessuno può giudicare). Il veleno – nello schema (neo)modernista, di cui Ratzinger è uno dei maestri – va mescolato all’acqua per essere ingoiato, per l’incendio ci vuole sempre una squadra di pompieri pronta a contenere eventuali eccessi delle fiamme (o presunti eccessi di zelo di volontari armati di idrante), la bicicletta modernista deve sempre andare avanti mai troppo veloce (ribaltandosi) e mai troppo lenta (cadendo). Si tratta del vecchio gioco della rivoluzione: cinque passi avanti, due indietro, dieci avanti, uno indietro, venti avanti, mezzo indietro.
6. Specifichiamo il punto 5. San Pio X in Pascendi, per chiarire certe operazioni (relative all’esperienza) proprie dei modernisti definiva i loro due modi d’agire: “velatamente” o apertissimamente”. Profetico e preciso, il Santo Papa insegnava:
” Fanno le meraviglie costoro perché Noi li annoveriamo fra i nemici della Chiesa; ma non potrà stupirsene chiunque, poste da parte le intenzioni di cui Dio solo è giudice, si faccia ad esaminare le loro dottrine e la loro maniera di parlare e di operare. Per verità non si allontana dal vero chi li ritenga fra i nemici della Chiesa i più dannosi. Imperocché, come già abbiam detto, i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond’è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l’albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare. Inoltre, nell’adoperare le loro mille arti per nuocere, niuno li supera di accortezza e di astuzia: giacché la fanno promiscuamente da razionalisti e da cattolici, e ciò con sì fina simulazione da trarre agevolmente in inganno ogni incauto; e poiché sono temerari quanto altri mai, non vi è conseguenza da cui rifuggano e che non ispaccino con animo franco ed imperterrito. Si aggiunga di più, e ciò è acconcissimo a confonderle menti, il menar che essi fanno una vita operosissima, un’assidua e forte applicazione ad ogni fatta di studi, e, il più sovente, la fama di una condotta austera“. Ribadisco: senza giudizio sulle intenzioni, ma questo è il quadro dipinto da San Pio X.
7. Il Santo Papa è stato ancor più netto, quando – sempre in Pascendi – sosteneva: “Finalmente non mancano coloro che, obbedendo volentierissimo ai cenni dei loro maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato. Che si lascia dunque d’intatto nella Chiesa, che non si debba da costoro e secondo i lor principî riformare?“. Insomma: l’abolizione del celibato è l’esito naturale di tutto questo: è assurdo diffondere la polmonite per poi combattere i colpi di tosse.
8. La confusione (questione connessa al punto 2). Il sedicente papa emerito non ha smesso di parlare da quando ha rinunziato al Pontificato, infliggendo al medesimo una grave ferita con la creazione, appunto, del “papato emerito”, un monstrum contrario alla divina costituzione della Chiesa (ma la cosa è degna di Ratzinger, uno dei più grandi destrutturatori del Papato Romano). La disperazione è un grave peccato, pertanto confidiamo che questi scontri nell’arengo conciliare (sebbene un ex papa che si schieri contro il papa regnante non è certo il maggior conforto alla fede nel Papato), accompagnati allo squallore in cui il regime argentino ha ancor più trascinato la chiesa conciliare, possano essere l’occasione si spera per molti di capire che qualcosa non va e quindi, con un po’ di buona volontà e di studio, comprendere la crisi conciliare e i suoi attori.
Hasta luego!
Aggiornamenti:
Velatamente : Benedetto XVI, apertissimamente : Francesco uno ed unico resterà certissimamente. Ecco che Papa san Pio X ci svela l’arcano delle contraddizioni del concilio vaticano II che su questo punto nega nientemeno che il Concilio di Trento dove si è stabilito il celibato per il clero. Il punto è importante perché gli Apostoli che furono sposati (san Giovanni restò vergine) non usarono del matrimonio, e fu stabilito da un concilio dei primi secoli che il celibato fu vissuto dagli Apostoli dopo la chiamata, pur avendo moglie-sorella (concili Cartagine ed Elvira). Che sia un papato bicefalo mostruoso è sotto i nostri occhi.La mitra dei vescovi con 2 corna, 2 vescovi oggi?, l’agnello con 2 corna dell’apocalisse che parla come un lupo, la tiara manca.
Vero tutto. Ma devi tenere presente che accusare Bergoglio di panteismo o arianesimo significherebbe in sintesi dargli dell’eretico apostata, e quindi metterlo sotto processo o peggio riconoscere che non è il Papa. Sono pronti a questo Ratzinger e Sarah? Non credo, anche perché evitare lo scisma è al n°1 delle loro priorità.
Il palazzo è in fiamme ma nessuno lo guarda e nessuno chiama i pompieri. Almeno, si saranno detti, proviamo a denunciare le fiamme in cucina…
Il papa emerito e il prelato africano si presentano come due “vescovi” in “obbedienza filiale a papa Francesco. E secondo voi un vescovo si firma Benedetto XVI? L’obbedienza filiale? Un emerito avrebbe l’obbligo di tacere…anche perchè, per quanto grave, il celibato è una regola e non un dogma. Comunque è inutile che il mondo clericale di sinistra e di destra – i fascisti in fondo sono dei socialisti nazionalisti un po’ estremisti- continui a fingere: non esiste nessun papa francesco, è solo una mascherata fatta in soggezione alla mafiomassoneria sionista mondialista per evitare persecuzioni su vasta scala, tipo rinuncia di Sri alias Gregorio XVII bìnel 1958
il celibato in una chiesa farlocca come quella del papa effettivo e del papa emerito è una “ca^^^ta pazzesca”…. Perché, votarsi al celibato in questa chiesa, sarebbe un votarsi ad esso per il Regno dei Ciel ?!?
Ratzinger ci ha già ripensato, ormai è un’abitudine.
Mettere in fuorigioco Sarah, che ci è cascato come un pollo, obbiettivo raggiunto?