di Massimo Micaletti

E’ ormai risaputo che Disney trasforma in guano tutto quel che tocca, con sapienti iniezioni di dottrina liberal ed LGBTQ sicché quello che sembra un dolce al cioccolato è fatto invece di… ben altro.

L’ultima a cadere sotto i colpi del totalitarismo della multinazionale americana è la saga di Star Wars. Già prima dell’uscita dell’ultimo episodio, “L’ascesa di Skywalker”, c’erano state parecchie chiacchiere sulla possibilità che si sarebbe rivelata una relazione omosessuale tra due dei protagonisti: i più quotati erano Finn, l’assaltatore del Primo Ordine che già dal settimo film passa alla Resistenza, e Poe Dameron, l’asso dell’aviazione dei “buoni”. Ecco, state tranquilli: non accade. L’ipotesi era abbastanza fantasiosa, anche perché dalla sua comparsa Finn dimostra un debole per la protagonista femminile, Rey, sicché almeno uno dei due potenziali innamorati non aveva i requisiti adatti e fargli provare attrazione per un uomo sarebbe stata una torsione della trama del tutto arbitraria (ma ce ne sono, di torsioni e contorsioni nelle Guerre Stellari di Disney). Tuttavia, era certo che qualcosa di arcobalenoso ci sarebbe stato: e c’è. Ora, potete tranquillamente continuare a leggere perché nel prosieguo non farò nessuna anticipazione (“anticipazione”, non “spoiler” ché quando sento “spoiler” penso ai profili aerodinamici delle auto sportive: che ci volete fare, sono vecchio è un po’ fissato).

In una delle ultime scene1, si vede chiaramente che una donna bacia un’altra donna. Segnatamente, si tratta della Comandante D’Acy, apparsa in diverse sequenze dei precedenti episodi sette ed otto, e del Luogotenente Wrobie Tryce, una pilota di caccia che si vede di sfuggita in alcuni fotogrammi di battaglia aerea. Ora, va detto che la scena è questione di secondi e le due donne si muovono con gesto repentino, sicché è molto probabile che i bambini non la colgano o pensino che si tratti di una donna che bacia un uomo coi capelli lunghi: tuttavia, il contentino agli LGBT è stato dato e quelli si sono, ovviamente, lamentati sostenendo che si tratta di un momento troppo breve e che riguarda personaggi decisamente minori: il regista stesso si è scomodato per dire che “per ora” va bene così. Lo stesso Oscar Isaac, che interpreta Poe, si è lamentato che il suo personaggio non provasse attrazione per Finn, dando la colpa ai “supremi signori della Disney” se questo non è avvenuto2, in una rincorsa all’audience LGBT che vede in prima fila gli attori, seguiti, molto più defilati, da produttori e registi. Molto più probabilmente, Disney si è mossa con astuzia, lungo due binari: da un lato, l’iscrizione alla categoria “LGBT movies” di un film della serie di Guerre Stellari avrebbe bruciato sul nascere una produzione da centinaia di milioni di dollari, tanto è vero che sui mercato mediorientali la scenda in questione è tagliata; dall’altro, se certe idee vengono proposte a piccole dosi vengono maggiormente tollerate e l’effetto persuasivo è più forte perché non si alzano le difese istintive proprie di chi, al di là di come la pensi, si trova davanti a qualcosa di inusuale e fuori contesto. E l’obiettivo dei “signori supremi della Disney” è assaltare e far cadere proprio quelle difese, poco alla volta, in un quadro di totale ridefinizione delle varie trame e dei vari personaggi che via via hanno acquisito, dalla Marvel a Guerre Stellari, da Disney Channel a Melficent e via così.

L’importante è saperlo e se del caso evitare di esporre i nostri figli a cose che non condividiamo e che ci vengono propinate a tradimento. Una volta si diceva che nei film Disney era immancabile l’happy ending: ora par d’obbligo il gay ending. E noi stiamo alla larga.

1 https://www.youtube.com/watch?v=dYvcJhohRXE&feature=youtu.be

2 https://www.cbr.com/star-wars-finn-poe-romance-oscar-isaac-blames-disney/