Tutto è iniziato con un post piuttosto semplice:

Amici, sareste d’accordo se all’asilo il vostro bambino giocasse con una bambola come questa 🤬 studiata per creare confusione nei nostri figli? Il #gender è uno schifo di ideologia del PD e dei 5S, e nella nostra Regione, grazie a loro, fino ad oggi ha regnato. Ma dal 27 gennaio cambierà!
Io, dalla Regione, lotterò affinché queste porcherie vengano bandite da tutte le nostre scuole materne.

Queste poche righe sono state scritte da Laura Spaggiari, candidata della Rete Civica che sostiene Lucia Borgonzoni nella circoscrizione provinciale di Reggio Emilia, particolarmente attiva anche in relazione al caso Bibbiano, essendo consigliere comunale del comprensiorio della Val d’Enza.

Nel giro di breve è arrivato – puntuale e prevedibile – l’intervento dei media. NextQuotidiano ha prontamente titolato “La candidata di Borgonzoni e la balla dell’invasione di bambole trans se vince Bonaccini“.

Sebbene quella bambola non sia in uso nelle scuole materne emiliano-romagnole, il senso del post era piuttosto chiaro.

Apriti cielo. Il post della candidata è stato invaso da centinaia di commenti di cui non pochi insultanti e aggressivi. Dalla un po’ trita e banale accusa di “analfabetismo funzionale” a tutto il solito carosello di mantra e frasi preconfezionate per conformisti d’accatto di una società ormai non più liquida ma al limite del gassoso. Insomma: la tipica logica del branco che si accanisce con l’odio che pretende di combattere.

Laura Spaggiari – nota sul territorio per le sue battaglie pro-famiglia – aveva promosso qualche giorno fa un conferenza di stampo schiettamente tomistico col prof. Giovanni Turco sul tema «VERITÀ, DIRITTO, FAMIGLIA», in collaborazione con Renovatio21.

Qui incorporiamo quanto avvenuto: