dalle “Meditazioni per l’ottava di Natale e per gli altri giorni sino all’Epifania” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.

Il nome di Gesù è nome divino annunziato a Maria per parte di Dio da S. Gabriele: Et vocabis nomen eius Iesum (Luc. I, 31). Che perciò fu chiamato Nomen super omne nomen (Phil. II, 9) [1]. E fu chiamato nome in cui solamente si trova la salute: In quo oportet nos salvos fieri (Act. IV) [2]. Questo gran nome dallo Spirito Santo è assomigliato all’olio: Oleum effusum nomen tuum (Cant. I, 2) [3]. Per ragione, dice S. Bernardo, che siccome l’olio è luce, è cibo ed è medicina; così il nome di Gesù è luce alla mente, è cibo al cuore ed è medicina all’anima [4]. È luce alla mente. Con questo nome si convertì il mondo dalle tenebre dell’idolatria alla luce della fede. Noi che siam nati in queste regioni, dove prima della venuta di Gesù Cristo tutti i nostri antenati erano gentili, tutti saremmo ancora tali, se non fosse venuto il Messia ad illuminarci. Quanto dobbiamo dunque ringraziare Gesù Cristo del dono della fede! E che sarebbe di noi, se fossimo nati nell’Asia, nell’Africa o nell’America, in mezzo agli eretici o scismatici? Chi non crede è perduto: Qui … non crediderit condemnabitur (Marc. XVI, 16). E così verisimilmente saremmo perduti noi ancora.- In oltre il nome di Gesù è cibo che pasce i nostri cuori; sì, perché questo nome ci ricorda quel che ha fatto Gesù per salvarci. Onde questo nome ci consola nelle tribolazioni, ci dà forza a camminare per la via della salute, ci dà animo nelle diffidenze, c’infiamma ad amare, ricordandoci quel che ha patito il nostro Redentore per salvarci. – Questo nome finalmente è medicina all’anima, mentre la rende forte contro le tentazioni de’ nostri nemici. Trema l’inferno e fugge all’invocazione di questo santo nome, secondo quel che disse l’Apostolo: In nomine eius omne genu flectatur caelestium, terrestrium et infernorum (Philipp. II, 10) [5]. Chi è tentato e chiama Gesù, non cade; e sempre che l’invocherà, non caderà e sarà salvo: Laudans invocabo Dominum, et ab inimicis meis salvus ero (Ps. XVII, 4) [6]. E chi mai s’è perduto, ch’essendo tentato ha invocato Gesù? Si perde chi non l’invoca in suo aiuto o chi persistendo la tentazione lascia d’invocarlo.
Affetti e preghiere.
Oh vi avessi sempre invocato, o Gesù mio, che non sarei stato mai vinto dal demonio. Io ho perduta miseramente la vostra grazia, perché nelle tentazioni ho trascurato di chiamarvi in aiuto. Or io spero tutto nel vostro santo nome. Omnia possum in eo qui me confortat [7]. Scrivete dunque, o mio Salvatore, scrivete sul mio povero cuore il vostro potentissimo nome di Gesù; acciocch’io avendolo sempre nel mio cuore con amarvi, l’abbia poi sempre nella bocca con invocarlo in tutte le tentazioni che mi apparecchia l’inferno per tornare a vedermi suo schiavo e separato da voi.
Nel vostro nome io troverò ogni bene: se sarò afflitto, egli mi consolerà, pensando quando voi più di me siete stato afflitto per amor mio: se mi vedrò sconfidato per li miei peccati, egli mi darà coraggio, ricordandomi che voi perciò siete venuto al mondo, per salvare i peccatori: se sarò tentato, il vostro nome mi darà fortezza, ricordandomi che voi potete più aiutarmi che non può abbattermi l’inferno: se finalmente mi troverò freddo nel vostro amore, egli mi darà fervore, ricordandomi l’amore che voi m’avete portato.
V’amo, Gesù mio. Voi siete e spero che sempre avete da essere l’unico amor mio. A voi dono tutto il mio cuore, o mio Gesù, solo voi voglio amare; e voglio invocarvi quanto più spesso potrò. Voglio morire col vostro nome in bocca, nome di speranza, nome di salute, nome d’amore.
O Maria, se mi amate, quest’è la grazia che avete da impetrarmi: fatemi sempre invocare il nome vostro e del vostro Figlio; fate che i vostri dolcissimi nomi sieno il respiro dell’anima mia, e ch’io sempre replichi in vita, per replicarlo nell’ultimo fiato che avrò in morte: Gesù e Maria, aiutatemi; Gesù e Maria, io v’amo; Gesù e Maria, a voi raccomando l’anima mia.
[1] “Nome al di sopra di ogni altro nome”
[2] “Non è sotto del cielo altro nome dato agli uomini, mercé di cui abbiamo noi ad essere salvati”
[3] “Olio sparso è il tuo nome: per questo le fanciulle ti amarono”
[4] “Est procul dubio inter oleum et nomen Sponsi similitudo, nec otiose Spiritus Sanctus alterutrum comparavit. Ego autem dico in triplici quadam qualitate olei, quod lucet, pascit et ungit, si vos melius non habetis. Fovet ignem, nutrit carnem, lenit dolorem: lux, cibus, medicina. Vide idem nunc et de Sponsi nomine. Lucet praedicatum, pascit recogitatum, invocatum lenit et ungit” [Senza diubbio c’è somiglianza fra l’olio e il nome dello Sposo, né senza motivo lo Spirito Santo li rassomiglia. Io dico che sta nella triplice qualità dell’olio, il quale illumina, nutrisce e unge. Alimenta il fuoco, nutrisce il corpo, lenisce il dolore è luce, cibo, medicina. Osserva ora lo stesso anche nel nome dello Sposo: Illumina predicato, pasce meditato, lenisce e unge invocato] S. BERNARDUS, In Cantica, Sermo 15, n. 5. ML 183-846.
[5] “Onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio in cielo, in terra e nell’inferno”
[6] “Loderò e invocherò il Signore, e sarò liberato dai miei nemici”
[7] “Tutte le cose mi sono possibili in colui che è mio conforto”
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