di Scottonius
Oggi 3 febbraio sono iniziate le celebrazione per il 150esimo di Roma Capitale, una lunga serie di eventi che si concluderà il 3 febbraio del 2021, ossia proprio centocinquanta anni dopo da quando con la legge n. 33 del 3 febbraio del 1871 gli “Italiani” dichiaravano capitale del regno la città che avevano preso il 20 (o XX come scrivono i massoni) settembre dell’anno prima.
Non c’è bisogno di citare il magistero papale sulla portata nefasta del XX settembre e di tutte le vicende della Rivoluzione Italiana, tanto più che le nostre Edizioni stanno per pubblicare una pregevole opera in merito.
Di quanto, dicevamo, il XX settembre sia stato nocivo alla Chiesa lo testimonia anche il solo fatto che esso è ancora oggi motivo di giubilo e festa per la Massoneria, della stessa Chiesa capitale nemica.
Ma non solo la Massoneria festeggia l’usurpazione operata contro il Papato Romano per privarlo della giusta libertà e per dare (quando mai fosse stato possibile) un colpo mortale alla Religione Cattolica. Anche i modernisti ne gioiscono.
Non è mancato infatti alla cerimonia inaugurale dei festeggiamenti il messaggio di Bergoglio. Un messaggio invero vergognoso, ma tuttavia degno della chiesa conciliare, degno di un modernista.
Degno del citato Montini per cui la Presa di Roma fu un evento dettato dalla Provvidenza per il bene della Chiesa.
Degno del parimenti citato Wojtyla per cui l’entrata dei bersaglieri fece diventare Roma da «da ambiente umano omogeneo a comunità multietnica, nella quale convivono, accanto a quella cattolica visioni della vita ispirate a altri credo religiosi ed anche a concezioni non religiose dell’esistenza».
Insomma il luttuoso evento – quello che, per parafrasato una nota espressione di Pio IX, aveva separato l’Italia da Dio e l’aveva sottomessa a «Governi settari od ubbidienti e ligi ai nemici della Chiesa» – va giustamente festeggiato perché «cambiò Roma, l’Italia e la stessa Chiesa: iniziava una nuova storia».
E ciò che dice l’Argentino è vero, è verissimo. Il cambiamento c’è stato, ma ovviamente c’è stato in peggio. L’occupazione di Roma, che ha portato alla perdita di quel principato civile dei Papi che non solo è stata la causa di tante glorie della Cristianità ma soprattuto costituiva (e costituisce) il palladio della libertà della Chiesa, fu l’inizio della occupazione della Chiesa.
Occupazione che ancora oggi dura e che sempre più pone la Chiesa in una situazione di servaggio: il servaggio delle gerarchie moderniste occupanti, che imperano dai tempi del brecciolo Montini, ai poteri (coloro che abbattono nella polvere un potere ne servono necessariamente un altro) e alle ideologie del mondo, il cui principe non c’è certamente Cristo.
Noi vogliamo servire Cristo Re e ci professiamo seguaci del Papato Romano e della Roma eterna, con al Roma di Cristo, perché “vi ha la Roma vecchia e la Roma nuova. Vi ha la Roma dei Papi e la Roma dei framassoni. Vi ha la Roma che prega e quella che bestemmia; la Roma dei martiri e quella dei tiranni; la Roma benedetta e quella maledetta. Vi ha la Roma di granito e la Roma di cartapesta; la Roma eterna e quella che, nata ieri, non è certa di vedere il domani. Vi ha la Roma di Cristo e la Roma dell’Anticristo” (Gaetano Zocchi SJ, Le due Rome. Dieci anni dopo la Breccia, Prato, 1881, pag. 8).
il cambiamento c’è stato, eccome: hanno fondato una NUOVA chiesa, che la provvidenzialità dell’ antico assetto della Roma imperiale in ordine al messaggio evangelico, sostituisce con i diktat del mundialismo imperante, il nuovo universalismo massonico.
A questo bisogna conformarsi, col pretesto dell’ ‘aggiornamento’ ( che è’adeguamento’ puro e semplice), coi risultati penosi che vediamo, nella goffaggine dei suoi rappresentanti, che dignità e vergogna non tengono, fino alla triste esibizione della presenza dei due ‘papi’ in contemperanea al vertice della detta chiesa….
Autentici servi…pronti ad essere sostituiti appena l’interesse supremo l’impone…; servi del mondo, piuttosto che “cittadini di quella Roma onde Cristo è romano”
BRAVO BRUNO