L’Arcivescovo emerito di Milano, Cardinale Angelo Scola, già papabile italiano e conservatore, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica. Tra i temi affrontati ovviamente l’emergenza Coronavirus.
In merito a ciò il porporato ha sottolineato la pericolosità della paura, dalla paura del contagio alla paura del diverso con “obbligato” riferimento al fenomeno migratorio.
Richiesto poi se sia “cristianesimo la visione per la quale dietro il coronavirus vi sarebbero dei castighi divini” il Nostro ha risposto:

«È una visione scorretta. Dio vuole il nostro bene, ci ama e ci è vicino. Il rapporto con lui è da persona a persona, è un rapporto di libertà. Certo, conosce e prevede gli avvenimenti ma non li determina. Quando gli chiedono se le diciotto persone morte sotto il crollo della torre di Siloe abbiano particolari colpe Gesù smonta la questione: “No, io vi dico, non erano più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme”. Per i cristiani Dio comunica attraverso le circostanze e i rapporti. Anche da questa circostanza potrà emergere un bene per noi. Fra i tanti insegnamenti la necessità di imparare a stare nella paura portandola a un livello razionale».

Lungi da noi una visione beceramente deterministica, lungi da noi l’alimentazione dell’isteria collettiva, ma anche e soprattutto lungi da noi una visione totalmente svincolata da un rapporto trascendete con la realtà da arrivare a piegare verso una prospettiva “agnostica” le parole del Signore, che in riferimento alla caduta della torre di Siloe non vuole affatto negare i divini castighi, ma solo affermare che i mali possono capitare anche ai buoni e mettere in guardia quei Giudei che lo ascoltavano dal gran castigo che li avrebbe colpiti nel 70 d.C., piombato su di loro a motivo dell’orrendo crimine del tentato deicidio (cfr Sales, Nuovo Testamento, I, p. 281, nn. 3 e ss.).
Ripudiamo quindi tutte queste visioni e ci associamo allo spirito della Chiesa Romana, che Madre amantissima, nelle sue pubbliche preghiere per impetrare la cessazione delle pestilenze implorava Dio così: “Da’, o Signore, effetto alle nostre pie richieste e storna, propizio, la pestilenza e la mortalità; affinché i cuori degli uomini mortali sappiano che dalla tua indignazione vengono questi flagelli e per tua miserazione cessano